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Interviste

Livorno rigorosamente pop: intervista doppia ai Baryonyx e agli Humanoira

di Thanks For Choosing

Ci sono capitate due band che sembrano avere molto in comune, non solo una sfacciata vena pop, ma anche la città di Livorno, città toscana con il mare, talvolta gli Zen Circus, ma anche una scena musicale più nascosta, underground ma incredibilmente trascinante, di cui abbiamo voluto parlare con loro: gli Humanoira, che stanno per pubblicare un nuovo EP ad ottobre, e i Baryonyx, attivi già dal 2004 ma che si stanno delineando in personalissimo pop-rock singolo dopo singolo.

Vi conoscevate prima di quest’intervista? Possibile che vi siate già incrociati in qualche luogo chiave di Livorno? Un possibile feat.?
Humanoira: Onestamente non conoscevamo il loro progetto,e non credo nemmeno che ci si sia mai incrociati,ma abbiamo scoperto che il grafico che ha curato il nostro Ep,nonché nostro pianista, ha collaborato con i Baryonyx curando anche la loro grafica. Un feat. potrebbe essere un ottima occasione per conoscerci, chissà che questa intervista non sia galeotta.

Baryonyx: Ciao e grazie per l’intervista. Livorno è da sempre stata patria di tanti artisti, più o meno noti, quindi non mi meraviglio affatto che sia capitata questa “intervista doppia”. Sicuramente coi ragazzi ci saremo incrociati in qualche luogo chiave della vita musicale livornese o per qualche locale della “Venezia” durante il weekend. Come gruppo in tutta onestà non li conoscevo però è sempre un’ occasione fare una nuova conoscenza specialmente se pratichiamo lo stesso genere musicale. Sulle collaborazioni siamo davvero molto aperti quindi perché no.

Com’è la scena musicale a Livorno?
Humanoira: La scena musicale livornese è sempre stata molto florida da quando ho ricordi.

Motta, Bobo Rondelli Appaloosa, The Zen Circus livornesi acquisiti, Virginiana Miller, Nada, Enrico Nigiotti… Dicono niente? (e chissa quanti ne ho scordati). Tanti progetti interessanti come The jackie o’s farm, Giorgio Mannucci, 7 Years, Bonsai Bonsai, Cirque d’ Ess, Lupe Velez, Nu and The Thumbs Up, Siberia. Dal passato non dimentichiamo Piero Ciampi.

Baryonyx: Come dicevo in precedenza la scena musicale livornese è veramente affollata, forse anche troppo viste le dimensioni cittadine. Però questo rientra nell’essenza del livornese che fondamentalmente non ha regole e quindi il pensiero è: “se possono farlo in tanti perché non potrei farlo anch’io?”. Inoltre mi verrebbe da aggiungere che storicamente a Livorno le grandi passioni sono sempre state il calcio, la musica e la pittura. Per quanto riguarda i luoghi di incontro, direi che non è difficile incrociarsi. Ci sono dei luoghi chiave dove un po’ tutti ci ritroviamo, giusto per citarne uno il locale “la Bodeguita livornese” nel quartiere della “Venezia” oppure in estate alla “Baracchina rossa” sul lungomare. Ma non c’è un luogo di ritrovo sempre certo, ci piace girare per le strade dove, come è capitato a me (Antonio), trovi Bobo Rondelli che ti aiuta a fare manovra di parcheggio. Solo a ripensarci mi viene da sorridere.

Avete qualche spot particolare? Una figura chiave (il proprietario di uno studio, o di un bar, una vecchia gloria…) verso cui ruotano nuovi gruppi o nuove scene?
Humanoira: No non abbiamo uno spot in particolare.
Riguardo agli spazi musicali le cose sono cambiate da un po’ di anni a questa parte…negli anni 2000 nel centro di Livorno c erano i mitici fondi (sale prove) di Piazza Cavallotti, circa una ventina di box sotterranei che aveva almeno 2/3 band all’ interno. In quel periodo chi suonava aveva la sala prove li,ed era un modo di condividere tante esperienze, non solo la propria musica.

Con la tecnologia oggi questi posti si sono ridotti, si tende a fare le cose nel proprio home recording, con tutti i pro e i contro che questa cosa comporta.

Un figura di spicco della scena musicale è sicuramente Toto Barbato direttore artistico del the Cage, che ha portato a Livorno tanti bei concerti, e cmq il locale è un centro di scambio culturale e musicale della città. Altro posto dove si incontrano ti tanti musicisti dell’underground livornese è il Frankie, un piccolo pub gestito da due musicisti, e che dopo mezzanotte è un po’ un oasi nel deserto per chi vuole finire la serata.

Vi veniamo a trovare a Livorno, dove ci portate? E cosa ci fate mangiare?
Humanoira: Beh sicuramente ad un giro sulla Terrazza Mascagni non potresti sfuggire, posto che ti fa sempre un po’ sognare ad occhi aperti. Per mangiare ti porterei a casa di Riccardo, il cantante, che è un ottimo cuoco, nella settimana di registrazione a Ferrara se ne è accorto anche Manuele Fusaroli, che sedotto dalle prelibatezze di Riccardo non ha potuto esimersi ed ha deciso di aiutarci nella produzione dell’EP.

Baryonyx: Quando verrete a Livorno avvisateci così vi porteremo per prima cosa sul lungomare: da Terrazza Mascagni fino a Calafuria, passando dalla Rotonda d’Ardenza. Livorno è una città che si estende in lunghezza fiancheggiata dal mare ed è ricca di scorci mozzafiato dove poter anche semplicemente sostare per assaporare il sublime fascino del paesaggio circostante. Per quanto riguarda il cibo sicuramente vi porteremmo a cenare in uno dei molti fantastici ristoranti che ci sono a Livorno magari a provare l’essenza e i sapori della famosa “cucina povera livornese” con il piatto più forte di queste parti: il mitico Cacciucco.

Entrambi fate un genere che si può orientare verso un “cantautorato pop”, anche se prendete sfumature diversissime. Com’è fare un genere così popolare in una scena underground?
Humanoira: E’ una domanda che non ci siamo mai fatti. Non ci spaventa,ognuno fa la musica che più lo rappresenta. In questo momento sentiamo il bisogno di essere più autentici possibili,e forse il genere pop cantautoriale è quello che piu’ universalmente ha queste caratteristiche, o almeno nel nostro caso è così.

Baryonyx: Come mi è capitato di dire in altre interviste ormai la definizione di “indie” e “underground” sono radicalmente cambiate rispetto a vent’anni fa; infatti oggi la scena underground pullula di generi musicali vari tra cui anche il pop. Questo è dato anche dal fatto che il mercato discografico è saturo dall’offerta delle etichette major che lasciano di fatto pochissimo spazio a gruppi emergenti underground che al tempo stesso sono numerosi e con voglia di fare. Lo stesso genere indie è ormai sinonimo di cantautorato in “salsa millennial”. A mio modesto parere i generi musicali stanno volgendo verso una svolta fatta di tante sfumature e poche certezze, potrei azzardare anche a dire che tra vent’anni alcuni generi dello scorso secolo, ancora oggi attuali, potrebbero non esistere più, non saprei dire se è un bene o un male, forse è solo lo scorrere del tempo e la naturale evoluzione del mondo. Le opere dell’800 sono straordinarie, ma un mondo senza i Beatles non avrebbe avuto senso. Fa tutto parte della storia della musica, come è giusto che sia.

Quali sono i vostri piani per l’anno prossimo?
Humanoira:
Tante canzoni che sono state escluse dall’ EP, e che vorremmo mettere in un disco vero e proprio. Un po’ di concerti per farci conoscere il più possibile.

Baryonyx: Tra i buoni propositi sicuramente c’è la volontà di pubblicare un nuovo album sullo stile di Mistico, Demone e Quarzo. Siamo presi da questo nuovo progetto e ci fa davvero piacere vedere tanto entusiasmo sulle nostre pagine social. Colgo l’occasione per ringraziare le ragazze e i ragazzi che ci scrivono quotidianamente un pensiero sulle nostre canzoni. Se insistiamo ancora dopo così tanto tempo è solo per queste cose. È questo che mi fa a volte rabbia della musica del mondo di oggi, si pensa solo al business. Si bruciano intere generazioni di cantanti coi talent solo per un morso di gloria in TV o per strappare una lacrima a chi è nello studio televisivo. Dov’è la cultura? Dov’è la voglia di fare la differenza? La verità è che come in tutte le cose c’è da sporcarsi le mani e con umiltà accettare la giusta gavetta che tutti fanno e che anche noi stessi stiamo ancora facendo. Si pubblica per il bisogno di dire qualcosa non per fare soldi e su questo spero che gran parte dei miei colleghi siano d’accordo. Non è retorica, per noi è un mantra.

Vi danno in mano la direzione artistica di un festival a Livorno, cosa fate?
Humanoira: Bella domanda. Probabilmente cercherei di portare un range di ascoltatori il più ampio possibile. Gruppi esclusivamente italiani. Una sorta di Tora Tora organizzato da Manuel Agnelli circa un decennio fa. Una serata rock n’ roll,una pop cantautoriale ed una rap/hip hop.

Crediamo che la scena italiana non sia mai stata così florida e variegata, con la fortuna di poter attingere ancora dai grandi del passato, che hanno lasciato una traccia indelebile, e che grazie ad internet sono di accesso anche alle nuove generazioni…il motore di tutto è sempre la curiosità e la voglia di scoperta, che per un musicista devono essere il pane quotidiano.

Baryonyx: Per prima cosa inviteremmo possibilmente tutti gli artisti a partecipare possibilmente estendendo l’invito anche ai gruppi dell’interland livornese come ad esempio Cecina, Piombino, Rosignano, etc. In più si potrebbero coinvolgere anche nostri amici che a a loro volta potrebbero portare dei loro amici diffondendo il più possibile l’evento.

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