2014 Nonesuch / Warner Bros
Sicuramente il più bel regalo da fare o ricevere per il prossimo Natale. Il mito dei miti, Mr. Robert Plant torna con lullaby and… The Ceaseless Roar (scarica da iTunes – compra su Amazon), nono disco in trent’anni da solista, undici tracce in cui Plant irretisce e ipnotizza con un sunto tattico ed emozionale che ingloba elettronica, ancient folk di Terra d’Albione e il magma caldo di suonerie e affabulazioni nordafricane e mediorientali, un sopraffino ascolto dalle premesse e direttrici incontrollate.
Anche questo lavoro è frutto dei suoi innumerevoli viaggi alla cerca di suoni ancestrali, tradizioni etniche da mischiare con elettronica e rock, un nomadismo sonoro che ha il fascino della “storia” come alleato e come complice nella bellezza a più strati. Con lui in questo ulteriore trip i Sensational Space Shifter e sempre con lui quell’aura folkly Zeppeliniana che si porta dietro a mo di essenza indimenticabile, quelle profumazioni suggestive che hanno dato tutto al rock mondiale.
Undici tracce, undici strade da percorrere con gli occhi chiusi fino a lasciarsi andare abbandonati ai fluissi costanti della tracklist, dove colorazioni oscure, malinconie, respiri elettrici e sospiri meditabondi sono gli anfitrioni – ora delicati ora leggermente prorompenti – per un ascolto zingaro, un progetto dove qualità e sollievo interiore la fanno da padroni. I cavalloni audaci di Rainbow, l’orma marocchina sulla polvere rock Turn it up, il banjo field e birichino Poor Howard, la solitudine nebbiosa A stolen kiss, il dub mediorientale che dondola diabolicamente in Up on the Hollow Hill (Understanding Arthur) con tutta la corte mistica di chitarre elettriche, talking drum, ritti, chitarre bendir, kologo e la voce di Plant a fare da collante a tutto, sono le gemme di un tesoro dal valore – ancora una volta – inestimabile.
Mr. Plant, grazie di esistere.
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