È da poco uscito per Futura Dischi il nuovo EP di clauscalmo, Record. Un episodio intimo, che vede nella title track la sintesi di quell’intimità, armonia e intensità che permeano l’intera riproduzione del disco.
Ciao Clara, come stai? È da poco uscito il tuo EP “Record”: quali sono le tue sensazioni riguardo a questi brani, ora che sono usciti e diventati un po’ di tutti?
Ciao, sto discretamente, grazie. Non so bene come percepisco queste canzoni ad oggi, perché abbiamo prodotto e ripreso il disco in un lasso di tempo stretto e fitto, durante il quale le ho ascoltate tantissimo ininterrottamente. Non credo di aver raggiunto la neutralità necessaria per pronunciarmi in termini oggettivi, forse è irraggiungibile. Sicuramente ne conosco tutti i difetti a menadito, come i pregi. Penso di voler loro un po’ bene.
Come e quando nasce il disco come concept e come intenzione? Viste le tue tante esperienze precedenti a questo album, è difficile considerarlo un debutto. Come lo vedi tu all’interno del tuo percorso musicale?
Mi sono detta “faccio un disco” a settembre 2019, anche se l’idea di clauscalmo è nata con Riviera Rivoli circa un anno e mezzo indietro. Sia prima che dopo ci è voluto un po’. Sulla linea del tempo lo metto più o meno dove sono io adesso: stadio umano mezzo adulto che lotta per diventare adulto pieno e percepirsi tale. È una cosa che ho fatto un po’ da sola e un po’ appoggiandomi ad altre persone, tra il momento in cui ho deciso che lo avrei fatto e quando è uscito sono successe tantissime cose. È sigillo di un momento che sto attraversando per crescere, di esperienza concreta della mia realtà insomma.
C’è una canzone che all’interno del disco si sveste in una versione unplugged, è la title track Record. Ci racconti questo brano? Da cosa nasce la scelta di inserire entrambe le versioni?
Record è la traccia titolo perché la ritengo una buona sintesi. Ha dentro un sacco di accordi e un sacco di parole, come quando devi dimostrare qualcosa a tutti i costi. Infatti quando l’ho arrangiata volevo dimostrare di saper scrivere per tutti gli strumenti ed è venuto fuori un muro armonico densissimo, accentuato dalla produzione di Giacomo, imponente, nitida, chirurgica nei dettagli. Mi stava stretto del pezzo venisse fuori solo questo, così mi sono impuntata per registrarne una seconda versione per come era stato scritto, in presa diretta. Volevo passasse che non solo è possibile essere più cose contemporaneamente, ma che spesso questa è una condizione esistenziale imprescindibile, costantemente insabbiata nella narrazione dominante.
Di questo disco dici che “come me muta forma e può passare da baccano fortissimo a non detto”: come si scrivono e quali possono essere le ispirazioni per canzoni con questo potere?
Come si scrivono non lo so. Dubito ci siano ricette universali, tranne per quello che include la teoria musicale ovviamente, ma anche lì dipende da come la si adatta. Queste canzoni sono così perché dentro ci sono io ed io così mi sento: mutaforma. Ma ciò riguarda me. Forse il punto non è cosa veicolano o che cosa evocano, ma che per scrivere canzoni che parlino davvero di cosa sta succedendo bisogna prendersi uno spazio per sentire cosa sta succedendo. Si capisce? Nel mio caso quindi vale la pena rivendicare un certo diritto all’introspezione. Non so se abbiano un potere e di che genere sia, ma per me sono di grande aiuto.
Sei sulla sedia di regia e devi creare la situazione perfetta per l’ascolto del tuo disco: soggetto, luogo, momento della giornata. Vai.
Per tutti i dischi questa cosa cambia con l’umore e le circostanze direi. Per i primi ascolti la mia regola è ricavare uno spazio in cui stare per conto proprio, senza interferenze esterne, preferibilmente al mattino o a tarda sera. Invece ascolto un sacco di comfort music in bici (anche se lì sopra non si dovrebbero mettere le cuffie, resto una terrona sprezzante del pericolo). Certo Record non è un disco che ascolterei volentieri a una festa, questo no. Ma chi può dire sia lo stesso anche per voi!
Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi mesi di clauscalmo? Come ti immagini possano trasformarsi queste canzoni in live?
In realtà queste canzoni hanno avuto prima i concerti full band, poi la vita digitale, perché volevo spezzare un po’ di pattern tipici che non mi sento bene addosso. In ogni caso ora sono divisa tra i miei rudimentali mezzi di pre-produzione e il progetto di alcune date riarrangiate per duo. Se vedrete clauscalmo dal vivo nei prossimi mesi, quindi, sarà in una formazione di due persone. Mette alla prova perché Record è pieno zeppo di strumenti; sarà divertente.
