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Reportage Live

SIOUXSIE Sioux a Milano: meravigliosa creatura goth

A distanza di dieci anni dalla sua ultima performance Siouxsie Sioux ha fatto ritorno sui palchi. Nel corso dello show, l’artista ha eseguito dal vivo sia brani dei Siouxsie and the Banshees che canzoni del suo repertorio solista.

Siouxsie Sioux in concerto
Siouxsie Sioux - Foto Credits Stefano Masselli

Articolo di Chiara Amendola | Foto Credits Stefano Masselli

Siouxsie Sioux, la musicista uk meglio conosciuta come voce della formazione Siouxsie & The Banshees, ha suonato l’ultima volta dal vivo al Meltdown festival di Yoko Ono nella Royal Festival Hall di Londra nel 2013.

Dieci anni dopo   la “maschera” per antonomasia del dark-punk, icona dei darkettoni e degli adoratori del rock tetro e depresso, torna sul placo per un one woman show destinato a rimanere nella storia.

Anche se i suoi capelli sono diventati più docili rispetto ai tempi d’oro e ha sostituito gli stivali alle ginocchia con delle scarpe da ginnastica più sensate, posso senza dubbio confermare che la sua presenza sul palco è ancora piuttosto ammaliante anche se la mia esperienza ha come background solo video di sue esibizioni pescati su Youtube.

Sono le 21:15 e il teatro degli Arcimboli di Milano risuona degli applausi scroscianti di una folla impaziente quando Siouxsie finalmente emerge, accattivante e provocatoria, adornata da un’eterea tuta color argento ed emanando un’aura di eleganza senza tempo. La sua voce è maturata in un registro afoso e fumoso, la sua abilità teatrale è magnetica come sempre. È una gioia rivederla e vederla per la prima volta dal vivo mentre asseconda il pubblico con i suoi iconici calci alti e la sua sardonica arguzia.

Siouxsie Sioux | Foto Credits Stefano Masselli

Lo show prende il via con la potente “Night Shift“, una canzone sull’orribile tema del femminicidio, seguita da “Arabian Knights“, scritta più di quarant’anni fa ma ancora oggi struggente. “Cities in Dust”, che dal vivo suona meglio della versione in studio, ha come sottofondo un filmato di un’eruzione vulcanica, che amplifica il messaggio sulla minaccia di una guerra nucleare.

Siouxsie si conferma fenomeno “sociale” del rock facendo da ponte tra il prima punk e il poi dark, affrontando tematiche importanti, sul palco la sua voce è ancora lugubre, roboante, ipnotica sensuale e la sua presenza scenica tetra, aggressiva e inquietante.

Vivo male i primi 20 minuti dello show ripetutamente interrotto dai faretti delle maschere del teatro impegnate a far spegnere i telefoni a chi – nonostante il veto pre-serata da parte del management – prova comunque a rubare contenuti del concerto. Nelle prime file boomer over 50 che insultano addetti ai lavori, qualcuno sbeffeggia i giovani ragazzi facendo smorfie, qualcun altro usa toni forti, nel mentre nessuno si gode appieno lo spettacolo pur di avere 15 secondi di registrato sul proprio telefono.

Il paradosso contemporaneo.

Finalmente “Happy House” fa scattare tutti dalle sedie in morigerati e goffi passi di danza, dimenticando per un po’ i telefoni, mentre “Sin In My Heart” vede Siouxsie impugnare la chitarra in un’interpretazione cruda ed emotiva da togliere il fiato.

“Spellbound” – ultimo pezzo della setlist – è stata a dir poco elettrizzante. Il modo in cui Siouxsie domina il palco lascia il pubblico incantato e quando le note finali del pezzo si spengono, la folla esplode in grida e applausi assordanti, chiedendo ancora di più.

Nessuno è pronto per il bis.

Siouxsie Sioux | Foto Credits Stefano Masselli

“The Passenger” viene accolta con incredulità ed euforia, la famosissima cover di Iggy Pop non è mai stata eseguita dal vivo con i Banshees, l’eccitazione nell’aria è palpabile e quando la band si lancia nelle prime note Siouxsie svetta con la sua voce sopra la musica. L’aggiunta della tastiera e delle immagini di auto d’epoca sullo sfondo rendono la performance davvero speciale. Il pubblico è sbalordito ed entusiasta allo stesso tempo e ringrazia con ovazioni selvagge.

Purtroppo – dopo questo momento di estrema estasi – Siouxsie lascia il palco senza salutare e negando ai presenti “Peek-a-Boo” e “Hong Kong Garden” in scaletta nei primi due spettacoli del tour europeo.

Qualcuno parla ironicamente di “coito interrotto” e c’è un po’ di amarezza nei commenti finali. Nonostante ciò siamo tutti della stessa idea: la voce di SIouxsie ha senza dubbio superato la prova del tempo risuonando ancora tra i fan a distanza di decenni.

Torno a casa con una magra consolazione, immaginando che questa piccola defezione sia solo un “finale aperto” in attesa di un nuovo ritorno della regina.

Siouxsie Sioux – La scaletta del concerto al Teatro degli Arcimboldi di Milano

Night Shift
Arabian Knights
Here Comes That Day
Kiss Them for Me
Dear Prudence (The Beatles cover)
Face to Face
Loveless
Land’s End
Cities in Dust
But Not Them
Sin in My Heart
Christine
Happy House
Into a Swan
Spellbound

Encore:
The Passenger (Iggy Pop cover)

Written By

Cinefila e musicofila compulsiva. Quando qualcosa mi interessa non riesco a tacere.

3 Comments

3 Comments

  1. Gian Franco

    09/05/2023 at 11:27

    Cara Chiara per me la voce di Siouxie non ha assolutamente superato la prova del tempo e neanche quella della decenza, opinione mia e di una ventina di sfortunati e torturati spettatori.

    Saluti
    Gian Franco Fresi

  2. Francesco

    10/05/2023 at 15:03

    Mi sembra una recensione più da Vanity Fair che non da rivista musicale. Sarebbe bello leggere un giudizio sul concerto e non sullo show.
    Saluti.

  3. Giabludrums

    10/05/2023 at 15:07

    Sardonica arguzia? Che c’entra con la musica?
    Ma il concerto come è stato? Non si capisce nulla, ma cosa scrivi?
    E questa sarebbe una recensione?

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