Foto di Matteo Scalet – Articolo di Margherita Valentini
Venerdi 15 Agosto
Un nuovo sfolgorante sole illumina l’aria polverosa dell’Isola e scalda dispettoso le tende. Questa mattina non ho tempo per godermi l’ombra e la musica del British Knights Europe Stage, perché alle 13.00 le Pussy Riot prendono posto all’interno del Magic Mirror (ambiente particolarissimo e molto affascinante, un tendone da circo adibito a sala conferenze). Per chi di voi non avesse sentito parlare delle Pussy Riot, sono un gruppo punk rock russo femminista impegnato politicamente. Sono tutte ragazze, sono tutte giovani e sono veramente cazzute. Le artiste/attiviste hanno deciso solo all’ultimo di intervenire al festival e di riportare la loro esperienza e il loro pensiero critico sul governo russo. Non mi sembra la sede più appropriata per parlare di politica e non potrei dedicare loro lo spazio che meritano, ma vi consiglio caldamente di interessarvi un po’ a queste ragazze, sentire quello che hanno da dire. Credo le troverete fantastiche perché il loro impegno è veramente di grande ispirazione.
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Dopo la conferenza sono piena di energia e mi sento forte e rivoluzionaria. Con questo spirito ancora vivo mi siedo a gustarmi il concerto de Lo Stato Sociale, gruppo elettro-pop bolognese attivo dal 2009, con 2 LP all’attivo e un successo in continua crescita. Salta subito agli occhi la grande quantità di gente accorsa ad ascoltarli. C’è caldissimo, ma nonostante ciò il pubblico non vuole accontentarsi di ascoltarli dall’ombra al lato del palco, sono tutti in piedi, entusiasti. Esordiscono con un pezzo ad hoc per il festival, decisamente apprezzato; purtroppo, nonostante il soundcheck, inizialmente le parole vengono inghiottite dalla musica e non si riesce a cogliere quasi nulla. Il gruppo fa del suo meglio per comunicare con il pubblico internazionale, ma con questo genere di musica, tutta incentrata sul messaggio verbale e poco sul suono, è molto difficile esprimere a persone non madrelingua quello che si ha da dire. A metà concerto dedicano a Matteo Salvini un provocatorio bacio, per esprimere il loro supporto alle famiglie omosessuali. L’opportunità di un gesto simile su questo palco la lascio decidere a voi. Comunque il concerto viene enormemente apprezzato da tutti i fan accorsi, che si godono la musica, le provocazioni, l’atmosfera vivace. In conclusione si può senza dubbio definirla un’esibizione riuscita. Bravi.
Alle 17.45 la cantante inglese Marina and the Diamonds si esibisce sul palco principale. La sua musica indie pop avvolge l’aria attorno a lei e trascina in una calda atmosfera i suoi diamonds (termine con cui si riferisce ai suoi fans). Il suono è ottimo, si riesce a godere appieno sia del ritmo e dell’aspetto musicale, che della sua voce. Coinvolgente.
Alle 19.00 come di consueto c’è la festa speciale e oggi tocca al Color Party (anticipato di un giorno per timore di pioggia). Tonnellate di polvere di varie tinte viene distribuita tra il pubblico. Questo era senza dubbio il party più atteso, tutti hanno voglia di sporcarsi e di vedere il cielo dipingersi di mille sfumature diverse. Le aspettative vengono appieno rispettate, soprattutto quelle riguardanti lo sporcarsi. Non c’è persona in tutta l’area del main stage che sia uscita incolume dalla battaglia. Divertente.
19.30 i Kasabian. Il trionfo del rock, senza mezzi termini. Chiarissime le influenze di gruppi storici del rock, come i Led Zeppelin, i Pink Floyd, gli Stone Roses, riescono però a tirar fuori un suono fresco veramente bello. Al concerto il sound è perfettamente bilanciato, tra bassi, chitarre e voce. Prima volta che li ascoltavo dal vivo, veramente sorprendenti. Condivide evidentemente la mia idea il pubblico che è entusiasta.
Chiusura di giornata con Avicii. Vorrei poter indossare una maschera snob e pretenziosa e dirvi che mi sono costretta ad ascoltare l’intero concerto e che questo genere di musica appaga solo i palati più superficiali, ma mentirei spudoratamente. Io ho letteralmente perso la testa, e così come me anche tutto il resto della piazza. Il Dj, come è consuetudine, troneggiava dall’alto, fermo davanti ai suoi piatti. Sotto di lui una marea di persone che cantavano, ballavano, sudavano e si divertivano. Ha alternato le sue canzoni più conosciute ad altre più nuove; il risultato è stato grandioso, l’entusiasmo non faceva mai a tempo a scemare. Un’ora e mezza di puro divertimento. Un encomio particolare alle luci che hanno lasciato tutti a bocca aperta. Maestoso. Gonfia di piacere ripongo la penna ed estraggo il cavatappi; è ora di godersi un po’ la vita notturna dell’isola ed esplorare gli altri piaceri che offre il festival, come la Pàlinka (grappa tipica ungherese) e la zona chill out sulla spiaggia.
Scaletta Kasabian
Bumblebeee
Shoot the Runner
Underdog
Days Are Forgotten
Eez-Eh
Club Foot
Re‐Wired
(Word Up snippet)
Goodbye Kiss
Treat
Switchblade Smiles
Pinch Roller
Empire
Stevie
Fire
Vlad the Impaler
Praise You (Fatboy Slim cover)
L.S.F. (Lost Souls Forever)

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