Foto Roberto Finizio | Articolo Chiara Amendola
In una settimana che ha visto i Kraftwerk, pionieri dell’elettro pop, tornare a esibirsi a Milano, ieri è stata la volta dei Pet Shop Boys, messi alla prova davanti alla platea sold out del Teatro degli Arcimboldi.
Piccolo spoiler: nemmeno loro mi hanno deluso.
Negli ultimi 40 anni, i Pet Shop Boys hanno fatto musica dance “anthemica” che esamina con ironia la cultura, la politica, le relazioni personali e la natura del pop stesso.
Sul palco, hanno ricreato il loro universo spingendo i confini di ciò che uno spettacolo dal vivo può raggiungere, e nel mentre, lungo la strada, si sono imbattuti in una delle migliori biografie della storia del pop.
Neil Tennant e Chris Lowe si sono incontrati in un negozio di elettronica di Chelsea, dove una conversazione casuale su musica e sintetizzatori ha dato inizio a un’amicizia e a una collaborazione musicale che dura ancora oggi. Nel 1985 hanno ottenuto il loro primo numero uno – West End Girls – un brano da discoteca sul dramma e l’eccitazione di Soho a tarda notte, in cui le culture si incontrano, si fondono e si scontrano.

I Pet Shop Boys sono anche noti però per i loro chiassosi live che danno vita a pulsanti ritmi elettronici vintage.
È una meravigliosa e inaspettatamente calda serata di maggio – dopo un weekend di pioggia pluviale – e agli Arcimboldi non hanno ancora attivato l’aria condizionata, considerando la fame di ossigeno, causata anche dall’obbligo della mascherina, le premesse in termini di resistenza fisica non sono le migliori, e il pubblico non è propriamente definibile gen-z.
Fortunatamente lo show è puntuale come sempre. Tennant e Lowe si materializzano indossando elaborati copricapi di metallo e abiti sgargianti, irradiati da fari luminosi che quasi accecano gli spettatori.
Entrambi sono sempre stati attenti alle possibilità del suono come forma d’arte che muta ed evolve costantemente, e così il loro catalogo posteriore è disseminato di versioni diverse, remix da dancefloor, collaborazioni, cover che sono messe in ombra dalla traiettoria eloquente della loro prima serie di album. In occasione della data di Milano hanno potuto portare sul palco anche questo lavoro e in effetti il concerto è stato un viaggio estremamente piacevole attraverso la loro rigogliosa discografia per ascoltare alcuni dei momenti meno conosciuti.
Il set si apre con Suburbia, accompagnata da immagini video che si muovono a ritmo. Tennant sul palco si comporta come un evangelista della musica, con le braccia alzate al cielo mentre scandisce il coro di Opportunities (Let’s Make Lots of Money) ma basta poco per cambiare il tono e dare gas alla folla con In the name of love/ Can’t take my eyes off of you, celebre mash-up tra gli U2 e Frankie Valli, gli applausi sono così rumorosi che quasi coprono la sua voce.
Single – Bilingual e Se a vida cambiano il set ricreando un’atmosfera a metà strada tra una discoteca anni 90 e un corteo di fujenti nel giorno dell’Assunzione. Confesso che mi sento completamente a mio agio.

Domino Dancing autorizza una parte della platea ad alzarsi e a occupare i corridoi per ballare, resistere al movimento fluido di spalle e mani è difficile in questi casi, Always on my mind cancella ogni ambizione di ordine e rigore, facendo smuovere dalle poltrone anche i più timidi.
Il concerto ha preso completamente vita e incalza con il potente inno Go West seguito da It’s A Sin, che dal vivo mantiene tutta la sua gloria cinematografica originaria.
West End Girls è stata deliziosamente servita durante l’encore con la sua intensità palpitante lasciando l’ultimo saluto a Being Boring.
Il duo ringrazia, scimmiottando qualche parola in italiano, e si congeda sparendo tra i fumi del ghiaccio secco e le luci che si spengono scoprendo il volto dei presenti ancora sorridenti e concitati.
Sono passate due ore eppure nessuno ha voglia di smettere.
Assistere a uno spettacolo del genere è un po’ come uscire di casa di nascosto dopo il coprifuoco, è vita, energia, gioia e spensieratezza.
E stasera è stato proprio così.
Clicca qui per vedere le foto dei Pet Shop Boys in concerto a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto)
PET SHOP BOYS : La scaletta del concerto dei Milano
Suburbia
Can you Forgive her
Opportunities (Let’s Make Lots of Money)
Where the streets have no name/ Can’t take my eyes off of you
Rent
Don’t know what you want
So hard
Left to my own devices
Single – Bilingual/Se a vida é (That’s the Way Life Is)
Domino Dancing
Monkey Business
New York City Boy
Drunk
Jealousy
Love comes Quickly
Losing my mind
Always on my mind
Dreamland
Heart
It’s alright
Vocal
What have I done to deserve this
Go West
It’s a sin
Encore:
West end girls
Being boring

Gianfranco
11/05/2022 at 19:19
Peccato che l’acustica era di pessima qualità. Peccato veramente.
Paola
14/06/2022 at 21:05
What a night!!!!! PSB put on a superb show, they really brought the house down….I couldn’t ask for more….or wait, maybe a pic or even an autograph from Chris…Guess I’ll just have to remember The Moment..