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VAN MORRISON, Moving on Skiffle: il dono della musica. 

Se non è un album perfetto poco ci manca, o anzi diciamolo tranquillamente: non manca proprio nulla a questo Moving on Skiffle di Van Morrison per essere considerato così, ovvero sublime e perfetto nella sua totalità. Da ogni punto di vista.

Sono 23 brani, 23 cover che riprendono la tradizione dello Skiffle music, genere considerato l’origine del rock ‘n roll, quel mix di blues, country, jazz e folk tanto caro al buon Van the Man. Ma il punto essenziale e del perché non si può fare a meno di questo album è che questo album ha la capacità straordinaria di poter cambiare la vostra giornata, in meglio, sia chiaro. Può cambiare la giornata di un musicista, perché i brani sono suonati in maniera straordinaria e non si può fare altro che apprendere. Può cambiare la giornata di chi di musica scrive, perché è un piacere per le orecchie e per il cuore sentire che ancora qualcuno ha questa magnificenza nel fare della musica, è un piacere quasi indescrivibile, a tratti paradisiaco, riuscire a sentire la bellezza, la cura e il rispetto nei confronti della musica stessa, può cambiare la giornata di un operaio e di una casalinga, di chiunque voglia passare del tempo a gioire spazzando via ogni nuvola. Perché basta ascoltarlo. Van, basta ascoltare i suoi musicisti, basta ascoltare e sentire quanta gioia ci sia dentro, dedizione, amore per quello che si fa, gratitudine nell’uso di quel dono impressionante che è la voce di Van.

Certo lo sappiamo, lui è Van the Man ma diciamocelo francamente, nessuno mantiene la voce ai suoi livelli, con quel timbro e alla sua età e se non lo hanno ancora inventato “date un Nobel per la voce a quest’uomo”.

Per come è suonato e interpretato questo Moving on Skiffle, al turbinio di emozioni che riesce a dare e che vi porterà a pensare davvero a quanto la musica sia importante, a quanto possa cambiare il corso dei pensieri negativi che puoi avere in testa, preoccupazioni che ti bloccano, pensare che un album così può aprirti il cuore, dissetare e rinfrescare l’anima ed arrivare a premere il pulsante giusto nella tua testa per essere “vivo” , che neanche un farmaco può arrivarci.

Quanto talento e talenti ci sono in questa album? Quanto amore per la musica c’è? Tutto e tutto di più, perché si sente che Van si diverte e trasmette il divertimento, la gioia, la passione, trasmette l’importanza di fare bene la musica. Quanta classe, quanta bellezza nei suoni, perché non solo la voce ma è un disco suonato alla perfezione. È impossibile non avere e provare gioia davanti all’ascolto di questi 23 brani, impossibile per chi ama la musica.

Van Morrison e suoi musicisti ridanno vita, proprio nel senso pratico del termine a brani di Hank Williams (3 in questo caso), Lead Belly, Big Bill Broonzy, Woody Guthrie, Elizabeth Cotton …ed è un album talmente vivo che riesce a spazzare via qualsiasi forma di polvere e generi dimenticati. Ecco, il termine più giusto per descrivere questo album è quello di essere un album che può resuscitare, vi resusciterà e senza tanta fatica. Un suono collettivo straordinario che va dalla washboard di Sticky Wicket, alla chitarra bluesy di Dave Keary, dal sax dello stesso Van e dai cori  di Crawford Bell, Dana Masters e Jolene O’Hara.

E poi il finale dell’album con nove minuti di musica totale con il brano “Green Rocky Road” di Fred Neil e Dave Ronk, dove la presenza dei violini magistralmente suonati da Seth Lakerman la fanno da padrona e regalano l’ultima gioia della giornata.

Ma non c’è problema perché basta ripartire da capo. Non sono sicura che in molti seguiranno questo suggerimento ma credeteci veramente, Van Morrison ci ha fatto un dono immenso e forse è importante ogni tanto semplicemente dirgli Grazie.

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