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Interviste

Gioie e Paranoie: intervista a CAPOLUPO

Il nuovo singolo “Gioie e Paranoie” di CAPOLUPO esplora i complessi intrecci tra conformismo, routine e l’autenticità delle emozioni umane. In questa intervista, Capolupo condivide le sfide e le ispirazioni dietro la sua musica e la transizione artistica dalla carriera con band consolidate al debutto come solista.

“In ‘Gioie e Paranoie’ traspare un forte senso di disagio legato al conformismo e alla routine alienante della società moderna. Come hai affrontato la sfida di esprimere questo tema in modo efficace attraverso la musica?”

La musica ha da sempre rappresentato un ruolo centrale nella mia vita, un contenitore in cui veicolare le emozioni, per confessare un disagio o un malessere interiore. In questo caso, l’intento è stato quello di raccontare, dosando l’ironia e un po’ di cinismo, uno spaccato di quotidianità, scandito sempre più da ritmi di vita frenetici, in cui rimettere in discussione tutta una serie di luoghi comuni che spesso non ci appartengono più.

“Il videoclip di ‘Gioie e Paranoie’ offre una rappresentazione visiva intensa e simbolica del messaggio della canzone. Qual è stata la tua visione creativa durante la sua realizzazione e come hai collaborato con il regista per trasporre il tuo concetto artistico?”

L’idea iniziale era quella di rappresentare la quotidianità di un adulto, esasperato da una serie di azioni ripetitive vissute passivamente, affiancata a quella di un orso (la nostra parte più istintiva e primordiale) che, al contrario, vive ogni momento con estrema leggerezza ed entusiasmo.

“Il singolo segna il tuo debutto da solista, dopo un percorso artistico consolidato con gli Estranea e i Milagro. Qual è stata la principale differenza nell’approcciare la tua musica come artista solista rispetto ai progetti precedenti?” 

Sicuramente è una grande responsabilità dare corpo alle parole per la prima volta attraverso la mia voce. Cantare ed essere al centro del progetto come frontman, non solo comporre le canzoni, produrle e suonarle come ho sempre fatto in passato, rappresenta una nuova e inaspettata sfida da cogliere. Anche se non mi sentirò mai un cantante nel senso più tradizionale e stretto del termine, canterò le mie canzoni finché avrò una storia speciale da raccontare.

“La tua musica è spesso caratterizzata da un’attenzione particolare ai testi e ai messaggi che veicoli. Cosa ti ha ispirato a creare ‘Gioie e Paranoie’ e quali emozioni o riflessioni speravi di suscitare negli ascoltatori?” 

L’ispirazione è nata senza dubbio dal mio vissuto e dalla volontà di raccontarmi in modo autentico, senza pose, genuino e solo in apparenza ingenuo. Spero che la gente possa riconoscersi in tutto questo. Da osservatore della realtà, penso che non si tratti solo della mia storia, ma di quella di un’intera generazione che ogni giorno “combatte” la propria battaglia personale, “giocando a Tetris con la vita” nel tentativo di incastrare e conciliare doveri e piaceri.

“Con ‘Gioie e Paranoie’ anticipi l’uscita del tuo prossimo album, ‘Tra i miei disordini’. In che modo questo singolo si integra nell’ambito più ampio del tuo lavoro artistico e quali tematiche possiamo aspettarci di trovare nell’album?”

“Gioie e paranoie”, come ogni canzone del disco, è parte di un mosaico più articolato. Un album circolare con un inizio e una fine che si rincorrono l’un l’altra, e al centro l’amore in tutte le sue declinazioni. È un lungo viaggio tra cadute e rinascite, tra incertezze, doveri, ossessioni e aspirazioni, fino a calarsi nel luogo più buio e oscuro del proprio essere, tra mostri interiori e disordini esistenziali da ascoltare e accogliere.

“La tua carriera musicale è stata caratterizzata da una varietà di esperienze e progetti, dai successi con gli Estranea al tuo percorso da solista. Come hai visto evolversi il tuo stile e la tua identità artistica nel corso degli anni, e cosa ti ha spinto a intraprendere questo nuovo capitolo come CAPOLUPO?”

Premesso che inizialmente non era previsto un mio disco solista, posso dire che è nato di getto come un dono inaspettato, sorprendente e spontaneo, creato in sole due settimane di flusso compositivo continuo, giorno e notte, dopo un periodo turbolento di riflessione e disordine emotivo. Artisticamente, credo di aver colto l’occasione per allargare gli orizzonti sonori e i colori con cui vestire i brani, grazie anche alla preziosa collaborazione di produttori come Roberto Priori, Renato Droghetti e Alex Carnevali. La scrittura delle canzoni, invece, rimane per me un momento estremamente intimo e personale. Con l’esperienza, sento di aver affinato sempre più il mio metodo, anche se la creatività resterà sempre un mistero e un dono da cogliere al volo. Di certo, non ho più l’accanimento di comporre a tutti i costi; ho compreso che “vivere” nel senso più ampio del termine ed emozionarsi sia il modo più efficace per scrivere e produrre canzoni autentiche e di valore.

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