In occasione dell’uscita del loro ottavo disco “The Connection”, i Papa Roach tornano in Italia per due date, la prima al New Age di Treviso e la seconda ai Magazzini Generali di Milano (ma torneranno a Novembre a Bologna).
Ma chi sono i Papa Roach? Per chi non li conoscesse già, Wikipedia ci aiuta definendoli “un gruppo musicale alternative metal statunitense, formatosi a Vacaville nel 1993″ Ma lasciatemelo dire – ed è palese che sono di parte – , loro sono molto più che un semplice gruppo. Si sono formati quando erano ancora al liceo e partendo da qualche esibizione locale, la loro storia è stata un susseguirsi di successi, grazie anche alla loro capacità di rinnovarsi, passando dal nu metal-rapcore all’hard rock.
Arrivata a Treviso in tardo pomeriggio, trovo l’immancabile gruppetto di superfans ad attendere l’apertura del locale, ma, onestamente, pensavo di trovarne già molti di più. Sicuramente il fattore “è mercoledì” non aiuta, ma comunque speravo di dare a queste bands un pubblico più vasto di quello che vi ha partecipato.
Ad affiancarli per queste date, inizialmente dovevano esserci gli Escape The Fate, che però all’ultimo hanno annullato per “problemi personali”, rassicurando comunque i fans che le date saranno recuperate in autunno/inverno.
Al loro posto si sono esibiti i Glamour Of The Kill. Un gruppo energico, canzoni orecchiabili ed uno stile post/hc-metalcore made in Uk! Sono sicura che li ritroveremo ancora in Italia.
Dopo di loro ecco i finalmente tanto attesi Papa Roach, accolti da un pubblico ristretto, ma attivo e urlante! Una scaletta breve, ma intensa la loro, partendo dal singolo Still Swingin’, tratto dall’ultimo album, col quale ho piacere di ritrovare un Jacoby Shaddix pieno di energie e saltellante da un angolo all’altro del palco! Nemmeno il tempo di prender fiato che si passa ad un vecchio brano tratto dal loro primo album di successo “Infest”, la traccia Blood Brothers, per poi ritornare ad un nuovo brano, Give Me Back My Life.
Una scaletta incentrata principalmente sull’ultimo disco quella proposta dai fantastici quattro, dal quale hanno proposto ben 6 brani. Ma non sono mancati ritorni alle origini (Infest del 2000), e un passaggio per i singoli più di successo. E per le persone romantiche (come la sottoscritta), poco prima di una conclusione da pogo scatenato, i pezzi strappalacrime Scars (cantata quasi interamente tra il pubblico in giro per il locale) e Leader Of The Broken Hearts. Nessun brano invece da “Love Hate Tragedy”.
Performance durata purtroppo una sola oretta, ma ripagata dalla gentilezza e umanità della band, che a fine concerto, dopo qualche doccia fredda, è scesa tra i fans per firmare autografi e fare fotografie. Inutile dire che io ero tra quelli!
Decisamente una band che non mi stancherò mai di vedere live!
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