Articolo di Roberta Ghio | Foto di Andrea Ripamonti
Nel momento in cui incontri Tony Hadley un pensiero arriva dritto alla tua mente: ecco come sono i veri gentleman! E associare questa considerazione ad una delle più grandi voci del pop, oltre che ad un artista che ha scritto tra le pagine più belle della storia della musica a livello internazionale, rende il tutto decisamente elettrizzante.
Questo mood, tanto per riprendere il titolo del disco, è quanto abbiamo provato noi di Rockon e di certo anche altri giornalisti presenti all’Apollo di Milano in occasione della conferenza stampa di presentazione del nuovo disco. Occasione in cui abbiamo avuto modo di conoscere più da vicino la fase creativa dell’album e quello che arriverà dopo, ovvero, un tour con due differenti anime.
Molte le domande, sul presente e sul passato. Ma in primis, il disco.
The Mood I’m In è un disco swing. Come nasce questo album?
Nasce da un amore che ho fin dall’infanzia, quello per lo swing, grazie ai miei genitori. È un genere che è sempre stato un riferimento per me e per la mia famiglia. Nei pranzi della domenica si ascoltava lo swing. Mia mamma adorava Frank Sinatra. Durante la mia crescita sono arrivati poi altri artisti e altri generi, il punk, il rock, ma nel mio profondo sono portato all’ascolto dello swing. A questo punto della mia carriera, ho sentito l’esigenza di reinterpretare i grandi brani del mio primo amore
Primo amore che si ritrova da sempre nella tua voce, anche per la tua formazione vocale, che è stata poi il collante di tutta la produzione artistica, dagli esordi ad ora…
È vero che ho questo tipo di approccio, però ricordiamoci che tutti questi cantanti Frank Sinatra, Mario Lanza, Tony Bennett avevano un’impostazione operistica. E in uno dei miei brani storici, To Cut A Long Story Short, utilizzo questo tipo di approccio. Sono andato per anni a scuola e la mia insegnante, che insegnava Bel Canto, mi diceva che si poteva lavorare con la mia voce in tal senso, ma mi diceva: “Non voglio cambiare quello che già hai di natura”. Mi ha dato insegnamenti per modellare la mia voce. Ma, sempre la mia insegnante, mi disse: “Voglio che Tu sia in grado di cantare così anche tra 40 anni!”. E mi faceva fare lo stesso esercizio, sempre. La cosa più importante che ha fatto non è tanto insegnarmi a cantare in un certo modo, ma che tenessi il mio stile. E grazie a quegli esercizi ho il mio modo di cantare anche ad anni di distanza. Mi fa strano che molti cantanti di oggi non facciano esercizi prima di cantare, io non potrei mai!
Come hai scelto le canzoni da inserire nel disco?
Nella mia vita ci sono stati momenti up e momenti down. Sento molto That’s life proprio in questo senso, ma anche Touch Me dei Doors. Quando la ascolterete, sentirete come è esplosiva! L’album è comunque molto vario. Wait for you è un altro brano che sento molto. In realtà le scelte sono state motivate in parte dai testi, in parte da ciò che sento vicino e cose che mi sono successe. Due sono i brani inediti: Wait for you è un brano francese inedito nella versione inglese, mentre Walk of shame, che ha un ritmo che abbraccia sonorità latin-jazz-pop è stata scritta con Mick Lister.
Per quanto riguarda i live?
Saranno di due stili diversi. Uno in stile rock, con la mia band e con in scaletta i grandi classici della mia carriera, l’altro swing, in cui sarò accompagnato da una jazz band italiana. Con loro canterò i brani del nuovo album, ma reinterpreterò anche i miei classici, in versione swing.
In Italia sei molto amato. Qual’è il tuo rapporto con il nostro paese?
È decisamente un rapporto molto bello, sono sempre molto contento di tornare, per i concerti, per le vacanze… ho sempre avuto un bellissimo rapporto con l’Italia. I’ll Fly For You mi ha spalancato le porte del successo qui e da allora non si è mai fermato. Tra il vino e i paesaggi è il posto in cui mi piace tornare. Ma mi piace anche perché siete tutti pazzi, divertenti. Ho collaborato recentemente con gli Elio E Le Storie Tese e sono meravigliosi, folli, non sapevo mai cosa aspettarmi. Mi ricordano i Monty Python’s, lavorare con loro è stato quasi scioccante, ma divertentissimo e sono dei musicisti straordinari!
Guardando indietro, qual’è il tuo rapporto oggi con il repertorio del passato, con che spirito lo riprendi?
Vedo le canzoni come tali e mi piace cantarle. Le tratto appunto come canzoni, non tanto come un qualcosa che ha fatto parte di un periodo piuttosto che un altro. Cantare quei brani è cantare il mio repertorio, che mi piace, e sono indipendenti dal periodo in cui sono nati, che siano della mia carriera da solista o quella precedente. Un brano come I’ll Fly For You non è poi così distante dal mondo dello swing che sto per portare sul palco.
Rispetto alla tua carriera prima del 2015, ti rimproveri qualcosa o hai dei rimpianti?
Quello che è successo è triste, ma …that’s life! Ci sono alti e bassi nella vita e questo fa parte della vita. La cosa che mi dispiace molto è di aver fumato (e ride). Il fumare è il mio rimpianto! Ma ho spesso da tempo. Vado avanti per la mia strada. È stata una bellissima storia e non sarei qui con voi a parlare della mia carriera se non avessi fatto parte della band. Come più volte ho detto ci sono delle motivazioni, loro le sanno benissimo e il discorso si chiude qui.
I grandi classici sono sempre attuali, ma cosa ti piace della musica di oggi?
Mi piacciono molto Sam Fender, Panic At The Disco, Shawn Mendes, Wombats, Foals, Jack Savoretti…seguo tutta la scena. La maggior parte dei nomi arriva dalle mie figlie. C’è molta buona musica in giro. Non sono legato alla mia, sono portato verso nuovi ascolti, grazie a loro. In merito alla scena musicale, non so come sia in italia, ma in Inghilterra non ci sono abbastanza locali per fare in modo che tutte le band possano esibirsi. Mi piace il rap, soprattutto dal punto di vista dei testi, quello che non mi piace è il gangsta rap, tratta argomenti che sono da evitare. Mentre anche la tecno mi piace molto, Swedish House Mafia ad esempio.
Da parte di molti ragazzi oggi in Italia, c’è molto amore verso la musica anni ‘80, è considerata la golden age della musica. Come lo spieghi, hai riscontri in merito?
Sono cresciuto nel mondo dei vinili e sono molto legato ad esso, ma non nego che sia fantastico con un click poter scoprire o riscoprire il passato. Vuoi ascoltare i Doors, i Led Zeppelin: lo puoi fare. Pro e contro. Lo streaming ti dà la possibilità di recuperare il passato, spero tanto però che tutti comunque corrano a comprare vinili!
![](https://www.rockon.it/wp-content/uploads/2024/04/005-rockon-tony-hadley-andrea-ripamonti-04042024-1024x683.jpg)
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That’s life, alti e bassi. Ora in che periodo sei?
La vita è bella, la mia carriera va bene, la mia voce regge, ho una splendida famiglia, amo la vita, sono un ottimista di natura. A giugno farò 64 anni e non me li sento. Se guardo indietro, ho belle cose da ricordare. Se potessi cambiare qualcosa nel mondo, se avessi una bacchetta magica per riparare quello che non va, eliminerei guerre, la fame nel mondo, ma è un discorso differente. La vita decisamente mi sta trattando molto bene. Ho una bella famiglia, cinque figli, una bella moglie, begli amici, non mi posso certo lamentare!
Dopo questa chiacchierata abbiamo lasciato Tony ai suoi impegni, ma prima di chiudere vi condividiamo alcuni scatti e vi diamo alcuni importanti riferimenti.
Clicca qui per vedere le foto di Tony Hadley durante la conferenza stampa all’Apollo di Milano o sfoglia la gallery qui sotto:
The Mood I’m In uscirà il 12 aprile (per Universal) su tutte le piattaforme digitali e in vinile di 5 colorazioni diverse, oltre che in cd.
Il disco verrà presentato per tre date esclusive:
THE BIG SWING TOUR
18 maggio – Gran Teatro Geox – Padova
19 maggio – Teatro Arcimboldi – Milano
21 maggio – Teatro Le Muse – Ancona
Biglietti in vendita a questo link > https://tidd.ly/3PS5D2V
Durante il tour, Tony sarà accompagnato da musicisti italiani della Jazz Company diretta dal M° Gabriele Comeglio.
Non resta che… attendere il 12 aprile! Ma nel mentre… non perdete l’occasione di partecipare a questi concerti, i biglietti, come dicevamo, sono già in vendita!
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