Aprirà il 27 Luglio a Gelsenkirchen in Germania il concerto dei Rolling Stones ma già a fine Maggio aveva aperto il sentiero del bosco per l’anfiteatro del Waldbhune a Berlino per il suo amico Eric Clapton. Di chi stiamo parlando? Zucchero ovviamente! Eh si, non ce ne vogliano i detrattori dell’artista emiliano, ma Zucchero è uno dei pochi artisti che possiamo definire internazionali. E se avete dei dubbi, anche enormi, l’unica cosa che potete davvero fare è andare ad un suo live. Ogni dubbio, ogni minima perplessità lì sparirà e capirete perché c’è davvero da andare fieri. Zucchero è coinvolgente e a tratti sconvolgente per la passione e doti artistiche, perché tiene il palco fisicamente come se avesse 20 anni e ha una voce che non perde un respiro, accompagnato poi, da una band di straordinari musicisti con delle eccellenze straordinarie, che fanno di Zucchero un artista internazionale a 360 gradi. Se sei un grande artista, ti accompagni a grandissimi musicisti, altrimenti il livello non si può mantenere. Il meglio con il meglio.
Ero presente a Berlino e guardandomi intorno, cantando le sue canzoni ero davvero fiera musicalmente parlando, di essere italiana. Intanto il contesto era davvero particolarissimo, perché sì tutte le città hanno una storia, anche il posto più piccolo del mondo ce l’ha. Berlino però ha una storia che ci riguarda tutti, Berlino in un certo senso rappresenta il limite dove l’umanità è arrivata. Berlino è la città dell’oltre le rive… Mettere piede per la prima volta a Berlino può davvero darti il significato che la parola sconfitta ha, di un’umanità che da dove la si guardi, da est a ovest , ha perso.

L’anfiteatro del Waldbunhe non è un posto qualunque e anche a non volerlo ricordare, il sentiero che conduce fino a lì è un cammino fatto di storia. Gli alberi maestosi che fanno quasi paura sono gli unici a ripararti dal cielo, che in quel momento diventa il tuo unico nemico. E per tutto il percorso non si fa altro che pensare alla maestosità della natura, a questo confronto tra alberi e cielo, a come la natura possa inghiottirti e lasciarti libero da un secondo all’altro. Nonostante i boschi e le persone in fila, dalle fessure degli alberi si intravedeva un campo da tennis dove giocavano i bambini. Sono solo bambini, età dai 6 ai 12 anni . E da questa immagine dei bambini viene in mente “Il cielo sopra Berlino”, dove solo ai bambini è concesso di vedere gli angeli. Tornare bambini, questa immagine sposta definitivamente la storia. C’è sempre un pensiero più forte che ne sposta un altro che ti sembrava insormontabile. Dove ci sono i bambini ci sono gli angeli e dove ci sono gli angeli c’è sempre la musica e viceversa. Il Waldbunhe è un anfiteatro voluto e costruito per asservire e assecondare i voleri di Joseph Gobbels, allora ministro della propaganda nazista,costruito tra il 1934 e 1936 dall’architetto Warner March per emulare gli anfiteatri greci. E se state pensando che la storia non c’entri nulla con la musica, state cadendo in un grosso errore. Pensate che quegli alberi hanno dovuto subire l’orrore dei discorsi nazisti e che forse sono più verdi ora e più forti da quando è entrata la musica. La musica è vita, come vivo era il cielo di Berlino dove le nuvole si muovono velocissime, in un modo che non si vede in nessun altro posto, scambiandosi il posto nel cielo senza avere mai sosta . E senza sosta è stata la performance di Zucchero, riproponendo un live assolutamente energico, con una serie di successi che partono da “ Il mare impetuoso al tramonto “, Baila Morena “ , fino a una commovente “ Miserere” nel ricordo, anche grazie ai maxi schermi, del grandissimo Luciano Pavarotti. Fa veramente molto effetto vedere Luciano Pavarotti su uno schermo gigante, con il suo sorrisone, con quella voce unica ed è di effetto vedere la gente che lì si alza in piedi, per rendere omaggio alla Musica, in ogni suo profondo significato. Ho passato molto tempo non solo a cantare a squarciagola tutte le canzoni di Zucchero ma anche a spostare lo sguardo sulla marea di gente presente.

Quando Zucchero è salito sul palco c’era una voglia di divertimento, un entusiasmo, un calore che è difficile da ottenere. Ma tutti quella sera lì erano in piedi, si divertivano, avevano una gioia nello sguardo che sembrava fosse il concerto del cantante emiliano e non che stessero aspettando Eric Clapton. Il racconto del Waldbhunhe in breve è solo uno dei due motivi per cui Zucchero è un artista che non ha eguali in Italia ed ecco perché le grandi star internazionali da Lady Gaga, Elvis Costello, Clapton, Miles Davis, Dolores O’Riordan , U2 e potrei fare un elenco lunghissimo sono state catturate dal suono di quello che si può tranquillamente definire l’unico vero blues man che abbiamo. Eh si , lo so alcuni staranno storcendo il naso, ma se si storce il naso in realtà non si ha bene a conoscenza del significato della parola blues. Il blues è anima, il blues è strazio dell’anima, il blues è memoria, il blues è non dimenticare, il blues è radici. Il blues ti accompagna per mano verso l’unico frammento di memoria rimasto intatto. Questo è Zucchero, per questo è blues. In un particolare momento della vita di tutti ci si trova davanti ad un specchio rotto, la propria immagine non si riconosce più e tutto va in frantumi, si salva un frammento e si fa fatica a ricercarlo, quel frammento rappresenta il nostro essere bambini, quel frammento rappresenta il luogo da dove veniamo. Quel piccolo frammento di storia, di memoria l’ho sempre rivisto e vissuto nella musica di Zucchero. Per farvi un esempio ancora più palese : quando ero piccola abitavo in una zona che tutti quanti chiamano “ foresta “ . A quei tempi c’erano solo 4 case ( realmente) con il mare davanti e dietro le colline e riuscivi a vedere il cielo sempre , ovunque guardassi era respiro, dove ti giravi giravi avevi lo spazio, la libertà. Una volta, forse a tre anni, mi misero, in mezzo ad uno di quei campi che stavano alle spalle di casa mia, inginocchiata li in mezzo all’erba alta più di me, per fare una foto. Sorridevo però. Ecco, nonostante io ami alla follia L. Cohen, Clapton, Tom Waits… Zucchero è l’unico che mi riporta a quella foto, a quel frammento e che mi fa sempre chiedere “Chissà cosa volevo, chissà a cosa pensavo“ però sorridevo.
Anche quando ero a Berlino, al Waldhbuhne, in realtà mi sembrava di avere 3 anni mi sembrava di essere tornata in quella foto e sorridevo per questo. Se ancora non vi basta e non vi ho convinti , vi consiglio un solo ascolto : vi basterebbe ascoltare Oltre le rive. Questa canzone è un viaggio particolarissimo, è un ritorno, un’appartenenza. Accade qualcosa di straziante ma bellissimo insieme. Perché si che il ritorno a casa è una strada piena di luci colorate ma è anche piena di ombre, di volti e persone care che non ci sono più…. Questa canzone di cui ancora vi consiglio anche solo una volta l’ascolto è come se mi ricordasse l’ultima volta che ho visto mio nonno, ricorda cose che si vorrebbero amare ancora. Ricorda le cose che si tenevano strette in una mano e che poi abbiamo lasciato cadere dall’altra, senza nessun fiato. E’ come se a Zucchero e alla sua musica appartenesse il calore di tante cose che non ci sono più. Ecco Zucchero ha la capacità di restituire il calore ad una foto, e di farti sentire a casa anche se stai dall’altra parte del mondo. E’ un po’ come diceva Marion nel film di Wim Wenders “devo solo alzare la testa e il mondo s’apre davanti ai miei occhi, mi sale nel cuore“.
Ndr: a parte consigliarvi di andare a vedere Zucchero dal vivo, qui qualche brano che può farvi capire perché è davvero unico ed è un blues man.
Hai scelto me
Oltre le rive
Ten more days
Hey Lord
La tortura della luna
Love Again
Il suono della Domenica
Voci
Ci si arrende
Foto Andrea Ripamonti / Cesare Veronesi

Paolo
14/07/2022 at 12:48
… grazie … Hai fatto in modo di cogliere la grande essenza di un grandissimo Artista …
Paola
14/07/2022 at 23:59
Non avevo mai letto una recensione così bella su Zucchero! È la colonna sonora della mia vita e negli anni ho dovuto sempre difendere la mia passione per lui è unico! Grazie mille