Articolo di Stefania Clerici | Foto di Eleonora Stevani
Un palco che non è un palco ma uno spazio che raccoglie il mondo di Daniele Silvestri. La terra, la band (in cui spiccano Fabio Rondanini alla batteria, Adriano Viterbini alla chitarra e Josè Ramon Caraballo alle percussioni) e i suoi strumenti, per fare ciò che da 25 anni sa fare molto bene: musica.
Per la penultima data del tour nei palazzetti gli ingredienti del successo ci sono tutti: un live che si apre con La terra sotto i piedi dei brani tratti dall’ultimo lavoro in studio con l’infilata di Qualcosa Cambia, Marzo 3039, Complimenti ignoranti e Concime. Si entra poi nella parte “rock” del concerto con Scusate se non piango, Manifesto e Tutti matti, raggiungendo l’apice con la rivisitazione di Precario è il mondo, riarrangiata con un finale “esotico” alla Buena Vista Social Club e un Josè Ramon impegnato in un assolo con El cuarto de Tula.
Un pezzo “necessario”, così viene introdotto L’appello, dedicato a Borsellino e al fratello, ancora in cerca di giustizia dopo anni dalla scomparsa del magistrato nel 19 luglio 1992: le agende rosse si alzano nella platea sventolando il colore della verità unita sottopalco. Dopo un featuring virtuale con Caparezza ne La guerra del sale, ecco salire sul palco Rancore per uno dei duetti più importanti dello scorso Sanremo, e non solo: Argentovivo (con la partecipazione nei visual anche di Manuel Agnelli), un pezzo forte e intenso che è valso il premio della critica e un’attenzione mediatica meritevole sul tema dell’inadeguatezza comportamentale nell’infanzia e nell’adolescenza. Rancore rimane sul palco anche per Il mio nemico che sposa la sua Non esistono, in un featuring di fusione riuscitissimo, per poi prendere la scena con la sua Arlecchino, accompagnata da visual d’impatto.
Si entra poi nella parte più nostalgica del live, introdotta da un video che inquadra il decennio di riferimento: gli anni 90. Arriva una carrellata di pezzi che fanno cantare il Forum: L‘uomo col megafono, Le cose in comune, Hold me, Strade di Francia e Desaparecido, che si fa largo sul Medley del 2000: su Occhi da orientale, inedito del Best Of dello stesso anno, Silvestri racconta che il pezzo era nel suo repertorio da un anni ma venne inciso molto tempo dopo la sua gestazione, arriva poi una rivisitazione di 1000 euro al mese, con Jose Ramon richiamato a centro palco per una sfida in un assolo di tromba senza ricorrere ad alcuna amplificazione. Su A me ricordi il mare ritorna poi on stage Rancore, mentre Monetine chiude la parentesi del 2000.
Dopo questo excursus temporale Silvestri, ritorna su note più lievi: ecco Acqua stagnante e L’amore non esiste, frutto del progetto con Fabi e Gazzè del 2014, seguite da La mia casa, La malinconica Vita splendida del capitano e Tempi modesti. Finita la pausa riflessiva il gran finale è tutto un crescendo con i classiconi di Gino e l’Alfetta e Salirò, cantate a gran voce e accompagnate da coloratissimi visual sullo schermo landscape dietro al palco.
L’encore vede un piano solo sul palco e Silvestri intonare Le navi, su Prima che rientrano sul palco tutti i componenti della band che si preparano per i saluti: La danzereccia Paranza, la giogiona Testardo e il manifesto di Cohiba, che ha sempre chiuso i live del cantautore degli ultimi anni. Con stupore si torna sulle tenui note di melanconia con una delicata Alla fine, che chiude la serata. quasi 3 ore di live, per uno show che conferma Daniele Silvestri uno degli artisti più interessanti da seguire nel nostro panorama italiano.
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DANIELE SILVESTRI – La setlist del concerto di Milano
Qualcosa cambia
Marzo 3039
Complimenti ignoranti
Concime
Scusate se non piango
Manifesto
Tutti matti
Precario è il mondo / el cuarto de Tula (Jose Ramon)
L’appello
La guerra del sale
Argentovivo (con Rancore)
Il mio nemico feat. Non esistono (con Rancore)
Arlecchino (Rancore)
Medley 90: Dove sei, l‘uomo col megafono, Le cose in comune, Hold me, Strade di Francia, Desaparecido
Medley 2000: Occhi da orientale, 1000 euro al mese (Jose Ramon), A me ricordi il mare (feat Rancore), Monetine
Acqua stagnante
L’amore non esiste (dal progetto Fabi Silvestri Gazzè)
La mia casa
La vita splendida del capitano
Tempi modesti
Gino e l’Alfetta
Salirò
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Le navi
Prima che
La paranza
Testardo
Cohiba
Alla fine
