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Interviste

Intervista a OLI?

scusa” è il nuovo singolo di oli?, primo capitolo di una nuova fase musicale dell’artista. Il giovane cantautore, dal songwriting elegante ed emotivo, scrive e compone un brano che parla di un tema più che mai attuale: quello dell’abuso emotivo all’interno di una relazione tossica.

La copertina del tuo nuovo singolo evoca insieme al testo un immaginario molto potente: sembra di essere in una scena del crimine. Da dove nasce l’ispirazione e dove hai trovato la forza per scrivere “scusa”?

‘Scusa’ nasce da una storia vera, che, come sempre, sento il bisogno di incastrare in una canzone, per riuscire a leggerla e reggerla con una forza diversa. Nel testo ho voluto inserire colori vividi e scomodi, che a tratti richiamassero, appunto, una scena del crimine, perché in amore si muore spesso, mai abbastanza.

Il singolo è accompagnato da un visual video che riprende l’immaginario della cover? Puoi rivelarci qualche dettaglio?

Sì! Il visual riprende la cover, o viceversa. L’obiettivo era quello di comunicare in un ambiente casalingo, lo sbiadimento di uno dei due, che quasi diventa parte dell’arredamento. Nel video vedrete una ragazza che ‘ha negli occhi il mare’ (@almostfiorentina) e io ‘ho voglia di affogare’.

La canzone parla di un tema estremamente delicato e attuale: quello dell’abuso emotivo all’interno di una relazione tossica. Credi nella funzione terapeutica della musica?

Credo nella funzione terapeutica e comunicativa della musica. Se non fosse per lei, non so se ora starei rispondendo a queste domande. Credo che l’arte, in generale, come mezzo di espressione interiore, possa salvare la vita (propria e altrui).
Riusciresti a fare un esempio di una canzone, un album o un progetto artistico che ti ha dato una mano in un momento difficile? Ho letteralmente consumato il primo album dei The1975 (self-titled). Mi ha dato una visione del mondo opposta rispetto a quella che avevo in quel momento e mi ha fatto fare una virata che mi ha permesso di evitare l’iceberg.

Hai lavorato insieme a Riccardo Scirè, uno dei producer più richiesti del panorama italiano. Che cosa ha ispirato il sound pop-punk di “scusa”? E’ nato prima il testo oppure la base? Avete dei gusti musicali in comune?

Raccontaci qualcosa della vostra collaborazione… È anche dai gusti musicali in comune che è nato il nostro rapporto di lavoro/amicizia. Riccardo è un amico, un fratello e poi un pop-punk kid che si è fatto strada nel mondo delle produzioni pop a forza di sportellate. Musicista fenomenale e manager coi controcazzi. Siamo passati, attraverso questa passione in comune per le chitarre distorte, dall’essere compagni di studio a compagni di squadra. Sono finito in studio da lui in qualità di autore per un altro artista e da lì Ric mi ha chiesto se avessi brani miei. Da quel giorno lavoriamo insieme.

Con “scusa”, si apre un nuovo capitolo della tua carriera. Cosa ci possiamo aspettare dal futuro? Riesci a darci qualche anticipazione?

‘Scusa’ rappresenta per me una prima virata verso un pop che sa raccogliere diverse influenze. Il pop-punk è stato il genere che mi ha avvicinato alla chitarra e al songwriting quando avevo 12 anni e ho voluto ripercorrere, dunque, con lui il mio primo amore. Questo è però solamente il primo capitolo di un libro tutto da scrivere.

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