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Reportage Live

Sono stata al concerto delle WET LEG ma sembrava di essere a uno speed date

La band dell’elogio alla sedia a sdraio approda a Milano per la prima volta.

Wet Leg in concerto ai Magazzini Generali di Milano. Foto di Davide Merli per www.rockon.it

Articolo di Chiara Amendola | Foto di Davide Merli

In un umidiccio martedì sera, mi sono unita a una lunga fila di fan impazienti – in look eccessivamente overrated per il contesto – che si sono organizzati in tempo per assistere allo spettacolo della seconda band più famosa dell’Isola di Wright (ma facilmente più cool dei Level 42).

Dopo un giusto ritardo e numerosi gin tonic della sottoscritta le Wet Leg salgono sul palco e non fanno una piega, iniziano lo show con la martellante ed energica “Being In Love” canzone di ispirazione shoegaze che esalta ciò che la band sa fare meglio: abbinare versi sommessi e minimali a riff di chitarra esplosivi e scintillanti così potenti da riempire i Magazzini Generali con tutta la scena indie di Milano, anche quella famosa sui social.  Segue “Wet Dream”, secondo singolo accolto, come poteva esser ovvio, da un grande applauso all’inizio e un applauso ancora più forte alla fine – e annessi cristalli di birra che piovono giù come incontaminata golden shower

Partire con due canzoni così forti potrebbe lasciare molte band con un solo album a corto di materiale di qualità, ma non le Wet Leg che cantano con dignità e senza imbarazzo i 13 brani in scaletta, rendendo anche i pezzi meno conosciuti un’esperienza accattivante per occhi e orecchie.

Ad essere sincera, ero scettica riguardo al clamore che circonda la band. Mi è capitato di ascoltarle al Primavera Sound con grandi aspettative, amaramente bocciate. Questa volta però è diverso e riconosco l’affare. Senza dubbio il palco di un club così intimo è più fit per una neoband che si è formata durante le prime fasi della pandemia ed è al suo primo tour.

Nonostante ciò lo spettacolo non è affatto sciatto ma rilassato e costellato di battute ricche di divertimento. I sorrisi di Rhian Teasdale – che sfoggia delle orecchie di gatto – e Hester Chambers, sono calorosi e irriverenti in linea con i loro testi. E se le Wet Legs si divertono, il pubblico si diverte ancora di più. Si tratta di un gruppo decisamente all’altezza dell’hype che c’è in giro, capace di combinare testi acerbi con ganci irresistibili, il tutto servito in un indie rock incalzante con un’atmosfera melodica, ma anche un po’ dissonante, e una sensibilità post-punk.

Teasdale e Chambers, va detto, sono potenti nei loro rispettivi ambiti. Mentre la Teasdale canta, tenendo la folla avvinta con i suoi testi taglienti e il suo fascino da hit girl, Chambers è una forza della natura con la sua chitarra. Sebbene la loro musica non sia costruita su accordi potenti o su assoli impetuosi, sono comunque le chitarre a far risaltare le canzoni, anche grazie ai modi innovativi in cui il duo scrive apportando una prospettiva rinfrescante allo strumento con un suono caratteristico, ed è proprio questa volontà di esplorare che rende il loro show così accattivante.

Il set si conclude banalmente con quello che potrebbe essere considerato uno dei brani più scanzonati del decennio “Chaise Longue”. Il sesso è un argomento su cui gli artisti ballano sapientemente e l’approccio delle Wet Leg offre una sorta di aggiornamento ironico e assurdo della GenZ a riguardo.  Dal vivo il pezzo si conferma spiritoso e interessante, con un retrogusto pop favolosamente coinvolgente che ti fa venire voglia di riascoltarlo appena finisce e inevitabilmente tutti si uniscono in coro ai versi “Excuse Me” “What?”.

A fine concerto posso ammettere di essermi ricreduta e l’unica vera delusione della serata è che il tutto sia durato ben meno di un’ora e senza bis – considerando che ho impiegato 35 minuti solo per raggiungere la venue. L’equivalente di uno speed date ma con materiale di qualità.

Un ultimo appunto fuori contesto che merita una menzione speciale. Se non fossi qui a scrivere di musica questo articolo si intitolerebbe “Ode ai wc” per l’incredibile stato di grazia dei bagni della location e, diciamocelo, per gli abitué del genere, obbligati ai luridi vespasiani che la scena underground di Milano offre, questa è una della più gradite sorprese.

Ad maiora

Clicca qui per vedere le foto del concerto delle Wet Leg a Milano o sfoglia la gallery qui sotto

Wet Leg

WET LEG: La scaletta del concerto di Milano

Being in Love
Wet Dream
Convincing
Supermarket
Red Eggs
I Want to Be Abducted (by a UFO)
Obvious
Oh No
It’s a Shame
Ur Mum
Too Late Now
Angelica
Chaise Longue

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Cinefila e musicofila compulsiva. Quando qualcosa mi interessa non riesco a tacere.

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