Foto di Andrea Ripamonti
È luogo comune dire che il rock heavy, quello con contaminazioni blues, non piaccia più ai giovani, limitando le aspirazioni di tantissimi artisti che preferiscono poi progredire verso la popolarità del mercato di massa.
I Greta Van Fleet sono l’eccezione alla regola, con un’ascesa meteorica dal Michigan all’Europa, merito anche del loro suono che deve tanto all’influenza dei Led Zeppelin.
Fuori è buio, è grigio, piove, siamo a Bologna nel 2023. La musica è misurata in TikTok e la voce regna sovrana in un mondo di cantanti karaoke supportati da suoni pre-registrati e autotune.
Questa sera vedo i Greta Van Fleet per la prima volta dal vivo e mi chiedo, un gruppo del genere può davvero far parte del ventunesimo secolo?

Le luci si spengono e la band si manifesta come un’apparizione divina sul palco prendendosi tutta l’adulazione del momento e lanciandosi subito nel riff carico di The Falling Sky. È un inizio impressionante, una dichiarazione d’intenti con l’armonica lamentosa che si scambia brevemente con la chitarra a spirale.
Questa sera ci aspettano due set e le aspettative dopo un incipit cosi strong non possono che essere altissime.
The Indigo Streak rallenta le cose con la voce di Josh Kiszka più in primo piano, naturalmente, la chitarra è sempre presente, ma è il ritmo apparentemente implacabile che caratterizza il pezzo. È il secondo degli otto brani previsti in scaletta dell’ultimo album “Starcatcher”.
Highway Tune ci riporta alle radici della band: è breve e dolce, ma segue l’assolo di batteria apparentemente obbligatorio.

Fate of the Faithful si conferma dal vivo un brano di pregevole fattura, un viaggio nelle sonorità rock seventies di matrice progressive e psichedelica.
Durante l’encore l’atmosfera diventa quasi solenne, le tastiere passano a Light My Love, i telefoni vengono sollevati, le braccia ondeggiano e il canto parte corale dal pubblico.
Sottoscrivo dopo questa esperienza che i Greta Van Fleet sono dei musicisti impressionanti e occupano un mondo musicale tutto loro. La presenza scenica della band è immensa e per una generazione rappresentata da chitarra indie, hip hop e TikTok singalong, sono a tutti gli effetti una rivelazione!
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Greta Van Fleet – La scaletta del concerto all’Unipol di Bologna
Set 1:
The Falling Sky
The Indigo Streak
Built by Nations (tour debut)
Meeting the Master
Heat Above
Broken Bells (tour debut)
Highway Tune
Runway Blues (Live debut)
Highway Tune (Reprise)
Drum Solo
Acoustic:
Unchained Melody (Hy Zaret & Alex North cover)
Waited All Your Life
Black Smoke Rising
Set 2:
Fate of the Faithful (with guitar solo)
Sacred the Thread (with extended instrumental intro)
The Archer
Encore:
Rhapsody in Blue (George Gershwin cover)
Light My Love
Farewell for Now
GRETA VAN FLEET – Tour 2024
7 luglio 2024 – MANTOVA – Piazza Sordello
Biglietti in vendita a questo link > https://tidd.ly/3KQauhQ
Prevendita dalle 10:00 di venerdì 1 dicembre

Massimiliano
01/12/2023 at 11:24
Condivido pienamente il giudizio di questo articolo…una delle poche band giovani che spaccano con un’energia devastante e non supportata artificiosamente. E ovviamente la voce unica è potente trasmette forti emozioni
Maurizio Spampinato
01/12/2023 at 21:11
Concerto emozionante. Musicisti perfetti, una voce che non conosce limiti. Atmosfere coinvolgenti. Sono talmente bravi che non limiterei la loro definizione come cover band dei Zeppelin. No ! Questi ragazzi spaccano di brutto!! Mi ripeto: concerto bellissimo.
Pino
01/08/2024 at 20:18
Confermo questi ragazzi sono incredibilmente bravi.
Giorgio romano
04/12/2023 at 00:06
Serata magica con artisti strepitosi
Massy
04/12/2023 at 23:31
Grazie Dio del Rock per averci dato i Greta Van Fleet !!!🤘