Todays Festival – 24 agosto 2018: THE WAR ON DRUGS, KING GIZZARD AND THE LIZARD WIZARD, BUD SPENCER BLUES EXPLOSION e INDIANIZER
Articolo di Stefania Clerici – Foto di Oriana Spadaro
Sta finendo l’estate o comincia un nuovo anno? Me lo chiedo ogni anno a Torino al Todays Festival, la rassegna di musica indipendente che mi accoglie negli ultimi giorni di agosto, in una città ancora vuota e silente che si anima di vibrazione nell’area periferica di Borgo Vittoria, tra parchi, strutture industriali, ex fabbriche e docks riconvertiti a spazi alternativi.
Per questo quarto anno sono attese più di 10 mila persone, la line up presentata è ambiziosa e mescola leggende internazionali a nuove stelle italiane in un mix piacevole di sonorità eclettiche. Si è partiti ieri pomeriggio con gli Indianizer, quartetto psiconauta composto da da Riccardo Salvini (voce, chitarra – già leader dei Foxhound), Gabriele Maggiorotto (batteria), Salvatore Marano (bass synth, tastiere) e Matteo Givone (chitarra, voce). Sound acido e sintetico, avvolto da un ritmo costante e ossessivo, cantano in inglese, spagnolo e una lingua inventata, regalando un’ora di live tra brani tratti dal nuov album Zenith e selvagge improvvisazioni di jam session. Imprevedibilmente piacevoli.
È poi la volta del duo alt-rock BUD SPENCER BLUES EXPLOSION, al secolo Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio, che tornano dopo 4 anni di assenza a Torino per un live intenso e coinvolgente in cui si ripercorre il percorso musicale dei due, dal 2007ad oggi, passando da Duel a brani più nuovi tratti dall’ultimo album Vivi muori blues ripeti, uscito lo scorso marzo. Sul gran finale spinto e psichedelico della cover di Hey Boy Hey Girl dei Chemical Brothers si respira l’essenza del duo: contaminazione ed esplosione per musica di qualità.
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Poco dopo le 20 il palco è pronto ad accogliere i talenti australiani dei KING GIZZARD AND THE LIZARD WIZARD, una delle formazioni più imprevedibili di questo Festival: attivi solo dal 2010, hanno realizzato ben tredici album, dei quali cinque solo nel 2018. Con un sound che fonde garage, freak folk, prog, surf, jazz fusion ed heavy metal, la formazione, guidata dal polistrumentista Stu Mackienze, è diventata in poco tempo un cult del rock psichedelico. Un live intenso ed energico che fonde i suoni dei Tame Impala con l’acido dei B-52 e gli eclettici pazzi Flaming Lips, dando vita ad un genere garage-psych-rock molto tecnologico ed interessante. Un inizio in jam session, a metà tra soundcheck e setting degli strumenti caratterizza il loro ingresso sul palco, per poi decollare in suoni vertiginosi e cattivi tratti dagli album Murder of the Universe e Polygondwanaland e I’m in Your Mind Fuzz.
Il buio è calato nel grande giardino dello Spazio 211 e sotto il palco sono tutti radunati per ascoltare gli headliner della giornata: THE WAR ON DRUGS. La band di Adam Granduciel e Kurt Ville parte a mille con Baby Missiles per poi entrare nel vivo del live con molti pezzi tratti dall’album di successo “A Deeper Understanding”: Pain Strangest Thing, Nothing to Find e Up All Night, intervallati da successi più vecchi, come An Ocean in Between the Waves e Eyes to the Wind.
Tra noisy ending di molti brani e l’infilata tutta spinta che rende omaggio a Lost in the Dream con Red Eyes, In Reverse e Under the Pressure cresce l’intensità del live che però tra il pubblico del Todays non riscuote largo consenso: molti sono quelli che si spostano nell’altra location dell’Ex Fabbrica Incet per i Coma Cose; mentre sottopalco si canta, tra le ultime file e nel prato il live viene ascoltato ma poco vissuto come il gruppo si meriterebbe. Su In Chains, tirata lunga e con intro ed end da brividi, si chiude la performance dei War On Drugs. Niente bis o remise, alle 23.15 si chiudono le casse, come da scaletta.
Stasera si replica con Daniele Celona, Colapesce, Echo & The Bunnymen, i Mogwai (che sostituiscono, all’ultimo, i My Bloody Valentine) e una festa lunga tuta la notte Mouse On Mars, Cosmo, Acid Arab e Red Axes. Stay tuned!
