Un lavoro complesso, articolato, che di certo non brilla e non colpisce al primo ascolto, ma ti entra dentro la testa pian piano, come il rumore costante di un martello pneumatico. Proprio le sonorità grezze e graffianti rendono particolare il quinto album in studio della rock band Genovese dei Meganoidi. L’esordio non è di certo di quelli alla “Negrita”, vista la tendenza ska e punk che caratterizzavano i primi demo, ma il percorso intrapreso dal gruppo ligure si avvicina sempre di più al rock dei primi anni ’90 che risuonava prepotente nelle radio della nostra penisola.
“Welcome in Disagio”, questo il titolo dell’album uscito lo scorso 6 Aprile, presenta 11 tracce dalle sonorità grintose e avvolgenti. Il modo in cui vengono eseguiti i pezzi, sia sul cantato che sullo strumentale, ricordano vagamente lo stile dei Marlene Kunz, ai tempi di Catartica. Soprattutto la registrazione non presenta suoni puliti e chiari, e questo particolare regala al disco un tocco di originalità.
La linea guida e il tema principale di “Welcome in Disagio” rimangono nascosti anche dopo vari ascolti dell’album; i brani non presentano parole dirette che evidenziano il nocciolo della questione, ma solo allusioni e frasi “in codice”, che lasciano la libera interpretazione del significato.
Nonostante il nuovo sound intrapreso, in alcuni brani si nota il legame con lo ska: “Quello che ti salta in mente” e “Milioni di pezzi” sono solo alcuni esempi, perché presentano strumenti a fiato che caratterizzano questo genere. Un ottimo mix, che mantiene intatto il filo conduttore con il passato.
Un lavoro che risalta all’orecchio, soprattutto per la scelta della band di non puntare su temi di attualità o tematiche principali. Una scelta coraggiosa che poteva diventare un’arma a doppio taglio, ma che invece potrebbe risultare una scelta vincente, in grado di avvicinare molti più ascoltatori, rimasti delusi dall’ultimo lavoro “Al posto del Fuoco”.
“Welcome in Disagio” uscito in concomitanza con il Tour 2012 della band, è stato presentato a Perugia, riscuotendo un discreto successo, sperando che lo stesso riscontro ci sia anche nelle date successive , a partire dalla tappa romana al “Circolo degli Artisti”.
Patrick Iannarelli
Marco
19/04/2012 at 10:09
Recensione frettolosa e superficiale.. il gruppo è molto importante nel panorama italiano, e anche questo sito non è male.. per fare una recensione degna di nota bisognerebbe ascoltare bene le produzioni precedenti dei meganoidi, e anche dei generi a cui si fa riferimento (la citazione di Catartica è quantomeno fuori luogo, a mio parere).
L’evoluzione del sound rock italiano è molto più di marlene, afterhours, negrita. Da un sito del genere ci si aspetta che questo venga fatto capire. Se leggo una recensione lo faccio per avere spunti nuovi..
leo
16/05/2012 at 12:38
E’ il gruppo autoprodotto più importante che abbiamo in italia, più grande di gruppi prodotti da major, e questa recensione non rende giustizia ad un capolavoro! imparate ad ascoltare i dischi BENE.