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Reportage Live

JAKE CLEMONS: foto, reportage e scaletta del concerto di Milano

Articolo di Roberta Ghio | Foto di Eleonora Stevani

“Where is Piombino?” Questa la curiosa domanda che mi rivolse Jake Clemons la prima volta in cui lo incontrai. Eravamo all’aereoporto Barajas di Madrid, era il 2012, io in attesa di imbarcarmi su un volo per Siviglia con i miei amici per la prima data europea del Wrecking Ball World Tour. Lui in attesa dello stesso volo, con la E Street Band. Inutile dire che appena misi a fuoco il tutto, impazzii di gioia (mantenendo tuttavia un certo contegno). Ma ancora più grande l’emozione di volare seduta in mezzo a loro, a dimostrazione del mantra springsteeniano Faith will be rewarded (no, Bruce non c’era!). Perché si informasse su Piombino proprio non so, ed è quello che avrei voluto chiedergli al Serraglio di Milano, domenica sera, nella tappa meneghina del tour con cui sta facendo conoscere live il suo ultimo lavoro solista, Eyes on the Horizon, uscito pochi mesi fa. Appena entrata nel locale, cerco lui, il sax, che vedo splendere al centro del piccolo palco, pieno zeppo di strumenti, illuminati da soffici luci nei toni del giallo, del verde e del rosso, mentre la sala resta in buona parte buia. Qualche maglietta di tour di Bruce fa capolino tra giacche e piumini dei miei compagni di concerto, ma non ci sono solo fan del Boss: “ero a Londra la scorsa settimana, l’ho visto quattro volte” mi racconta il mio vicino, mentre il figlio teenager si guarda intorno. Abbiamo appena finito di scambiare qualche chiacchiera, quando, senza troppi preavvisi, ecco arrivare sul palco Jake e i suoi amici musicisti. Giusto il tempo di prendere posto, danno il via alla serata con il brano intimo e riflessivo Where do we run, in cui vediamo Clemons alla chitarra elettrica.

Jake Clemons

Quello che emerge dall’album, dai brani scelti per la setlist e dai messaggi mandati dal palco, è l’impegno di Clemons come uomo, oltre che come artista. Ascoltiamo Democracy, cover di Leonard Cohen, annunciata da una ficcante batteria, accolta con un’ovazione dalla sala, in cui Jake rinnova con un pulsante arrangiamento rock, le parole che Cohen scrisse quasi 30 anni fa e che tutt’oggi costituiscono un messaggio vivo di libertà e ideali da perseguire. Ci lasciamo travolgere dalla potente Consumption Town, brano in collaborazione con Tom Morello, il cui ritmo nella resa live è quasi un rap dall’incedere potente, che si alterna a lunghi assoli taglienti di chitarra elettrica.
Dopo i primi brani, tolti un po’ di strati di giacche e rimasto in t-shirt, Clemons imbraccia il sax, per il primo dei diversi assoli della serata, un primo assaggio per occhi, orecchie e cuore, di quel suono e di quei gesti con cui la maggior parte di noi lo ha conosciuto; un momento intimo e potente che tutti aspettiamo. A seguire, la morbida Love’ll Never Change, che dopo un inizio di sola voce e piano, sboccia in un ricco ritmo country da cui veniamo coccolati. E finalmente vediamo nascere un bel sorriso sul volto di Jake, che fino a quel momento mi era parso molto concentrato, quasi teso. Il ritmo ritorna potente, l’appello è urlato ed è per Janine “Oh, Janine You better get out while you can, this isn’t love” e per tutte le persone che subiscono e sopportano abusi domestici. Clemons, con il Janine Project, invita a vincere il tabù, rompere il silenzio per fare in modo che chi abusa venga fermato e non continui ad agire indisturbato. In maniera naturale fa seguito l’appello al senso di comunità, all’empatia, al guardare l’altro e “cercare una connessione, altrimenti l’umanità sarà persa e non resterà più nulla”: Nothing left, che lascia il ritmo soffice della versione dell’album per diventare, live, un accorato appello, in cui la voce spicca sulla chitarra acustica e su un coro che fa da base, mentre sul finale il suono del lap steel ci fa chiudere gli occhi e, come una lama, imprime quelle note nel profondo. Dopo tanta intimità arriva anche il momento per scatenarsi.

Si torna sù di battiti con Sick, Broke & Broken e si balla sullo scoppiettante assolo al sax che anticipa Just Stay. ¡Ayuda! si alleggerisce dell’”impronta Clash”, per concedersi totalmente al rock e si canta a squarcia gola sulla calda We, The People, con Jake che, lasciata la tastiera, viene ad incitarci direttamente a cavalcioni tra palco e transenna. Il finale è decisamente potente. Ascoltiamo una strepitosa Wherever You Are, che dopo un inizio intimo e raccolto esplode, tra colpi di sax e ritornello urlato, e ci abbandoniamo ondeggianti sulla morbida Song for Hope. Al rientro sul palco, un grande classico, rivisto in chiave rock a “pennellate blu”: With a Little Help From My Friends dei Beatles, seguito da un’altro brano memorabile, Good Lovin’ de The Rascals, dall’inizio scenografico, con i pugni decisi e secchi di Clemons, accompagnati da potenti colpi di batteria e lampi di luci. Dopo il botta e risposta fatto di “Yeah, yeah, yeah, yeah, yeah” ecco Jake scendere tra il pubblico e proseguire il brano duettando e ballando con i più fortunati. Mi guardo intorno e vedo volti felici, mi sento tra amici, anche se sono lì da sola. Ci si saluta con Eyes on the Horizon, cantata solo chitarra acustica e voce da Clemons raggiunto dalla band al centro della sala. Un momento molto intimo, in cui il desiderio di immortalare con un video è tanto, ma la bellezza di fare cerchio e stare intorno alla band è molto più forte. Connection. Grazie Jake, a presto, spero.

Clicca qui per vedere le foto di Jake Clemons in concerto a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto)

Jake Clemons

JAKE CLEMONS – La setlist del concerto di Milano

Where do we run
Democracy (Leonard Cohen cover)
Consumption Town
Whithout
Love’ll Never Change
Shadow
Janine
Nothing Left
Regression
Overshadowed
Sick, Broke & Broken
Just Stay
You must be crazy
¡Ayuda!
We, The People
Wherever You Are
Song for Hope

With a Little Help From My Friends (The Beatles cover)
Good Lovin’ (The Rascals cover)
Eyes on the Horizon

Written By

Nata e vissuta sul mare, da qualche anno a Milano dopo una parentesi romana. Cresciuta a pane e Bruce Springsteen, da un lato gli studi scientifico matematici, un lavoro nell'IT che mi appassiona, dall'altro l'amore per la pittura, la scultura, la fotografia, il teatro e i film di Sergio Leone. Amo sia visitare città, sia la natura e lo stare all'aria aperta. La musica è una costante nella mia vita, ogni momento ha una colonna sonora; amo soprattutto la musica dal vivo, unico modo per conoscere veramente un artista. Amo scrivere e sono alla costante ricerca del modo migliore per tradurre su carta le emozioni. Sono profondamente convinta dell'importanza dell'amare e del mettere passione in tutto quello che si fa... con anche un pizzico di ironia!

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