Articolo di Jennifer Carminati
Scorpions e Machine Head , questi gli headliner di domenica 23 giugno, a chiudere i quattro giorni del GMM24. Insieme a Tool, Five Finger Death Punch, Judas Priest, Bring Me the Horizon e Avenged Sevenfold assedieranno Dessel per concludere a meglio la 27ma edizione del GraspopMetalMeeting.
Ebbene sì, siamo arrivati con parecchia fatica fisica ma molta soddisfazione a questa ultima giornata del GMM24. Oggi sarà all’insegna di tante band old school e vedremo salire sul palco delle vere e proprie leggende dell’hard rock ma anche del metal, e che potremmo desiderare di più direte voi? Nulla, assolutamente nulla di più di tutto questo. Dirigiamoci per l’ultima volta verso la location del festival, finalmente oggi sotto il sole.
JOHN COFFEY

John Coffey è un gruppo punk rocatreyuk/post-hardcore olandese formatosi a Utrecht nel 2005. Come ci si potrebbe aspettare, la band prende il nome dal personaggio principale del famoso romanzo di Stephen King “Il miglio verde”. La loro proposta è perfetta per inaugurare sotto il sole di mezzogiorno quest’ultima giornata di GMM24, tra moshpits e pogo.
SANGUISUGABOGG

I Sanguisugabogg vincono sicuramente in termini di loghi illeggibili. Musicalmente sono specializzati in un vero e proprio ironico splattercore osceno, con un ruolo da protagonista per serial killer e altri degenerati. Il nome insolito della loro band deriva dalla parola latina “sanguisuga” (sanguisuga) e dalla parola gergale britannica “bog” (toilette), che evoca l’immagine di un “gabinetto succhiasangue”. I Sanguisugabogg con i loro breakdown ignoranti e una proposta tutto sommato semplice e genuina, risultano comunque vincenti, e trascinano il pubblico in un moshpit continuo e headbanging sfrenato, per cui va bene cosi. Per me i Sanguisugabogg continuano ad essere indecifrabili, come il loro logo.
ATREYU

Gli Atreyu sono una band metalcore americana formatasi originariamente nel 1998. Lasciano il segno sulla scena grazie alla melodia, brani orecchiabili con una perfetta interazione tra urla feroci e voci.pulite. I fan dei breakdown massicci, del lavoro intricato di chitarra e delle voci urlate/pulite sono stati sicuramente contenti di vedere gli Atreyu all’interno del GMM24, io un po’ meno.
EXTREME

Trentaquattro anni fa la rock band americana Extreme ottenne all’improvviso un successo mondiale con la ballata More Than Words, e da li è storia. In questo pomeriggio assolato non vedono l’ora di far conoscere al pubblico del GMM24 i loro ultimi brani insieme ai grandi classici immancabili. La combo americana appare in gran forma sul palco, oltre trent’anni di carriera, ma sembrano sempre ragazzini. Ogni volta che imbraccia l’acustica sappiamo che sta per arrivare uno dei pezzi immortali come Other side of the Rainbow, Hole Hearted e l’immancabile More than Words, momenti clou di ogni scaletta degli Extreme. Chiusura azzeccatissima con Rise, primo singolo estratto da Six, dalla fortissima carica live che fa esplodere letteralmente il pubblico del GMM24.
IHSAHN

I geni musicali sono pochi e rari, ma non esiste altro epiteto adatto per descrivere il solitario norvegese Ihsahn. È famoso per il suo ruolo di primo piano negli Emperor, i re senza corona del black metal., che vedrò questa sera. Una comba questa che era molto attesa dalla sottoscritta ma da moltissimi altri certamente. Ihsahn rimane un influente musicista solista, continua a plasmare il metal estremo nel suo modo unico e inimitabile, le sue radici black metal si fondono senza sforzo con gli elementi progressivi più complessi. Sul palco Ihsahn è affiancato dai membri della band progressive metal norvegese Leprous. Ihsahn è uno dei pochi autentici intoccabili della scena metal estrema. Anche dal vivo risulta potente e distaccato, scarno nella proposta visiva, che prende un taglio avantgarde per ricerca sonora e dettagli; ogni strumento esce nitido ed equilibrato dalle casse del Marquee. Non manca l’uso di orchestrazioni ad enfatizzare ancor di più l’aspetto atmosferico. Ihsahn ha creato nel corso della sua carriera da solista un genere del tutto inedito: il suo.
MALEVOLENCE

Radicati nel mondo dell’hardcore, i Malevolence sono tuttavia difficili da inquadrare, la loro produzione viene descritta più volte come un misto di punk, metalcore, hardcore, heavy metal, thrash e post-hardcore. Eccoli alla loro prima esibizione ai GMM in questa 27ma edizione, giunta ormai al termine. I Malevolence sono un misto di Hatebreed, Lamb of God e scomodiamo pure i seminali Pantera. Il frontman è il pacioso Alex Taylor, che salta e corre da una parte all’altra del palco sorridendo continuamente al pubblico, impegnato in numerosi crowd surfing e circlepit. Incredibile la loro capacità di unire aggressività, violenza nei testi soprattutto, a dei riff accattivanti e groovy che producono un live dal tiro micidiale.
EREB ALTOR

Gli svedesi Ereb Altor, che prendono il nome da un supplemento al gioco di ruolo fantasy svedese Drakar och Demonen, sono una delle band metal vichinghe più popolari. E con il cielo azzurro che sovrasta le nostre teste oggi, ci incamminiamo per raggiungere i grandi fiordi delle coste svedesi, così intrise di storie e leggende. E a raccontarcele sono proprio loro gli Ereb Altor. mescolano la violenza del viking black con la malinconia del doom, evidenziata soprattutto dalla voce di Mats, decisamente pulita e dal timbro malinconico, sfregiata dagli interventi di Ragnar e Björn dalla vocalità sporca spesso in growl. Ben contenta di essere riuscita a vederli e in questo contesto ancora di piu.
COREY TAYLOR

Corey Taylor ovviamente non ha bisogno di presentazioni. Come cantante di Slipknot e Stone Sour, ogni volta è in grado di mostrare un aspetto completamente diverso della sua voce, sottolineando la versatilità del suo talento. “Siete pronti a divertirvi con noi stasera?” è quello che viene chiesto al pubblico del GMM24 quando il tramonto fa capolino alle nostre spalle. Per l’ora e mezza successiva è un mix di brani tra i lavori solisti di Corey e i classici degli Slipknot e degli Stone Sour. È sorprendente vedere il modo in cui la sua intensità e i suoi growl aggressivi possono lasciare il posto a sorrisi e voci pulite e viceversa in un batter d’occhio. Un vero professionista. Chiude con Duality, brano degli Slipknot, cantato all’unisono dalla folla oceanica che ricopre il campo di Dessel.
SLAUGHTER TO PREVAIL

Gli Slaughter to Prevail sono originariamente una band deathcore russa, ma hanno sede a Orlando, in Florida, ormai da diversi anni. Nel 2015 sono entrati in scena con il loro deathcore brutale che ha conquistato il cuore di un seguito prevalentemente giovanile. Sbalorditiva la voce cel frontman Alex, l’uomo sotto i riflettori è lui. Sarà l’unico a levarsi la maschera e ad indossare anche un giubbotto antiproiettile, differenziandosi nel look dal resto della band e mostrando successivamente il fisico scolpito ricoperto di tatuaggi anche in viso. Una vera “bestia da palcoscenico” che aizza a più riprese il pubblico che si scatena in moshpit, circlepit e persone sulla folla. La performance della band è stata carica di un’energia pazzesca ed accompagnata da un’ottima presenza scenica. Ma succede che durante un wall of death un ragazzo finisce a terra. Intorno a lui tutti alzano le mani facendo segno ad Alex di stoppare il brano, mentre la security e il pronto intervento corrono tra la folla. La band interrompe immediatamente il concerto, lasciando il tempo alla security di recuperare la persona che necessita di assistenza, e dopo essersi accertata che tutti stiano bene, riprende il brano da capo. Tanto di cappello per questo, che fa capire come la musica unisca sempre, nonostante tutto. E Alex fa poi promemoria a tutti noi di prendersi cura gli uni degli altri e solo cosi si può essere una grande famiglia, uniti dalla musica che tanto amiamo. Il metal, in tutte le sue sfaccettature. Spero di rivederli presto in un concerto da headliner, purtroppo li ho persi per un soffio qualche settimana fa in Italia.
SCORPIONS

Gli Scorpions fanno la loro quinta apparizione al GMM quest’anno. Con la loro precedente tappa al GMM22, le icone dell’hard rock tedesco hanno dimostrato che 60 anni di rock non hanno intaccato il loro fascino e continuano a proporre un set ricco di hit, tra cui Rock You Like a Hurricane, The Zoo e Wind of Change, solo per citarne alcune.
EMPEROR

Formati nel 1991, gli Emperor sono ampiamente considerati come una delle band black metal più influenti nonostante abbiano pubblicato solo quattro album. I norvegesi si sciolsero nel 2001 in seguito all’uscita del loro quarto album “Prometheus: The Discipline of Fire & Demise”. Il frontman Ihsahn ha successivamente intrapreso una carriera da solista di successo con il proprio nome, e ve ne ho parlato giusto prima. Innovativo grazie all’inclusione di orchestrazioni e tastiere, è difficile immaginare che i membri della band avessero solo diciassette anni al momento della nascita della band. I loro confini vanno oltre il regno del black metal con una velocità travolgente, un’eccezionale musicalità e tastiere onnipresenti che creano un’atmosfera sinfonica. Gli Emperor sono definitivamente finiti, discograficamente parlando e dovremmo considerarci quindi estremamente fortunati di aver rivissuto stasera la gloria dei giorni passati che furono.
Non sempre la parola fine ha un’accezione rigorosamente eterna, e noi in questo caso lo speriamo davvero.
Inno a Satana, Inno a Ihsahn.
MACHINE HEAD

L’estate scorsa i Machine Head sono tornati a Dessel per la prima volta dopo oltre dieci anni per fare da headliner al terzo giorno di GMM23. Quest’anno, Robb Flynn & Co, tornano domenica 23 giugno per chiudere il North Stage e il GMM24. Rapidamente mi sposto per l’ultima volta dal Marquee verso i due palchi principali, attraversando controcorrente l’orda di metallari. Ultimo concerto di questa 27ma edizione del GMM. Sono le 23.30 quando i Machine Head fanno ingresso sul palco immersi in una luce rosso fuoco ed è subito ovvio che ci daranno riprova del loro carisma e indubbio talento. Suoneranno canzoni molto apprezzate dai metallari di vecchia data, manco a dirlo. Vista la location è presente tutta la cornice visiva tipica dei loro spettacoli, con tanto di fiamme ad incendiare le prime file, giochi di luce e fumo di scena, il tutto con alla base la presenza scenica del carismatico frontman con il suo tipico scream a long corre da una parte all’altra del palco, più e più volte incita e ringrazia il pubblico, il quale risponde a tono offrendo uno spettacolo nello spettacolo, animando la zona antistante al palco con moshpit selvaggi e crowdsurfing fuori controllo. Ma dove la trovano la forza questi ragazzi a quest’ora? Setlist implacabile che ci propina macigni sonori uno dietro l’altro, come lecito aspettarsi da una band di tale caratura. Finale affidato come sempre ad Halo in cui le poche energie rimaste, oltre che a loro, anche a tutti noi qui su quest’erba da stamattina, vengono definitivamente prosciugate in un ultimo sforzo collettivo.
Un modo perfetto di finire questa quarta e ultima giornata del GMM24.
“Machine Fucking Head”.

In conclusione, che posso dirvi se non che è stata una vera e propria maratona musicale stancante fisicamente e mentalmente, per me che ho scritto questi Live Report day by day, ma indubbiamente altrettanto esaltante, nella quale materialmente non abbiamo avuto non solo il tempo di seguire tutte le band, ma neppure di rifiatare un attimo, visto che le performance si sono seguite senza soluzione di continuità rispettando come un orologio svizzero (ma non siamo in Belgio?) gli orari segnati sui tabelloni. Esperienza fantastica sotto tutti i punti di vista e nei prossimi giorni ve ne parlerò in un report riassuntivo dell’intero Graspop Metal Meeting 2024,che giunge oggi al termine.

Ci si rivede nel 2025, dal 19 al 22 giugno per la 28ma edizione del GraspopMetalMeeting.
That’s All Folks.
Stay metal, always.
Photo credits: @GraspopMetalMeeting.
