Articolo di Stefania Clerici | Foto di Marco Arici
L’evento era atteso da centinaia di fan da ben più di 2 anni, essendo stato rinviato il My Songs Tour causa covid da marzo 2020 ad oggi. Il sold annunciato e il ritorno alla normalità hanno fatto il resto: il Forum di Assago era un tripudio in festa, tra spalti affollati e un parterre a sedere carico per alzarsi in piedi e invadere il sottopalco.

Aperto dal figlio di Sting, JOE SUMNER per un set di poco più di mezz’ora, dopo le 21 ecco salire sul palco STING con i suoi musicisti. Microfono ad archetto in testa, t-shirt easy going grigia, jeans sbarazzino e un fisico in gran forma, con bicipide in bella vista. Il concerto prende il via con la sequenza dei cult “Message In A Bottle” e “Englishman In New York”, che confermano quanto la voce dell’artista sia anche quella perfetta come un tempo.
My Songs in tour, iniziato nel 2019, si rivela un’opportunità per il bassista di rivisitare alcuni dei suoi brani più noti, nonchè successi monumentali dei Police, in una nuova chiave. Con la publicazione dell’album The Bridge (2019), pur non cambiando titolo al tour, sono state poi inserite tre canzoni (“For Her Love”, “If It’s Love” e “Rushing Water”) tratte da questo nuovo disco che insieme anche al brano “What Could Have Been”, composto per la serie Netflix Arcane, danno una ventata di novità ad una set list molto incentrata sui classici del passato.

Poco più di un’ora e mezza di show, Sting dimostra il suo gran carisma e la sua energia. Parlando anche spesso in un italiano comprensibile, si fa largo in spontaneità e simpatia, rivelandosi un artista di grande calibro ma capace di “scendere dal piedistallo”. A conferma di questo, ecco che Sting invita sul palco il suo più giovane musicista, Shane Sager (solo diciotto anni), per suonare l’armonica al posto di Stevie Wonder in “Brand New Day”. Allo stesso modo, i coristi Gene Noble e Melissa Musique si uniscono a lui in “Shape Of My Heart” e “Whenever I Say Your Name”. Infine suo figlio, Joe Sumner, si unisce sul palco per “King Of Pain”.
Il gran finale di spettacolo vede suonate le hit più famose, che fanno alzare in piedi la platea: “Walking On The Moon”, “So Lonely”, “Desert Rose” e “Roxanne”. Un bel finale di serata, che si chiude con la malinconica “Fragile”.
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La scaletta del concerto di Sting a Milano
Message in a Bottle (Police)
Englishman in New York
Every Little Thing She Does Is Magic (Police)
If It’s Love
For Her Love
Rushing Water
If I Ever Lose My Faith in You
Fields of Gold
Spirits in the Material World (Police)
Brand New Day
Shape of My Heart
What Could Have Been
Whenever I Say Your Name (with Melissa Musique)
Walking on the Moon (Police)
So Lonely (Police)
Desert Rose
King of Pain (with Joe Sumner – Police)
Every Breath You Take (Police)
Roxanne (Police)
Fragile
