The Riva è parole, note, e tutto il resto della sensibilità poetica di Davide Ravo.
Il poeta canavesano si tuffa nella fluidità del comporre incastrando parole ad atmosfere sonore intangibili. Totalmente autoprodotto, questo primo Ep omonimo spazia dallo stile spoken word ad attimi più ritmati, dal lo-fi di suoni elettronici a riflessi più alternativi. Il tutto condito con un testo spiccante verso la poesia, la natura ed il sogno. Il risultato è un progetto sperimentale, impreciso, fragile, ma che allo stesso tempo riesce ad essere molto caratteristico, unico e autentico: un fiore di ciliegio in mezzo all’oceano… alla “theriva”.
“Tutto nacque nel 2017. Appena distaccato da una relazione di 12 anni. Fui solo. Mi immersi in distrazioni: massaggio olistico, corso di tecnico del suono, fonico, tecnico di mixaggio, mastering, gelataio, corso di teatro, pubblicazione di libri (ho sempre scritto e lasciato in un cassetto. Era ora anche di fare quello). Poi iniziai ad usare programmi professionali per comporre musica e incastrarla tra le parole. Il mio primo micro-studio per le mie prime “immersioni” fu in un appartamento molto caratteristico al centro di Ivrea. Fu un periodo magico.
In quel periodo fui letteralmente trasportato da parole e sentimenti e li catturai e li incastrai tutti su suoni ed atmosfere che in ogni caso rimarranno indelebili.
Ore ed ore a fissare lo schermo riuscii a capire come modificare suoni elettronici, come addomesticarli, addolcirli, renderli vestiti perfetti per ciò che la mia anima vagabonda aveva necessità di avere in quel momento, in quel flusso.
Poco tempo dopo mi trasferii in campagna, incontrai una persona dolcissima e nacque Adele. Perciò, uno dei sacrifici che ho dovuto affrontare per ritrovare la base di ogni creazione(un po’ di pace) è stato quello di portare il mio studio fuori dalle mura domestiche. E la soluzione trovata in questa terra di campagna è stato un container immerso nella ferraglia, bagni chimici in disuso e una pista di atterraggio per l’ultraleggero del mio padrone di casa che tra poco un giorno non ci finiva dentro. Per cercare di rendere il container adatto a tale scopo ho dovuto costruire personalmente Bass Trap, Hanger, Pannelli Acustici, Diffusori, Skyline. Sono stato anni a costruire, spostare, provare, misurare, ricostruire, rispostare, riprovare, rimisurare. La percezione sonora dei suoni è una questione fondamentale per questo genere di produzione musicale, bisogna sempre sapere ciò che si sta realmente ascoltando, evitando ogni riflessione dovuta dal contesto ambientale. E’ stato un lavoro estenuante che nulla aveva a che fare con l’atto di creare musica e testi. E’ stata la fase in cui ho sfiorato veramente la pazzia. Ora però, dopo anni di disavventure, si è creato uno specifico design acustico ed è straordinario creare ed ascoltare musica in quel punto di ascolto.
In tutto questo non mi sono mai distaccato dalla terra. Sono sempre riuscito a procurarmi parte del cibo in maniera autonoma. Ho sempre coltivato nel frattempo; rimanere a contatto con terra e piante dona pace e serenità, oltre che un certo tipo di orgoglio.
Coniugare arte, famiglia e natura, cercando sempre di esserci per tutte e tre, è qualcosa di estremamente complesso, come stare su una tavola da surf. Ma se si riesce poi a stare in equilibrio allora si riesce a surfare. E compiere l’azione di surfare è un po’ come compiere l’atto di volare. Credo che l’arte, l’artista vero, sia colui che riesce a farlo”.
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