Foto di Matteo Scalet | Articolo di Alberto Cristofolini
Il secondo giorno del Bay fest è da veri cultori: è festa, c’è un gran caldo e i nomi in cartellone sono meno attraenti, quindi il pubblico è dimezzato; pochi ma buoni si suol dire no?
Si comincia con gli Honey, band relativamente giovane e fedelissima alla scuola harcore melodica americana, tanto che il cantante/bassista pare Fat Mike, ma in 16:9. Suonano bene e fanno muovere le gambe e la testa. Simpa.
Alle 18:45 tocca ai Lags, band della Capitale che suona post hardcore di chiara matrice Dischord. Per me la vera rivelazione del festival: suonano da paura, mai banali, mai stonati (ho ancora l’amaro in bocca per gli Strung Out) e super coinvolgenti. Andate a vederli, comprate il dodici pollici e godetevelo; se non vi fidate trovate anche l’album in download gratuito sul sito (così scoprirete chi è il loro, cazzutissimo, batterista). Fenomeni.
All’ora dello Spritz salgono sul palco i veneziani, come è giusto che sia. Si chiamano Slander e sono i veri alfieri del D.I.Y. : si autoproducono in tutto; fanno un hardcore vecchia scuola, veloce arrabbiato e bello peso, in due anni hanno macinato chilometri per raccogliere più di cento concerti in tutta Europa. In due anni. Eroi.
Questa estate è quella del grande ritorno on stage dei Derozer, punk rock band storica dello stivale. Mendez, il bassista originale, ha lasciato ma il gruppo non ne risente: per nulla arrugginiti, danno una pettinata a tutti quanti sparando tutti, ma proprio tutti, i grandi classici del repertorio: da “Straniero”, a “Mondo perfetto”, da ”nuova generazione”, a ”tu lo sai” e gli inni “Alla nostra età” e ”Branca day”. Per un’oretta buona scatenano un pogo e un diving assassini: il pubblico apprezza, la band si diverte, è il punk-rock show dei Derozer. Statuari.
I Satanic Surfers arrivano dalla Svezia con furore, se già erano tra i più veloci nel genere, ora che Rodrigo è impegnato solo alla voce (prima suonava pure la batteria) sono davvero imprendibili. Partenza con “…And the cheese fell down” e poi giù a rotta di collo con “Better off today”, “The ballad of Gonzo Babbleshit”, “Egocentric”, “Puppet” e “Hero of our time” più tante altre gemme skatepunk. Roba da far venire la tachicardia; il nuovo batterista suona così veloce che va indietro nel tempo, a fine concerto è nel 1996.
Alle 23:00 fremono tutti: è la prima apparizione italiana (e una delle pochissime europee) degli Screeching Weasel i paladini indiscussi del pop-punk alla Ramones . Il loro frontman Ben Weasel è tanto idolatrato quanto discusso: troppo punk per la destra e troppo cattolico (dopo un lungo periodo da Buddhista) per la sinistra. Qualche anno fa, durante un concerto in Texas, ha dato un pugno ad una ragazza che continuava a lanciargli birra e cubetti di ghiaccio, come risultato la band lo ha abbandonato e la FatWreck lo ha scaricato. Lui ha risposto con un nuovo gruppo di musicisti e un doppio concept album inspirato al “Rigoletto”. Per dire.
1, 2, 3 si parte : “Strangle you”, “Ashtray”,”Queen Kong” e “Acknoeledge” come unico pezzo dal discusso album “Emo”. Gli SW in questa nuova incarnazione suonano velocissimi e compattissimi, niente a che vedere con i concerti negli anni ’90 che potete trovare su youtube. Quando parte “I wrote Holden Caufield” (risposta ad una delle prime canzoni degli amici Green Day) quasi mi commuovo, con “Veronica hates me” il pubblico va fuori controllo, “First day of summer” è uno dei pezzi migliori del vecchio Ben e ringrazio di averla sentita dal vivo, roba che ora posso anche morire tranquillo. Pausa e poi encore: la tripletta “Cindy’s on Methadone” – “Making you cry” e “My brain hurts” ce la ricorderemo per tutta la vita e poi via verso la conclusione con la canzone che Ben dedica a tutti fan: “Cool Kids”. Seminali.
Il Bay Fest termina così, in grandissimo stile, sicuramente il Ferragosto più punk rock di sempre. Bravi tutti, l’anno prossimo portateci i Rancid ed entrate nella leggenda!
