Articolo di Roberta Ghio | Foto di Roberto Finizio
In una serata infrasettimanale in una Milano in cui tanto per cambiare piove, mi precipito fuori dall’ufficio, direzione Forum di Assago, per l’appuntamento con Elisa, impegnata nel Diari aperti Tour, che dopo il fortunato avvio nel teatri la scorsa primavera, prosegue ora nei palazzetti. Trafelata cerco il mio posto con la testa ancora presa dai pensieri di una giornata lavorativa pesante. Neanche il tempo di guardarmi intorno e mi avvolge il buio, con il consueto levarsi di voci e urla ad acclamare l’ingresso sul palco dell’artista. Qualche minuto di attesa ed ecco davanti a noi un sontuoso sipario rosso, dal quale sbuca lei, Elisa. Sola, dà il via al live con Quelli che restano, brano nato dalla collaborazione con Francesco De Gregori. E siamo d’improvviso avvolti dalla bellezza. La pioggia e i pensieri non ci sono più. Il suo timbro unico, soave e fermo; un arrangiamento che da sospiro leggero diventa talmente corposo da far aprire, simbolicamente, il sipario e svelare una piccola grande orchestra, composta da un quartetto d’archi, piano, tastiere, chitarra elettrica, batteria, percussioni, basso e tre coriste. Un ensemble molto di classe ed elegante. Come Lei. Sono lontana e non ci sono maxi schermi laterali (solo uno, a fondo palco, per i video), ma quello che mi cattura lo sguardo sono degli stupendi stivaletti color oro che spiccano su un tailleur nero. Tutto made in Christian Dior.
Preso posto al pianoforte, ci incanta con Promettimi, con le note dei tasti bianchi e neri che risuonano potenti in un forum illuminato dal dispiegamento di telefoni, mentre sul palco in penombra, un cono di luce su di lei ad esaltare la figura che vediamo di profilo, intenta a cantare e suonare, con un corpo che se pur seduto, è un continuo movimento, da cui nasce musica. Il pubblico è rapito, mi giro, le mie vicine sono mamma e figlia, si abbracciano e cantano a squarciagola la strofa Ti voglio beneeee. La gioia negli occhi della piccola e la bellezza di quell’immagine mi colpisce a tal punto da farmi scendere una lacrima. Ed è solo la prima. Si prosegue tra emozioni e potenza con Anche Fragile, Elisa magistrale nell’affondare nelle note basse per poi librarsi, potente. Parla poco, giusto qualche ringraziamento e qualche risata come a sdrammatizzare. I brani sono presentati uno di seguito all’altro, ma ognuno termina con lo spegnimento delle luci, aumentandone la potenza. Ogni attacco è accolto da applausi da parte di un pubblico a dir poco strepitoso. La sintonia tra l’artista e i fan è palpabile fin dai primi brani. Ogni canzone è cantata, ballata vissuta da tutti, ognuno a proprio modo. Dopo Blu, con l’ingresso di Rkomi e un potente assolo vocale finale di Elisa, ci abbandoniamo sulle note di Eppure sentire, che va a toccare le corde dell’anima. Chi si abbraccia, chi si bacia, chi chiude gli occhi per far entrare quelle note, che da impercettibili diventano come un fiume in piena. Heaven out of hell nasce leggera su pianoforte e battimani, nel buio della sala rischiarata solo da un fondo palco multicolor, per esplodere potentissima e terminare con un’infilata di strofe che è quasi un rap. La nostra stella ha una forma strepitosa e una grinta pazzesca. Un importante salto indietro nel tempo con Luce, accolto da un pubblico che duetta impeccabile con il palco, mentre alcuni improvvisano coreografie fino a quel momento per me impensabili su un brano così intimo.
Ascoltiamo In piedi “Uno dei miei pezzi nuovi preferiti dedicata a tutte le donne che stanno ancora soffrendo”, mentre immagini di donne di ogni età scorrono a fondo palco. La spontanea standing ovation di tutto il forum dà il giusto omaggio alla canzone, il cui testo è molto toccante.
Dopo l’emozionante Se piovesse il tuo nome, accompagnata da una pioggia di lettere, il quartetto d’archi introduce L’anima vola che esplode in chiave rock e in qualche modo va a sancire un cambio ritmo del live, che pur aggirandosi sempre tra le emozioni, diventa via via sempre più (si può dire) “scatenato”. Rainbow accolta da mille colori ottenuti da foglietti variopinti illuminati dai telefoni, mentre grazie al duetto virtuale con Carl Brave sul ritmo di Vivere tutte le vite, l’artista friulana dà prova della sua abilità non solo di musicista, ma anche di ballerina. Siamo pronti per un medley esplosivo. Imbracciata la chitarra acustica, ci accompagna tra le note della soffice Broken, per poi farci perdere nel ritmo Labyrinth e definitivamente stordirci con Cure me dall’arrangiamento a tinte soul. Termina il tutto No Hero, ed è l’apoteosi. Mi ritrovo ad interpretare ad occhi chiusi con tanto di mimica facciale (abbastanza imbarazzante anche solo da dire), ma non sono la sola, anzi, non vedo una persona che non si senta Elisa ora, che non sia sul palco: siamo tutti là con lei e i suoi musicisti. Ci avviamo verso fine live, Together è a tratti psichedelica, grazie anche al gioco di luci rosse e verdi ed un arrangiamento in cui il basso pulsa potente. La pioggia di coriandoli, nella sua bellezza, ha il sapore del saluto. Ma c’è spazio per gli ultimi brani, la splendida Ostacoli del cuore e una cantatissima A modo tuo, un abbraccio finale in cui la commozione prende nuovamente il sopravvento, non c’è una persona che non stia cantando, mi guardo intorno e vedo solo sguardi luminosi e grati.
Una serata all’insegna della bellezza. La bellezza delle emozioni che sgorgano come lacrime, come sorrisi, come canzoni cantate a squarciagola o ancora come balli scatenati grazie ad una grande artista, una grande donna che con dolcezza, grazia e potenza ci ha condotto attraverso la sua musica, la nostra musica, in una serata in cui la connection (per dirla all’inglese) con il pubblico era totale. Un amore reciproco tangibile. Una magnifica boccata d’ossigeno.
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ELISA – La setlist del concerto di Milano
Quelli che restano
Promettimi
Anche Fragile
Tua per sempre
Blu Part II
Eppure sentire
Heaven out of hell
Luce
The Waves
Ogni istante
My America
In piedi
Se piovesse il tuo nome
L’anima vola
Stay
Parallel world
Rainbow
A Prayer
Vivere tutte le vite
MEDLEY: Broken Labyrinth/Cure me/No Hero
Soul
Together
Gli ostacoli del cuore
A modo tuo
