Il Festival di Majano continua a soddisfare la sete di buona musica. Mercoledì 07 agosto è stata la volta del folk punk dei FLOGGING MOLLY, storica band che, assieme ai pionieri The Pogues, ai coetanei Dropkick Murphys e ai più giovani The Rumjacks, rappresenta il fondamento del genere più festaiolo che esista nel panorama rock.
A due anni di distanza dallo scatenatissimo live tenutosi al Bay Fest di Bellaria di Igea Marina, il gruppo californiano capitanato dall’instancabile Dave King è tornato finalmente in Italia, riconfermando l’amore nei confronti del nostro Paese, tra l’altro pienamente ricambiato visto il notevole seguito che i Flogging Molly continuano ad avere nonostante i loro ventisette anni di onorata carriera.
D’altronde, è del tutto normale quando una band riesce a vincere in maniera così schiacciante lo scorrere del tempo. Saranno i litri di Guinness consumati ad ogni live, sarà la genetica generosa che affonda le proprie radici nella verde Irlanda, ma quando i Flogging Molly salgono sul palco sembra di essere ancora all’inizio degli anni Duemila. Certo, il rosso di barba e capelli del frontman oggi è sbiadito e inesorabilmente tendente al bianco, ma l’energia non è cambiata di una virgola, anzi, la maturità ha reso la band artisticamente ancora più interessante e impattante.
Si presentano sul palco lanciando subito la cartuccia più esplosiva: aprono con “Drunken Lullabies” e mettono subito in quarta il motore dei loro fan. Stare fermi è davvero impossibile, nel pubblico c’è chi si cimenta in passi di danza irlandese a ritmo di “(Try) Keep The Man Down”, chi improvvisa un circle pit polveroso, chi con “Swagger” si prende per mano e salta formando una catena umana di gioia e confusione, chi lancia le scarpe e balla a piedi nudi sulle note di “The Croppy Boy ‘98”.
In brani come “Whistles in the Wind” il tin whistle di Bridget Regan ci incanta letteralmente catturandoci come una moderna pifferaia magica. Con una facilità disarmante passa dal flauto al violino, così come Spencer Swain passa dal banjo al mandolino o come Matt Hensley fa convivere la propria anima da ex pro-skater a quella di virtuoso della fisarmonica. Sul palco non c’è solo intrattenimento ma vera e propria arte in musica.
La serata fila liscia che è un piacere, sembra di essere a una gigantesca festa tra amici e parenti, soprattutto quando Dave King parla e scherza con il pubblico, come quando scova un fedelissimo che indossa la maglia della Nazionale irlandese e lo omaggia con una meritata lattina di Guinness o come quando, annunciando “Float”, smorza un attimo il tono e ci invita cercare di rimanere sempre positivi e umani, anche se nel mondo di oggi questa sembre essere ormai la sfida più grande.
I momenti topici del concerto di Majano coincidono senza dubbio con l’esecuzione di “Saints and Sinners”, pezzo che è costruito apposta per essere apprezzato dal vivo, “Rebels of the Sacred Heart”, che viene intonata all’unisono come un inno, l’emozionante “If I Ever Leave This World Alive”, dove quasi ci scappa la lacrima, e “A Song of Liberty”, esaltazione pura estratta dall’ultima fatica dei Flogging Molly, l’album “Anthem” uscito nel settembre del 2022.
Graziati dal meteo e felici come leprecauni che hanno appena recuperato una nuova pentola d’oro, anche stavolta ce ne torniamo a casa forti di aver celebrato la vita con un pieno di buon umore e ottima musica. “Dia dhuit!” Flogging Molly!
Flogging Molly @ Festival di Majano – La scaletta:
- Drunken Lullabies
- The Hand of John L. Sullivan
- Swagger
- (Try) Keep the Man Down
- Whistles the Wind
- Life in a Tenement Square
- A Song of Liberty
- Tobacco Island
- The Croppy Boy ‘98
- Float
- Saints & Sinners
- Rebels of the Sacred Heart
- Devil’s Dance Floor
- Crushed (Hostile Nations)
- If I Ever Leave This World Alive
- These Times Have Got Me Drinking / Tripping Up the Stairs
- Black Friday Rule
- Salty Dog
- What’s Left of the Flag
- Seven Deadly Sins
