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I 5 brani preferiti dei Listrea

E’ uscito lo scorso novembre “USTIONE”, il nuovo singolo dei LISTREA. Durante l’estate, la band lombarda, inizia la scrittura di un nuovo nucleo di canzoni, registrate e prodotte completamente in home recording l’inverno stesso e “Ustione” è la prima di queste tracce che faranno parte dell’album d’esordio dei Listrea. Un disturbante mondo che ci riporta nei locali sotterranei e nel cuore della scena musicale underground: un mondo nostalgico che mischia elementi di noise, psichedelia e progressive e che ora, dopo una pandemia globale, ci sembra fantascientifico e sconosciuto. Benvenuti.  

Abbiamo chiesto ai Listrea quali sono i loro cinque brani preferiti, ecco com’è andata!

Radiohead – “Jigsaw Falling Into Place”: non è un segreto che i Radiohead ci piacciano molto, un loro pezzo doveva per forza esserci. Selezionarne uno solo, però, potrebbe essere più difficile che completare un puzzle. Quindi abbiamo scelto il loro brano più “puzzle”: il giro armonico, la struttura, il testo sono pezzi incastonati perfettamente, ed è straordinario come nel suo complesso tutto questo sia così rappresentativo della metafora che il titolo esprime. Quando uscì “In Rainbows” eravamo bambini, le modalità di fruizione della musica stavano cambiando in fretta, e i Radiohead l’avevano capito bene, muovendosi già in un futuro in divenire che ora viviamo da giovani adulti. Troviamo ispirazione infinita in questa musica. 

CAN – “Oh Yeah”: il primo lato di Tago Mago dei CAN dovrebbe essere inciso nella pietra nei secoli dei secoli, ma prendere in considerazione la schiera di artisti che si sono mossi nella loro ombra potrebbe essere una buona alternativa per testimoniare quanto abbia significato per molti la loro musica. Scegliamo “Oh Yeah”, che inizia con l’esplosione del fungo atomico evocato dalla precedente “Mushroom”, altra traccia fondamentale per la nostra formazione musicale. Ascoltando il pezzo, si ha l’impressione che quel frastuono primordiale sia davvero il punto di partenza di un approccio alla musica fino a quel momento inedito, che noi riconosciamo a pieno in questo brano, una sorta di manifesto da ripassare ogni tanto, e da tenere ben presente come un faro nella notte. Grazie Holger, Irmin, Michael, Jaki, Damo per aver aperto la via. 

This Heat – “A New Kind of Water”: oltre al testo a dir poco rilevante in relazione ai tempi che viviamo, ciò che più ci affascina di questo brano è un approccio alla musica che cerchiamo di vivere noi stessi: la decostruzione totale, mettendo in discussione tutto, contaminando, disfacendo e ricomponendo continuamente, con la spontaneità dell’improvvisare insieme o dello sviluppare un’idea estendendola verso direzioni fino a quel punto inesplorate come binari da seguire. Il risultato dovrebbe essere simile al volto sulla copertina di “Deceit”, disco adorato. A volte ci piacerebbe che anche la nostra musica suonasse un po’ così, e sogniamo che la nostra sala prove diventi studio, laboratorio, quartier generale. Un po’ come il Cold Storage dei This Heat.

King Krule – “Cadet Limbo”: “The Ooz” di King Krule è un disco che ci ha tenuto compagnia per smisurate ore, soprattutto quando abbiamo iniziato a suonare insieme.

Abbiamo gusti molto eterogenei e spesso discordanti, ma questa canzone ha messo sempre d’accordo tutti e quattro. King Krule è uno dei nostri Maestri contemporanei.

John Coltrane – “Psalm”: chiudiamo con il classico dei classici. Com’è ben noto, il quarto movimento di “A Love Supreme” è la trasposizione musicale di una preghiera scritta da Coltrane. Com’è altrettanto ben noto, Trane disse di aver “ricevuto” la musica, più che averla scritta, e quando scese dalla stanza dove si era chiuso per cinque giorni di fila durante la genesi di quella che ad ogni ascolto viviamo come un’epopea musicale, la moglie Alice disse che aveva la stessa aura di Mosè quando scese dalla montagna. Tutto ciò sarebbe di per sé sufficiente per consigliare l’ascolto di questo pezzo a chiunque, ed assicurargli che la sua vita cambierà dopo che le ultime note saranno state soffiate, ma sono già stati spesi fiumi d’inchiostro a riguardo. Noi vorremmo solo avere nella nostra musica una briciola infinitesimale della spiritualità di Trane, della sua pronuncia, della sua arditezza, della sua onestà. Sarebbe già una benedizione. Lo ringraziamo per aver toccato così profondamente l’universo intero.

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