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I PLANET FUNK sono ancora la band di cui stupirsi

I Planet Funk sono pronti a tornare con un nuovo album, il primo in dodici anni, e al Ritmika Festival di Moncalieri anticipano la loro nuova fase, ricordando a tutti perché vent’anni fa ci lasciarono a bocca aperta.

Articolo di Umberto Scaramozzino | Foto di Luca Moschini

Sono passati ventuno anni dall’esordio dei Planet Funk, da quel fulmine a ciel sereno dal titolo Non Zero Sumness. A quel tempo di cosa ci stupimmo? Della produzione clamorosa, di quel sound fichissimo e del piglio internazionale. “Una band italiana di solito non suona così”, dicevamo. E cosa diciamo oggi, ventuno anni dopo? Le stesse identiche cose.

Dopo tutti questi anni il nome dei Planet Funk rievoca perlopiù ricordi. Ha quel sapore nostalgico di estate e Festivalbar, di birrette al mare, di dancefloor dei club underground. Restano indelebili le prime immagini di un tarantolato Dan Black che si dimena col suo stile unico, destinato a diventare iconico per il Bel Paese. Un cantante inglese in una band italiana? Che sballo. Stupiva anche questo e il suo apporto era talmente rilevante che si parlava di band italo-britannica, nonostante il suo fosse più che altro un sodalizio a tempo determinato e nonostante tutti gli altri membri venissero da Sarzana e da Napoli.

Oggi invece ritrovare Dan sul palco con Marco Baroni e Alex Neri ci sembra naturale come urlare a squarciagola “UK” in coda a “but I’m stuck in the”. Appare in forma smagliante al Ritmika Festival di Moncalieri, in provincia di Torino, in un concerto che genera molto più hype del previsto. Difficile stabilire se sia solo per quella nostalgia canaglia di cui sopra o se l’interesse verso il presente del progetto sia concreto. Fatto sta che per Dan non sembra passato neanche un giorno da quel glorioso passato, cristallizzato nell’ipnotica figura del cantante sregolato che si muove come un matto.

Si diletta anche alla chitarra, sostituendo il buon Domenico Canu, assente indisposto. Anche quando sta in panchina, Dan si dimostra il fuoriclasse che sposta i tifosi, la star che vende le magliette e fa riempire gli ultimi posti allo stadio. Ma non dimentichiamo chi è il capitano della squadra, da più di un decennio: Alex Uhlmann, il cantante lussemburghese che con il suo ingresso e l’uscita di The Great Shake (2011) sanciva l’inizio di un nuovo ciclo per il collettivo, il primo con un cantante in pianta stabile.

I Planet Funk, discograficamente, sono ancora fermi lì. Non pubblicano un album di inediti proprio da quel 2011, ma stanno per tornare davvero. Nel frattempo i nuovi singoli cantanti da Uhlmann, The World’s End ed Any Given Day, dal vivo se la cavano egregiamente e hanno tutte le carte in regola per diventare dei nuovi classici del repertorio. La platea risponde bene a questa nuova formula indie che non rinuncia alla matrice dance che nei primi Anni Duemila ha trasformato una band in un brand. Eppure, com’è naturale che sia, è evidente che il pubblico stia aspettando le hit, per quali preserva le energie. Un esempio? L’irresistibile Lemonade, che si rinnova in qualità di inno di fine estate e trasforma il PalaExpo di Moncalieri nel club esclusivo dei Planet Funk. Va ancora meglio con il più grande successo internazionale del progetto, ovvero Chase The Sun – attenzione: ricordiamo sempre e comunque che il brano contiene un sample di Alla luce del giorno di Ennio Morricone, sempre sia lodato – e con il pezzo più riconoscibile di tutto il lotto: Who Said. Con quest’ultimo brano in scaletta, Ritmika raggiunge il suo climax e lancia il suo boato nei corridoi dell’ex Foro Boario di Moncalieri.

Non c’è dubbio: la serata in compagnia dei Planet Funk è un annuncio. Ci dicono che il loro è un ritorno con tutti i crismi, con l’intenzione di far ballare il pubblico italiano e non solo, almeno da qui alla prossima estate. Noi, dal canto nostro, siamo ancora una volta qui a guardare con orgoglio a questo collettivo che sfida i limiti imposti dalla nostra discontinua cultura musicale, e pur sapendo da ormai un paio di decenni di cosa sono capaci, continuiamo a stupirci e dirci che una band italiana, di solito, non suona così.

Clicca qui per vedere le foto dei Planet Funk in concerto a Moncalieri o sfoglia la gallery qui sotto

Planet Funk
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