Con oltre 3 milioni di album venduti e capitanati dal carismatico frontman Johnny Borrell arrivano in Italia i Razorlight per un’unica data
RAZORLIGHT
UNICA DATA IN ITALIA
VENERDI’ 24 APRILE 2009
MILANO – MUSICDROME
Via Paravia, 59
www.indipendente.com
Aperture porte Ore 20.00
Prezzo del biglietto Euro 16,00 + diritti di prevendita
All’inizio era il buio. E non è un modo di dire. Nella sala prove bohemien nell’est di Londra, dove i Razorlight sono nati nel 2002/3, le luci erano tutt’altro che affidabili e il riscaldamento era garantito solo quando i mobili andavano a fuoco. Il concetto della guitar band inglese era andato in malora e i giovani della nazione si sentivano insicuri. In due anni i Razorlight ridanno energia alla forma e definiscono cosa è possibile.

RAZORLIGHT
I ragazzi hanno il look giusto, belle canzoni, l’aria pericolosa e la lingua tagliente. Il NME e Q li votano Best New Band. L’ascesa della band è rapidissima: suonano nei bar, negli scantinati, nelle bettole, nei club, sui tetti, poi nelle accademie e poi sempre più su nelle sale, ai festival e nei palazzi. Il loro album di debutto “Up All Night” prende la definizione di ”indie rock” e la spinge fino al punto di rottura; “Golden Touch” li porta al prime time TV con un coro gospel. L’album a seguire vende un milione di copie.
Nell’arco di un disco i Razorlight raccolgono la maggior parte dell’armamentario tipico del successo da rock’n’roll: ragazze urlanti, un batterista sparito, tour americani che implodono, controversie senza fine e la vecchia guardia che bussa alla loro porta. Al Live 8 Johnny si presenta con un favoloso cappello e la sua performance dimostra che il suo posto è sui palchi mondiali. In tour con gli U2 Johnny e Andy si ritrovano a cantare canzoni da ubriachi con Bono e Sean Penn. I segnali che i Razorlight stanno per soccombere ad un attacco di deferenza inglese sono ben pochi.
All’inizio della primavera 2006 i Razorlight si dedicano alla registrazione del secondo album con uno dei produttori inglesi di maggior successo di tutti i tempi, Chris Thomas (The Beatles, Roxy Music, The Pretenders, The Sex Pistols). La band aveva già spinto il proprio stile di songwriting con il singolo di successo “Somewhere Else”. Andy Burrows ora collabora occasionalmente alla scrittura. La session al British Grove a Londra li vede affinare le radici rock’n’roll e creare un sublime disco pop internazionale.
Q Magazine lo definisce “il miglior guitar album dai tempi di ‘Definitely Maybe’ degli Oasis.” Il brano “In The Morning” raggiunge il numero 2 della classifica, l’album “Razorlight” entra direttamente al numero 1 e il secondo singolo “America”, originale e fuori dagli schemi, raggiunge anche la prima posizione, dominando le radio internazionali per buona parte del 2006 e 2007.
“Razorlight” porta la band al livello successivo. In Inghilterra diventano parte integrante della vita degli inglesi. I fotografi dei tabloid inseguono Johnny e Andy per le strade. Vogue mette Johnny in copertina. I gossip speculano sulla chimica personale della band, senza dimenticare poi le fidanzate hollywoodiane, le voci di scioglimenti e litigi, i giudizi basati su mezze verità, le fonti del settore e un senso dello humour ben più scarso di quando sperato.
La distanza tra la parte frontale del palco e il retro del pubblico aumenta prima nelle arene, poi ai concerti sold-out a Earls Court e infine nelle esibizioni come headliner ai festival di Reading e Leeds, ma la band resta unita, dando ogni sera il meglio di sé.
Durante l’estate del 2008 la partnership di scrittura tra Johnny e Andy diventa sempre più prolifica e il produttore Mike Crossey dimostra di essere un gigante dello studio diventando per un certo periodo il “quinto membro” della band. Il risultato è fenomenale. “Slipway Fires” è il tipo di album che può solo essere creato dopo essere stati messi alla prova, dopo aver affrontato l’inferno pubblico e privato, dopo aver provato una tristezza dalle mille sfumature.
La spettrale ballad al piano “Wire to Wire” è uno dei successi radiofonici più strani e più deliziosi mai sentiti. L’epica “Stinger” trasmette emozioni incendiarie. “Hostage of Love” è trafitta da più frecce di San Sebastiano. La elegante “60 Thompson” è perfetta nella sua intensità. E poi nella sferzata rock di “Tabloid Lover” e nelle armonie pungenti di “Burberry Blue Eyes” o “North London Trash” si ritrova l’amore innato della band per il pop killer, con una pennellata di ferocia nei testi.
Con le band che hanno sfornato tre o quattro album, c’è spesso il pericolo che diventino un’istituzione immobile, che non si rinnova, un marchio che rappresenta un simulacro di musica intensa e non una cosa autentica ma “Slipway Fires” dei Razorlight è un esempio sorprendente di come si possa spezzare questo schema. Illuminati dalle torce, guidati dal luccichio delle stelle, i ragazzi sono sicuramente sulla strada giusta.
Sito ufficiale:
www.razorlight.co.uk
www.myspace.com/razorlight
INFO
Indipendente Eventi e Produzioni
www.indipendente.com
info@indipendente.com

Pingback: RAZORLIGHT il 24 Aprile a Milano
Pingback: IrisBuzz » RAZORLIGHT il 24 Aprile a Milano