Articolo di Chiara Amendola | Foto di Oriana Spadaro
Cosa facevo nel 2009?
Nei miei ricordi ormai sbiaditi mi rivedo come un’ingenua studentessa che pensava di essere l’eccezione, in un contesto urbano dalla colonna sonora molto figa. Nella playlist di quel momento della mia vita c’erano anche i White Lies.
Dieci anni dopo, Harry McVeigh continua a scrivere canzoni, “meno melodrammatiche” – ammette sorridendo quando lo abbiamo incontrato prima del concerto – io invece, che con la realtà ci ho fatto a pugni, ascolto i nuovi pezzi della band e un po’ rimpiango la tristezza dei testi di allora.
Siamo in tanti al Magnolia, un party umano pronto a trasformarsi in un succulento banchetto per le zanzare che invadono ciclicamente la città.
“Time To Give” annuncia l’ingresso della band sul palco e dà il via a uno spettacolo pieno solo del loro materiale migliore. Quando le luci blu si alzano anche la folla inizia a scatenarsi e parte “Farewell To The Fairground”.
I White Lies hanno la capacità di catturare gli occhi di tutti mentre incantano con i singoli ossessionanti del loro disco di debutto. La malinconia nella voce di McVeigh diventa più presente nei brani successivi, entrambi con la parola “amore” nel titolo, “Is My Love Enough” e “Hold Back Your Love”, non a caso l’atmosfera si riscalda e partono effusioni in giro tra i presenti.
Per i White Lies la gioia e il dolore, l’amore e l’odio sono strettamente legati dal punto di vista neurologico, la loro musica si muove ai confini di questi opposti e li equilibra. L’armonia tra i suoni pesanti di tastiera, i riff scontrosi e le forti melodie viene portata dal vivo a nuove e inaudite altezze rendendo il concerto assordantemente bello.
Le canzoni scorrono rapidamente davanti ai presenti e sembra di affondare nella musica: un ragazzo sudato in una polo a righe ondeggia fuori tempo ma è felice, una coppia balla samba anche se di samba non c’è traccia, qualcuno si abbraccia così forte, come se avesse paura di perdere l’altro.
Sulla fine dello show la band regala i brani più attesi. Il pubblico ormai stremato continua a ballare instancabilmente sulle note di “Tokyo” e “To lose my life”, il cielo nel mentre si riempie di stelle e l’atmosfera raggiunge il massimo della perfezione.
Tutto intorno è piena estate e l’aria non potrebbe essere più dolce e spensierata.
“The Price of Love” e “Bigger Than Us” chiudono un set impeccabile e senza sbavature, emanando una piacevole magia che diventa energia ed entusiasmo.
La band ringrazia ma il pubblico di più. Serate così si vivono raramente e io per fortuna c’ero.
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WHITE LIES: la setlist del concerto di Milano
Time to Give
Farewell to the Fairground
There Goes Our Love Again
Is My Love Enough
Hold Back Your LoveGetting Even
Unfinished Business
Don’t Want to Feel It All
Take It Out on Me
Big TV
Kick Me
Death
Tokyo
To Lose My Life
Encore:
Fire and Wings
The Price of Love
Bigger Than Us
