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LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA – Costellazioni

le-luci-della-centrale-elettrica-costellazioniCara Catastrofe / Gibilterra / La Tempesta

Sono passati tre anni tra “Per ora noi la chiameremo felicità” e “Costellazioni”. Per Vasco Brondi sono stati tre anni importanti perché in questo lasso di tempo ha avuto il tempo per maturare e per emanciparsi dalla struttura del flusso di coscienza che ha utilizzato per i suoi primi due dischi.

Brondi ha ben capito che se avesse continuato su quella strada si sarebbe chiuso in un cliché che col tempo lo avrebbe fatto morire artisticamente, così per il suo terzo album si è avvicinato notevolmente ad una struttura canzone, molto vicina a quella del ‘classico’ cantautorato. Non mancano, infatti, anche in questi quindici brani momenti in cui si lascia andare a libere associazioni, che funzionano, perché innescate in canzoni che hanno una struttura più dialettica, ma che allo stesso tempo hanno la funzione di non far risultare il suo stile ‘classico’.

Come per la struttura dei testi, anche per la musica Vasco Brondi preferisce mantenersi sospeso tra il nuovo e la modernità, dato che c’è una perfetta connessione tra l’acustico e l’elettronico e ciò è stato possibile grazie all’ottimo lavoro svolto in cabina di regia dal produttore del disco, Federico Dragogna dei Ministri. Nel disco, inoltre, hanno suonato Sebastiano De Gennaro, Enrico Gabrielli e Rodrigo D’Erasmo, che hanno lavorato con Brondi anche sugli altri dischi. Anche in questo lavoro poi Brondi si è avvalso della pregevole collaborazione di Giorgio Canali, che gli ha prodotto il primo disco e che grazie a lui si è affermato sulla scena indie.

I due hanno scritto uno dei migliori pezzi del disco “Le ragazze stanno bene”, intrisa di nostalgie e speranze deluse. In un certo senso queste sono i topoi di tutto il disco, nel quale vengono citati in maniera più o meno esplicita da Franco Battiato a Fabrizio De Andrè, passando per il primo Francesco De Gregori, Rino Gaetano e gli inevitabili CCCP.

Mai come in passato Vasco Brondi ha mostrato la sua vena più romantica, con ballate spesso struggenti e sempre convincenti ed avvolgenti.

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Written By

Vittorio Lannutti, ricercatore/sociologo delle migrazioni, counsellor, con una grave, cronica ed irreversibile dipendenza da rock.

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