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La playlist delle colonne sonore immaginarie | settimana 8

Una nuova settimana di film mentali e colonne sonore improbabili. Anche oggi siamo qui con cinque progetti della scena indipendente e per loro cinque film che, solo apparentemente, non hanno nulla a che fare con loro. Abbiamo trovato per voi un film appena uscito al cinema, per la regia improbabile di Fiorello, un piccolo cult fantascientifico del 1976 con protagonista David Bowie, passando per il cantautorato pop dei NOLO e il jazz elettro-acustico di Nickel Kosmo. 

Come sempre, alzate il volume e preparate i pop corn. 

DONNIE DARKO con “Porta Vescovo” di problemidifase

C’è un piccolo disco, quello di debutto del progetto solista di problemidifase dal titolo “Ristorante / Albergo / Croce”, che si è rivelato un piccolo manifesto generazionale, di quelli che sanno di provincia e disagio, di quelli che parlano timidamente anche di salute mentale, forse involontariamente, che sembrano perfetti per riempire camerette e serate solitarie. Non siamo sperduti tra le casette a schiera tipiche degli Stati Uniti (che vediamo in “Donnie Darko”) ma in provincia di Verona, ma quell’urgenza di sentire, ascoltare ascoltare i Verdena, innamorarsi, e parlare con i propri demoni, forse è universale. Abbiamo fatto questa strana accoppiata, perchè mai come recuperando un disco che forse ci era passato inosservato, ci siamo ritrovati con gli occhi sbarrati sui nostri banchi di scuola, con dei vestiti orribili, a vivere assorbendo tutti i film e la musica del caso. Asciugando il tutto, sia problemidifase che “Donnie Darko” parlano di quel piattume di periferia che ci porta a fare cose folli, ed eccoci qui. Alzate il volume, anche se è notte fonda, e verificate sempre l’esistenza dei vostri amici. 

INTO THE WILD con “I’m calling you” di Henry Beckett

E tra i dischi d’esordio che speriamo davveero non vi siate persi, rientra anche “Riding Monsters” di Henry Beckett, primo full length che arriva dopo un primo EP, un discreto successo che aveva portato il songwriter di stanza a Milano a suonare anche al Miami e un lungo periodo di assenza. Gli ingredienti che rendono riconoscibile questo personalissimo universo che tra le innegabili influenze ha anche Ryan Adams ritroviamo: lunghissime e immaginarie macchinate negli Stati Uniti, serate con la chitarra in mano e un fuoco davanti, incrotri con gli altri, scontri con sè stessi, una cultura musicale invidiabile e la voglia di fare un viaggio interiore. Non a caso abbiamo scelto per questo progetto il film iconico “Into the wild”, che dal 2007 ad oggi continua a raccogliere sognatori che criticano la società, rimangono da soli ma continuano a cercare e desiderare qualcuno di simili. Per chi non lo sapesse: un ragazzo lascia tutto, famiglia e studi, per un viaggio incredibile e in solitaria attraverso gli States, la colonna sonora del film firmato da Sean Penn, in quel caso, è di Eddie Vedder, ma forse anche un Henry Beckett non sarebbe suonato troppo male. Se avete in programma di passare un’afosa estate a Milano, e avete bisogno di evadere, ma non avete tre ore per vedere Into The Wild, questo “Riding Monsters” potrebbe essere la compagnia giusta.

STRANIZZA D’AMURI con “Le vite degli altri” dei NOLO

Esordio alla regia di Fiorello, “Stranizza d’amuriè piccola storia del profondo sud, di un amore che esplode e fa anche rumore. Il film si ispira al delitto di Giarre, ma troppo spesso durante la visione ci si lascia trasportare dalle immagini e sentimenti, si dimentica che tanta bellezza potrebbe esser stata anche reale. Due ragazzi si conoscono, e si amano, nonostante tutto intorno a loro si sforzasse di farli sentire sbagliati. Ciò che più colpisce, oltre alle call me by your name vibes, è questo confronto costante con le vite degli altri, ci sono tutti i noi e loro del caso, gli sguardi e i confronti. Oltre a consigliarvi questo film, che forse troverete ancora al cinema, vi rimandiamo anche a “Le vite degli altri, per l’appunto, uno dei singoli di NOLO: n piccolo manifesto generazionale di periferia sulla paura suscitata dal futuro e dalle scelte. Un brano e un film dedicato a chi si nasconde, a chi ha paura di essere meno degli altri, a chi sta stretta Milano e qualsiasi altra casa. 

UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARA’ UTILE con “Disco Crisco” della Croce Atroce

Possiamo spiegare, e lo faremo. Un giorno questo dolore ti sarà utileè un film diretto dal nostro Roberto Faenza, ispirato dall’omonimo romanzo di Peter Cameron, piccolo manifesto generazionale per chi non sa che strada prendere, e punto di riferimento virale per l’esercito dei libri di Tik Tok. In sintesi: un ragazzo, forse omosessuale, forse tante cose, non sa cosa fare della sua vita, l’università gli sembra una scelta convenzionale che non lo rappresenta, vorrebbe passare le giornate a leggere in una grande casa isolata e poco altro, il rapporto con i genitori si limita all’informarli sulle sue preferenze sul menù del ristorante, il suo unico punto di riferimento una nonna che, inevitabilmente, sta per andarsene. Cosa c’entra tutta questa incertezza adolescenziale con la Croce Atroce? Una drag fuori dagli schemi, ed anima del Toilet di Milano, ha di recente pubblicato il suo nuovo album dal titolo “Disco Crisco”. E visto che noi di “Un giorno questo dolore ti sarà utile” non abbiamo un seguito, ce lo siamo immaginati qui, in un disco pieno di ironia, allegria sfacciata, glitter e tanti amici. E se dobbiamo immaginare l’utilità di un dolore adolescenziale, forse vorremmo che fosse utile a fare di una vita una festa continua, un po’ come ci immaginiamo la vita della Croce.

L’UOMO CHE CADDE SULLA TERRA con “Risponde Male” di Nickel Kosmo

E per concludere, c’è un piccolo film che, basti la presenza di David Bowie nel cast, è diventato un cult, L’uomo che cadde sulla Terra. Un alieno, inevitabilmente bellissimo, una storia d’amore assurda, una sequenza infinita di visioni psichedeliche che aiutano il protagonista a gestire le proprie emozioni. E di questo film del 1976 bisogna che vi raccontiamo una cosa: David Bowie, che appunto interpreta l’alieno che cadde sulla Terra con un passaporto britannico, scrisse una colonna sonora ad hoc per la pellicola, poi scartata a favore di quella che poi divenne la colonna sonora ufficiale. A quanto pare, ciò che Bowie aveva proposto era troppo “strano” e fuori luogo per un film che comunque aveva pretese hollywoodiane. E se vi andasse di giocare un po’ con noi, vi consigliamo di andarvi a recuperare il lavoro di Nickel Kosmo: un nome d’arte, un personaggio, un alieno che vaga tra noi, tra jazz e follie elettroniche, le tracce del disco sono state create da Flavio Zanuttini e poi elaborate, modificate ed espanse grazie alla collaborazione con Michele Bonifati che ha coordinato la produzione artistica. Questo importantissimo procedimento, condotto a distanza tra Udine e Modena, ha permesso di definire al meglio l’mmaginario sonoro di Nickel Kosmo, un alieno che cadde sulla Terra e che potrebbe fornirci la giusta colonna sonora. David Bowie, sovversivo e alieno, avrebbe apprezzato. 

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