Articolo di Philip Grasselli | Foto di Marco Arici
Il concerto dei Simple Plan al Fabrique di Milano è stato la prima occasione (del 2024) davvero ghiotta per noi Millennial di sfoggiare il nostro assetto da «tu manco eri nato quando avevano cantato “Welcome to My Life”». Perché, sì, è stato semplicemente un enorme ed ingestibile flusso di coscienza: com’è possibile che abbiano tutti più di 40 anni? Non ne hanno ancora 24?
Questa data meneghina è sold-out da tempo e già si vede dalla lunghissima coda che costeggia lungo il marciapiede di via Gaudenzio Fantoli: più di tremila sono state le persone che hanno avuto l’accesso al Fabrique.
La prima apertura per AIR YEL
La novità delle tappe europee dell’Hard as Rock Tour è una terza linea di “opening acts”: è AIR YEL (da leggersi semplicemente “Ariel”), che intrattiene il pubblico per la prima mezz’ora, con tutti i suoi singoli più qualche cover dei Paramore e dei Coldplay.
L’esperienza dei Mayday Parade
I wish you could have seen us
Mayday Parade – Jamie All Over
Begging for change to get home
Or at least San Francisco
Let’s put a ten on the high card
And spend a summer on the West Coast
Come piccola inversione di programma, hanno anticipato gli storici Mayday Parade, già ben noti al pubblico italiano (come nel febbraio 2016 al Legend Club di Milano), e grandi trascinatori del primo periodo emo di stampo mainstream. La fetta di pubblico un po’ più “adulta” sembra destreggiarsi meglio con i testi tratti dai loro primi tre album, eppure, in un paio di brani, anche i più giovanissimi sono stati trascinati nell’ondata. Dalla calda Tallahassee, Derek Sanders e i suoi compagni hanno compiuto la missione di rendere il Fabrique ardente come la Florida.
Chiusura dell’opening act con i State Champs
Ride tonight with just sound
State Champs – Just Sound
Up too high to come down
With your face reflected
We’ll stay connected
Till it comes back around
Con gli State Champs si chiude la lunga tornata di band di apertura: dieci brani, da “The Finer Things” del 2013 alla loro ultima uscita della prima metà del 2022, “Kings of the New Age”, il mood pop-punk dell’arena oramai colma di persone trova il suo primo apice. Alcuni dei membri della band della molto più fredda Albany si ripresenteranno sul palco insieme ai Simple Plan verso la fine del concerto.
Il momento più atteso: Simple Plan
Il momento clou scocca esattamente alle 21:35, con l’intro di Star Wars composto dall’immenso John Williams (tra l’altro fresco di cinquantaquattresima candidatura ai premi Oscar) e l’ingresso dei quattro membri dei Simple Plan: Pierre Bouvier, Jeff Stinco, Sébastien Lefebvre e Chuck Corneau. Ed è già old style con “I’d Do Anything”, prima traccia del loro primo album (del 2002), “No Pads, No Helmets… Just Balls”, ma anche con “Shut Up!”, tratta da “Still Not Getting Any” che compie, quest’anno, vent’anni.

Ciao Milano! Siete incredibili!
Pierre Bouvier al pubblico del Fabrique
Questo è uno dei tanti tentativi riusciti di comunicare in italiano da parte del leader dei Simple Plan, quasi ad ogni singolo brano: l’amore per l’Italia sprizza da tutti i pori e questa tappa al Fabrique è solo la prima, poiché ritorneranno insieme ai Sum 41 e Avril Lavigne all’Ippodromo Snai di Milano il 9 luglio 2024, durante gli I DAYS.
Solo un brano in scaletta è tratto dalla loro ultima uscita, “Harder Than It Looks”, per il resto è quasi un grande revival degli anni passati, anche sull’onda della nuova rivisitazione dell’alternative rock e dell’emo pop, iniziato l’anno scorso, e che sicuramente proseguirà anche quest’anno. AIR YEL torna sul palco a duettare con i Simple Plan per “Jet Lag”, originariamente col feature di Natasha Bedingfield, giusto poco prima del culmine chiamato “Welcome to My Life” e “Summer Paradise”.
‘Cause I remember every sunset
Simple Plan – Summer Paradise
I remember every word you said
And we were never gonna say goodbye
Singing la-da-da-da-da
Le sensazioni sono indescrivibili: la corsa a casa da scuola a sintonizzarsi sull’otto per vedere MTV, quella tutta musicale; il volume che alzi nelle cuffie dei primi lettori MP3 per evitare le sgridate continue con i tuoi genitori; i pomeriggi passati, con fierezza, a creare i nostri primi mixtape su CD o sulle ultime musicassette.

Il medley (con qualche problemino…)
Scavalcata la metà, sbuca fuori anche un collage con tre pezzi base degli Smash Mouth (“All Star”), di Avril Lavigne (“Sk8er Boi”) e dei The Killers (“Mr. Brightside”), il cosiddetto “Party Medley”: qui invece s’è accesa la modalità festa con gli amici la prima volta che magari hai casa libera dai tuoi genitori. Purtroppo, a metà di “Mr. Brightside”, una brusca interruzione del concerto è stata inevitabile per soccorrere un fan colto da malore.
Accertata la risoluzione di questa spiacevole situazione, il clima gioioso ritorna sul palco del Fabrique con gli Scooby Doo, tra che il quarantacinquenne Pierre Bouvier salta da una parte all’altra come un ventenne (alla facciazza di molti noi millennial che ci lamentiamo dei primi acciacchi con la sciatica). Prima del bis ritornano i leader dei State Champs e dei Mayday Parade, con una degna chiusura sulle note di “Where I Belong”.
Il trionfale bis
I Simple Plan appaiono nuovamente trionfanti sul palco per un secondo medley tratto da ben tre album: “Still Not Getting Any…”, “Simple Plan” e “Get Your Heart On”. In questo contesto, invece, ci troviamo un concerto a parte, la conta dei brani è oramai in tilt. Ciononostante il pubblico non smette di saltare e di lanciare i palloni giganteschi da una parte all’altra. Con “I’m Just a Kid”, pezzo che più ha reso famosi i Simple Plan nell’era dei social della gen-Z, Jeff Stinco si allontana dalla batteria per lanciarsi nel pubblico, con Pierre Bouvier che prende il suo posto tra i tamburi.

Cazzo fai?
Pierre Bouvier rivolto a Jeff Stinco, che ha già capito come parlare in italiano fluente.
Siete fantacci!
Jeff Stinco in risposta. Potrebbe fare meglio? Sì, ma poco importa.
La chiusura “definitiva” è affidata ad un classicone strappalacrime chiamato “Untitled”, con Bouvier che passa subito alla modalità solo chitarra e voce, giusto per non farci mancare nulla. Gli accordi sus2 e sus4 di “Perfect”, l’ultima traccia del loro primo album, sono quelli che rimandano definitivamente alla data estiva.
C’è ben poco da aggiungere, se non gli occhi lucidi a fine concerto, la sensazione di nostalgia che non mi ha abbandonato per tutto il tragitto del 27, l’aver riascoltato tutta la musica dal 2002 al 2008 fino a che non prendessi sonno. Tutto qua.
Clicca qui per vedere le foto dei Simple Plan in concerto a Milano (o scorri la gallery qui sotto).
SIMPLE PLAN – La scaletta del concerto di Milano
Main Title (Star Wars)
I’d Do Anything
Shut Up!
Jump
Jet Lag (with AIR YEL)
Addicted
Me Against the World
Welcome to My Life
Iconic
Summer Paradise
Take My Hand
Astronaut
All Star/Sk8er Boi/Mr. Brightside (Party Medley)
What’s New Scooby Doo?
Million Pictures of You
Wake Me Up (When This Nightmare’s Over)
Where I Belong (with Derek DiScanio & Derek Sanders)
Encore:
Crazy/Perfect World/Save You/This Song Saved My Life (Medley)
Can’t Keep My Hands Off You
I’m Just a Kid (with Ryan Scott Graham)
Untitled (Acoustic)
Perfect
MAYDAY PARADE – La scaletta del concerto di Milano
Oh Well, Oh Well
More Like a Crash
Anywhere But Here
I’d Hate to Be You When People Find Out What This Song Is About
Piece of Your Heart
Black Cat
Kids in Love
Jersey
Jamie All Over
STATE CHAMPS – La scaletta del concerto di Milano
Just Sound
Frozen
Mine Is Gold
Act Like That
Outta My Head
All You Are Is History
Fake It
Elevated
Secrets
Everybody But You
AIR YEL – La scaletta del concerto di Milano
Drive Me Home
Still Into You (Paramore cover)
Yellow (Coldplay cover)
Wondering
Please
All Talk
Hellgirl
