Autoprodotto / Goodfellas
Certo che Sergio Leone ne ha fatti di proseliti con la frase malinconica “Sono andato a letto presto”, messa in bocca al personaggio Noodles, interpretato da Robert De Niro nel monumentale “C’era una volta in America”. Anche Olden, come Vinicio Capossela e tanti altri è rimasto folgorato da questa malinconia tanto è vero che ci ha titolato il suo secondo album.
Olden è il nickname dietro cui si cela Davide Sellari, cantautore perugino che da sette anni vive a Barcellona e che per questo lavoro si è fatto accompagnare dalla chitarra di Juan Carlos “Flaco” Biondini, lo storico chitarrista di Francesco Guccini e da Sergio Reggioli, violinista dei Nomadi. La scelta di questi due collaboratori non è casuale, ma è al contrario strategica ed opportuna, dato che le undici canzoni di questo disco trasudano di cantautorato classico italiano.
Quello migliore, nelle melodie e nei testi di Olden si intravedono riferimenti all’esistenzialismo di Giorgio Gaber (“Un gioco”), alle malinconie del primo Francesco De Gregori (“Bonnie”, “Senatore Bailey”), passando per i momenti di profondità ermetica (“La casa che non c’è”). Olden riesce anche ad essere toccante con momenti molti malinconici ed introspettivi (“Perugia”, “Anche un saluto”). In alcuni momenti si lascia andare a momenti più frizzanti con ballate dai risvolti folk (“Ti sei mai chiesto”, “Perla nera”). È grazie a cantautori come Olden che la tradizione cantautorale italiana si può ringiovanire.