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Interviste

REDH e la musica come salvezza dalle tempeste interiori: l’intervista

Ad un mese dall’uscita del brano “W Le Infermiere”Redhclicca qui per ascoltare Heets, nome d’arte di Matteo Pasqualone, è tornato con un nuovo singolo dal titolo “Heets”, brano scritto interamente da lui, con mix e master a cura di Daniele Ferreri.

“È una canzone che ho scritto quando potevamo andare in giro, quando la benzina costava tanto e potevamo stare vicini”. Il brano parla di esperienze personali, di come trovi difficile gestire una relazione e i suoi sentimenti, descrivendo una sorta di fuga dalla situazione in cui si sente intrappolato, andando “in giro tutta la mattina” spendendo tutti i soldi e dovendo fare anche benzina. Alla fine, però, il cantautore, classe 1994, finisce a pensare a lei anche per cose banali come quando prende il “tabacco senza nome il pink”.
“Non sono il tipo che ti tiene la mano/ Sono bravo a tenerti lontano”, canta, facendo esplodere il finale dal punto di vista strumentale e riuscendo a coinvolgere l’ascoltatore.

Il cantautore romano ha esordito per la prima volta nel 2018 con il singolo “Dormi”, dando il via alla pubblicazione di una serie di singoli che ci raccontano come i complicati sentimenti, che si trasformano spesso in amori difficili, o anche semplicemente le semplici scene di vita quotidiana, riescano ad essere ben espresse attraverso i testi delle canzoni. Forse è proprio la semplicità a far arrivare, in modo diretto a chi ascolta questi brani, le stesse sensazioni che Matteo prova in prima persona.
Un anno fa esatto usciva il suo EP d’esordio: “Torneremo”, contiene sei canzoni, dalle sonorità in bilico fra pop e cantautorato, tra italo dance ed elettronica, per un risultato ricco di contaminazioni. I ricordi, le speranze e anche la malinconia rappresentano il suo punto di forza: esprimendo la sua sincerità e facendo vedere cosa c’è davvero dietro l’artista, riesce a conquistare gli ascoltatori.
Noi di Futura 1993 abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui ed ecco cosa ci ha raccontato.

Ci racconteresti un po’ com’è nata “Heets”? 
“Heets” è nata per caso e tutta insieme. Una sera Byron, il mio chitarrista e arrangiatore, mi inviò una base, su cui scrissi in 10 minuti il testo, di getto. Quella stessa sera ho scritto altre due canzoni… Successivamente l’arrangiamento ha subito varie modifiche, fino ad arrivare alla versione finale.
L’ho scritta d’inverno ma mi ricorda molto l’estate, siccome è ispirata ad una storia estiva.

In generale, quando scrivi un nuovo brano, da dove prendi ispirazione? Come nasce un tuo pezzo a livello di scrittura e produzione? 
Come nasce un mio brano non lo so, arriva e basta.
Posso stare mesi senza toccare la chitarra e senza scrivere nulla e poi magari in un giorno scrivo 3 canzoni. Dipende molto da quello che ho da dire, dalle sensazioni che ho addosso in quel momento e dalla voglia di tirarle fuori.
È un processo che ancora non ho capito e sinceramente neanche voglio capire. Mi sta bene così, perché alla fine ogni volta che scrivo una canzone (che sia bella o brutta, da pubblicare o solo per me), mi sento un po’ meglio.
Per quanto riguarda il lato della produzione invece, dipende dalla situazione. Quasi sempre si parte da una mia idea, chitarra e voce, che a volte passa per Byron, il quale dà un primo arrangiamento che poi viene finalizzato con l’intervento del collettivo “BDR studio”, altre volte si arrangia direttamente in sala prove.

Nel brano parli di essere “molto bravo a rimanere solo” e di essere “troppo fragile quando” ti scopri. Hai difficoltà a mostrare la tua fragilità? 
È abbastanza complicato, per una persona che ha difficoltà a mostrare le sue fragilità, parlare della difficolta di mostrare le sue fragilità. Comunque si, in sostanza è tipo un meccanismo di autodifesa sviluppato inconsciamente. Non esporsi mai per mantenere un certo equilibrio grazie al quale è difficile cadere, perché forse la cosa che mi fa più paura è proprio cadere. Ma ammetto che è un ragionamento del cazzo, prima o poi ci si deve esporre, in qualsiasi ambito, dico solo che valuto molto attentamente prima di farlo.

Parlando del lato visivo, è previsto un videoclip del singolo?  
Ancora non lo so. Sto lavorando a qualcosa, spero di sì, ma è presto per parlarne.

La copertina sembra uno scatto di un momento di forte vento, rappresenta la tua tempesta interiore?
Si è un piccolo richiamo alla mia confusione mentale, ma secondo me rappresenta anche molto bene il mood della canzone.

Qual è stato il tuo percorso nel mondo musicale? Cosa ti ha spinto ad esprimerti artisticamente? 
È stato tutto molto casuale… Io scrivo da quando sono piccolo, ma inizialmente era una cosa che tenevo per me, non pensavo di concretizzare questa mia passione. Poi, piano piano, grazie agli amici e all’incontro con il BDR studio e tutto il collettivo, mi sono buttato in questa cosa. Oramai sono due anni che il progetto va avanti, proprio oggi 13/05/2020 è il secondo anniversario del primo live.

Hai qualche ascolto che ti ha folgorato e che ti sentiresti di consigliarci? 
Io sto mega in fissa con gli M83, un loro pezzo che consiglio è “Stave McQueen”. Andando su cose più recenti mi piace molto “Erica Cuore Ad Elica” di Giorgio Poi, e anche Tom Misch con a sua “Disco Yes”, è una canzone che ascolto e che consiglierei.
Spaziando con la fantasia, c’è qualche artista in particolare che stimi e con cui sogni di collaborare? 
Un artista che stimo molto è Vasco Rossi, ma non so se ci collaborerei, lui è bello così da solo. Una collaborazione viaggiando con la fantasia la farei volentieri con Contessa. Mi piacerebbe confrontarmi con lui, vedere come lavorerebbe su una mia canzone, siccome lo considero una delle persone, artisticamente parlando, più avanti in tutta Italia.

Sicuramente non è un periodo semplice per pubblicare nuova musica, come hai valutato questa scelta alla luce della situazione attuale? 
Eh sì, il periodo non è dei migliori… però questa canzone, cosi come altre, aspettava da troppo tempo di uscire. E credo se lo meriti, dato l’impegno di tutte le persone che ci hanno lavorato.

Ti salutiamo chiedendoti, se possibile, di raccontarci un po’ qualcosa sui tuoi progetti discografici futuri. 
La mia idea, da qui in avanti, è quella di far uscire molti singoli uno dopo l’altro, a distanza di massimo 1/2 mesi e continuare così fino a quando non ci sarà la possibilità di fare un bel live, quando finirà tutta questa brutta storia.

Veronica Piri

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