Articolo di Stefania Clerici | Foto di Roberto Finizio
Arrivano a Milano per l’unica data italiana i Tame Impala e l’arena del Market Sound si trasforma in una grande discoteca a cielo aperto, in cui si salta indietro di 40 anni e i ritmi del pop rock psichedelico del visionario Kevin Parker colorano la serata.
Sono da poco passate le 21.30 quando si comincia sulle note di Nangs, che riceviamo come una dichiarazione d’intenti: sballatevi e divertitevi, vivete questo concerto come sotto l’effetto del gas esilarante delle omonime bombolette, e… lasciate che succeda quel che deve succedere, ecco appunto che arriva Let It Happen. Subito si sparano coriandoli, il sole non è ancora calato e l’atmosfera da tramonto alla Café del Mar mi investe.
Certo, mancano i surfisti australiani, l’oceano e il profumo di sale, sarebbe troppo chiedere tanto nella mia città, ma si entra nel live a pieno ritmo.
La setlist scelta da Parker e i suoi comincia un’altalena, un po’ come i ritmi stessi on stage, tra l’ultimo lavoro in studio Currents con pezzi come The Moment, Eventually e la funky The Less I Know The Better, mixati ad evergreen che hanno fatto la storia di Innerspeake e Lonerism, come Elephant e Apocalypse Dreams, che, nonostante siano nel tempo e nel mood piuttosto diversi, si accostano naturalmente alla scaletta molto più psych-rock centrica, in cui musica elettronica e synth sono gli assoluti protagonisti, mentre corde (vocali e chitarre) passano in secondo piano.
Luci superflashate, fumi sul palco, proiezioni di visual da effetti stroboscopici, coriandoli sparati a festa, i cinque dietro al sempre scalzo e scanzonato Parker si destreggiano alla grande. Sotto palco è grande festa, soprattutto quando tutto si colora di arcobaleno e ghirlande e coriandoli inebriano la folla tutta a mani alzate e in gioia.
Non mancano poi intermezzi più soft e ballad, sempre briose e colorate sul finale, tra Oscilly, It Is Not Meant to Be e con la remise aperta da Feels Like We Only Go Backwards e la conclusione di quasi 2 ore di live con New Person, Same Old Mistakes (ahi ahi ahi, NDR).
Chi l’ha detto che la psichedelia debba essere acida? Condita dal sound pop d’oltre-emisfero dei Tame Impala ci si può anche prendere bene, alla faccia del ormai blasonatissimo indie-rock che tanto mi piace e che continuerò a seguire perché rock is rock, ma allontandosi dalle classiche definizioni di generi, ci sono suoni che ti entrano nel corpo come vibrazioni, e ieri sera good vibes su Milano.
Senza troppe pretese, leggeri, disimpegnati e scanzonati i Tame Impala sono questo: a metà tra passato e futuro, nostalgici, sospesi e magici.
E non a caso sulle terrazze del Market Sound la serata si è conclusa con il mago Dynamo ha regalato un aftershow d’eccezione a base di trucchi e giochi di prestigio! Quando si dice il caso…!
TAME IMPALA – scaletta 5 Luglio 2016 – Milano
Nangs
Let It Happen
Mind Mischief
Why Won’t You Make Up Your Mind?
Why Won’t They Talk to Me?
The Moment
Elephant
The Less I Know the Better
Daffodils (Mark Ronson cover)
Eventually
Yes I’m Changing
Alter Ego
Oscilly
It Is Not Meant to Be
Apocalypse Dreams
Feels Like We Only Go Backwards
New Person, Same Old Mistakes
