Articolo di Simona Ventrella | Foto di Andrea Ripamonti
Dopo averli ascoltati come apertura ai fratelli, e forse un po ‘ padri, Idles e Turnstile, finalmente la band di Cal Francis e soci si prende il palco tutto per sè e per il loro secondo lavoro, Never Exhale, che arriva a sorpresa dopo il primo The Great Regression (2022) e l’album dal vivo On the Bai’ou – Live From the Louisiana (2023). La pasta è quella a cui ci hanno abituato noise e post punk spinti ad alta velocità, che si tinge di suoni post hardcore. Attitudine che ritroviamo anche nel live della band, che si dimostra un’esplosione di suoni e sensazioni, un tour de force che non ha mai abbassato la guardia.
I Ditz, hanno saputo rendere ogni singolo pezzo un’onda di dissonanza che prende il pubblico e lo trascina in un giro vorticoso di suoni dissonanti e ritmi accelerati. La musica è brillante: il modo in cui tutti suonano l’uno contro l’altro crea un suono spesso e pesante, che viene trasmesso con una tale energia, la batteria e il basso colpiscono davvero, guidando le canzoni, il cantante Cal trascorre più tempo tra la folla che sul palco, esibendosi da vicino e personalmente mentre si fa strada tra la folla, più e più volte. La band ha una proposta sonora che non fa sconti a nessuno, ogni canzone è un pugno nello stomaco, un richiamo al caos totale, dove la tecnica è al servizio di un’urgenza primitiva. Non si può ignorare l’intensità viscerale con cui la band ha suonato, non c’era spazio per il compromesso, solo la pura forza della loro proposta.

Molti brani hanno fatto vibrare l’intero locale con le sue linee sonore serrate e la sua frenesia incontrollata, come se i Ditz stessero tentando di far saltare in aria il loro stesso suono. Eppure, nonostante la furia, c’è un’intelligenza sottile nei loro arrangiamenti. Ogni esplosione di rumore ha un ritmo che ti tiene incollato, mentre le dissonanze si intrecciano in un discorso sonoro che va oltre il semplice “suonare forte”. E poi c’è l’alchimia tra i membri della band, che è evidente in ogni loro movimento, in ogni piccolo cambiamento ritmico, in ogni gesto teatrale sul palco. Non sono lì per fare bella figura, ma per incanalare l’energia bruta in qualcosa di vitale. Ogni canzone sembra un atto di ribellione, come se la band stesse scrivendo il proprio manifesto contro ogni forma di omologazione. Il concerto non è solo un live, è quasi un invito a rompere le regole, a rifiutare l’idea di una performance asettica e controllata.

I Ditz, con il loro approccio irriverente e la loro attitudine punk, ci hanno mostrato che la musica è quella cosa che ti scuote, ti mette in discussione e ti lascia, alla fine, con una voglia matta di alzarti e fare lo stesso.
Forse non è musica per tutti, questo va detto, ma se siete alla ricerca di qualcosa di sicuro, qualcosa che vi faccia sentire in controllo, i Ditz vi faranno sentire come se foste sopra un treno in corsa senza freni, e siete disposti a perdere il controllo, a gettarvi nella mischia e a vivere ogni secondo del concerto come un’esperienza unica e totale, allora siete con la band giusta.
Clicca qui per vedere le foto dei DITZ in concerto a Milano o sfoglia la gallery qui sotto
DITZ – la scaletta del concerto di Milano
- V70
- Taxi Man
- Four
- God on speed dial
- Space/Smile
- Clocks
- Senior Siniestro
- Hehe
- Teeth
- Britney
- Instict
- I Am Kate Moss
- Smell Like Something Died Here
- The Body As A Structure
- The Warden
- Ded Wurst
- Seeking Arrangement
- Summer Of The Shark
- No Thanks, I’m Full
