Articolo di Roberta Ghio | Foto di Roberto Finizio
È il Fabrique di Milano ad ospitare, il 4 ottobre, l’unica data italiana degli Suede di questo 2018; la platea tuttavia è di respiro internazionale: non ci sono infatti solo italiani allo show, mentre sto raggiungendo il luogo dell’evento, sul tram e lungo la strada, incontro ragazzi ungheresi, inglesi, un ragazzo tedesco ed insieme formiamo una sorta di “carovana improvvisata” con destinazione Fabrique!
Ad aprire la serata, alle 20.30, è Gwenno, cantante e musicista gallese, che subito mi cattura: non so se per la sua bellezza perfetta ed austera, la sua voce femminile e profonda, il suo abito bianco che assomiglia ad una veste d’altri tempi, i suoi brani in lingua cornica, il suo modo di far fluire la musica nel suo corpo con uno stile di danza quasi primitivo, ma nel mio immaginario sembra arrivare da un libro di mitologia celtica, se non fosse per i ritmi psichedelici e pop che, dai secoli passati, la riportano ai giorni nostri. Quando finisce il suo live ringrazia i Suede per averla ospitata e noi del pubblico e …va via, avvolta da un affascinante alone di mistero.
Sono le 21.30 quando, con qualche luce ancora accesa, lo sento, è lui: il tema musicale di “As One”, brano che fa parte dell’ultimo album “The Blue Hour” uscito il 21 settembre e che mi ha rapito fin dal primo ascolto. Si spengono le luci, uno ad uno salgono sul palco i componenti della band britannica, in mezzo ad una “nebbia bianca” che avvolge tutti loro, mentre l’intro di “As One” si fa sempre più intenso, ricreando quell’atmosfera dark, “gotica”, nel significato che il termine ha in letteratura, in cui mi hanno catapultato quelle note sontuose, fin dal primo ascolto. Ma l’asta che sta aspettando Brett Anderson è lì, solitaria, Brett si fa attendere ancora qualche secondo e… finalmente arriva! Per quasi tutta la durata del primo brano, “As One” appunto, rivolgerà lo sguardo e le parole ad un interlocutore fuori scena, dando quasi sempre il fianco al pubblico, con un’interpretazione sofferta, vissuta con drammaticità e fermi immagine dello stesso Brett che, attraverso i giochi di chiaro scuro, danno ancora più intensità al brano.
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A seguire “Wastelands” e, quando inizia “Outsiders”, la nebbia non c’è più e Brett mi appare in tutta la sua forma, oserei dire, strepitosa: jeans nero, camicia chiara forse a righine, taglio di capelli perfetto, addirittura un pochino abbronzato (o saranno le luci), ma soprattutto, con una carica ed una grinta di chi è lì e vuole dare tutto. E così è. Brett non si risparmia in nulla, non sta fermo un attimo. Domina il palco, vive i brani con grande fervore, salta, si inginocchia, scende tra il pubblico più volte nell’arco della serata e quando non salta e (forse) vuol riprendere fiato, balla, con uno stile accattivante e sensuale, a volte roteando il filo del microfono in modo sexy altre volte in modo virile, ma sempre molto concreto di chi sa quello che fa. La consapevolezza della maturità. Sia dal palco che tra il pubblico, Brett ti guarda negli occhi: per una frazione di secondo incrocio il suo sguardo (voglio pensare sia così) ed è come se mi dicesse “guardami, canta con me, fatti sentire, vivi con me questo momento, io sono qui!”. Illusione? Non importa. Sono certa volesse dare ad ognuno di noi quel messaggio. Una forza, un live composto dai brani dell’ultimo album, ma anche da successi del passato (e sempre presenti) come “We Are Pigs”, “It starts and Ends With You”, “So Young”.
Un momento di respiro Brett se lo prende. La band è uscita, lui è da solo, con chitarra, in acustico, ci propone una accorata versione di “Oceans”, con la sua voce che risuona in un Fabrique muto, in ascolto. Il live termina con “Beautiful Ones” e “Life is Golden”.
Un concerto in cui si sono alternati momenti intimi e “blue” ad altri di energia pura; un Brett Anderson con argento vivo addosso che ha confermato e superato se stesso, magistralmente supportato dalla band. E la voglia di rivederli presto.
SUEDE – scaletta del concerto di Milano
As One
Wastelands
Outsiders
Cold Hands
The Drowners
We Are the Pigs
So Young
He’s Dead
Tides
Roadkill
Sometimes I Feel I’ll Float Away
Heroine
It Starts and Ends With You
Metal Mickey
Trash
Animal Nitrate
Oceans (Brett solo acoustic)
The Invisibles
Flytipping
– – – – – –
Beautiful Ones
Life Is Golden

Paolo
05/10/2018 at 15:41
Bellissimo resoconto. È andata proprio così parola per parola. Una serata assolutamente magica. Forse anche mistica e a suo modo spirituale.
Brava, ottimo pezzo.!
Mattia
06/10/2018 at 13:04
Seguo gli Suede da sempre e anche questo concerto è stato speciale, il tuo racconto mi aiuterà a non dimenticare le emozioni di una serata unica. Se fossi stato capace avrei scritto le tue parole. Complimenti