Connect with us

Ciao, cosa stai cercando?

Reportage Live

Rock in Riot 2024: La prima giornata del festival di Martinengo (BG)

Ha inizio la dodicesima edizione del Rock in Riot, uno dei festival più hardcore del panorama musicale lombardo. In questo articolo, il report della prima giornata di concerti.

Articolo di Giulio Taminelli | Foto di Anfrea Ripamonti

Come ogni anno, giugno coincide con l’inizio dei grandi eventi musicali. Migliaia di persone si radunano in enormi arene per ammirare e supportare i propri idoli, spesso star affermate e abituate ai grandi palchi di tutto il mondo. Realtà stupende, certo, ma spesso obbligate dalla loro stessa grandezza a mantenere un modus operandi prestabilito, rischiando alle volte di perdere “veracità” e freschezza. Tutt’altro discorso invece va fatto per i festival indipendenti, sicuramente più piccoli ma molto più impegnati nella promozione della musica emergente e di quei generi “di nicchia” difficilmente conciliabili con le realtà maggiori.
Proprio alla ricerca di qualche novità, anche quest’anno sono tornato al Rock in Riot di Martinengo, in provincia di Bergamo, per vedere se anche quest’anno il festival fosse in grado di regalarmi le stesse emozioni della passata edizione (di cui trovate qui il report della prima giornata).
Ma non perdiamoci ulteriormente in chiacchiere e partiamo subito, che le cose da dire sono molte e lo spazio è poco.

Vulbo

Il compito di aprire le danze spetta ai Vulbo, duo dalle spiccate sonorità metal che incontrano però il groove e la sperimentalità delle jam session. Apertura decisamente insolita la loro, con la traccia vocale di Gian Maria Volonté in “La classe operaia va in paradiso” a fare da incipit alla traccia Laxhole. Una partenza che sin da subito ha dato al pubblico la dimensione di ciò che sarebbe andato ad ascoltare. Grandi distorsioni, un ottimo groove e tanta voglia di prog per questa coppia di musicisti. Unica pecca, comunque bypassabile considerando la particolarità dei duo nella scena musicale, la poca volontà di utilizzare il palco nella sua interezza, cosa che a mio avviso avrebbe impreziosito ulteriormente l’esperienza nel suo insieme.

Vulbo in concerto al Rock In Riot di Martinengo foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Pugnale

Secondo gruppo della serata sono i Pugnale, combo bergamasco dalle sonorità black metal e grindcore che è entrato in line up all’ultimo minuto, al pari degli Svetlanas, dopo la rinuncia dei Nebula in seguito al triste e improvviso annuncio della scomparsa del bassista Miguel Rodriguez “Ranch” Sironi.
Guardando tra gli appunti presi durante l’esibizione, trovo come prima frase un “quanta cattiveria” che credo descriva appieno lo stile dei Pugnale.
Pesanti, martellanti e di una cattiveria -appunto per citare il mio appunto- viva, molto più viscerale rispetto alle sonorità quadrate ed asettiche tipiche di molti gruppi del panorama grind.
Dalla batteria, un vero e proprio martello che rimbomba nella cassa toracica dei presenti, a basso e chitarra gravi e graffianti, il tutto sembra predisposto per accogliere il perno sonoro della band, ovvero il cantato scream sporcatissimo che caratterizza i pugnale. Mezz’ora abbondante di grind per questa band orobica che ha tutte le carte in regola per ritagliarsi il proprio spazio nel panorama del metal estremo.

Pugnale in concerto al Rock In Riot di Martinengo foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Horror Vacui

Dopo i Pugnale, tocca ai bolognesi Horror Vacui intrattenere il pubblico del Rock in Riot. La band, di cui abbiamo già parlato in questo articolo scritto in occasione del concerto dei Sunn O))), porta sul palco un post punk dalle tinte goth rock, con una ritmica decisamente all’opposto rispetto a quella dei gruppi precedenti.
Nonostante ciò, la resa generale della serata non ne viene intaccata e, anzi, credo che la presenza di una band dalle sonorità richiamanti generi definibili come “più classici” abbia fatto splendidamente da ponte di collegamento tra la musica dei pugnale e quella degli Svetlanas.
L’esibizione ha un che di onirico. Koppa, cantante e leader della band, non fa nulla per nascondere le influenze di David Bowie nella sua voce ma, in fin dei conti, come dargli torto.
Anzi, è proprio l’utilizzo di uno stile canoro simile a quello del poliedrico artista britannico inserito nel contesto goth a caratterizzare gli Horror Vacui, rendendo unica l’esperienza per il pubblico. Ad onor del vero, va detto prima del concerto avevo paura che la resa di una simile formazione su di un palco all’aperto potesse non essere delle migliori, dato che per stile e sonorità il combo si avvicina di più alle atmosfere buie di club. Invece, con mia gradita sorpresa, gli Horror Vacui si sono dimostrati assolutamente validi ed ascoltabili anche nel contesto di un festival all’aperto, riuscendo ad attirare sempre più pubblico canzone dopo canzone. 

Horror Vacui in concerto al Rock In Riot di Martinengo foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Svetlanas

Infine, il ruolo da Headliner della prima serata spetta agli Svetlanas, band hardcore di origine italiana ma assolutamente di casa negli Stati Uniti.
Il loro è punk scatenato, con forti rimandi ai Ramones ma con una tanto strana quanto convincente deriva verso le figure stereotipiche sovietiche che li rende unici all’ascolto.
Olga Svetlanas, cantante della band, è un vero motore a reazione. Salta, urla, chiama il pubblico in ogni occasione utile e sembra sempre sull’orlo di una crisi di nervi.
Il suo finto accento russo è piuttosto realistico in inglese, mentre prende una piega strana quando passa all’italiano, ma a mio avviso questo contribuisce ulteriormente alla generale atmosfera di follia che si respira durante l’esibizione.
da Go Fuck Yourself a Pyromaniac, i temi distruttivi della band vengono ulteriormente impreziositi da un generale aumento di bpm rispetto alle versioni registrate e ad una batteria molto più calcata e presente. Insomma, per quanto l’assenza dei Nebula dovuta alla tragedia dei giorni scorsi abbia costretto il direttivo a rivedere all’ultimo i piani, la scelta degli Svetlanas si è rivelata vincente sia dal punto di vista musicale, sia da quello dell’intrattenimento.

Svetlanas in concerto al Rock In Riot di Martinengo foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Finito il concerto, mi avvio con una birra e una porzione di Takoyaki presa dal banco street food di fiducia verso il primo tavolo libero e, ripensando alla serata, mi rendo conto di quanto il nuovo palco del Rock in Riot, decisamente più grande di quello della passata edizione e posizionato in una zona con una capienza maggiore in termini di pubblico, abbia contribuito al buon andamento della serata. Oltre ad aver apprezzato la line up della serata, quindi, mi sento di aggiungere che l’impegno messo dagli organizzatori nel voler migliorare dal punto di vista tecnico una situazione già di per sé eccellente è stato il vero punto forte di questa prima giornata del festival.

Svetlanas in concerto al Rock In Riot di Martinengo foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it
Written By

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri anche...

Festival

ROCK IN RIOT, il festival più underground della bergamasca, ritorna con la sua dodicesima edizione, una line-up internazionale e senza precedenti, che farà tremare...

Festival

Line-up completa della decima edizione del MOLTO MALE FEST al C.S.A. Pacì Paciana di Bergamo il 18 Maggio 2024

Reportage Live

Articolo di Michela Ravasio | Foto di Federico Buonanno In questa sera di fine estate, piovosa, ma non ancora abbastanza fresca, il Live di Trezzo si...

Reportage Live

Foto di Andrea Ripamonti | Articolo di Giulio Taminelli Eccoci con la seconda giornata del Rock In Riot.Se la Line Up del venerdì era...