Vuoto Pneumatico nasce dall‘incontro tra Gianni Venturi & Giacomo Marighelli.
Dopo una serie di serate live dedite all‘improvvisazione di “poesia sonora” i due hanno deciso di scrivere e registrare un album in studio. Un album che nasce dal carattere teatrale dell‘improvvisazione musicale di Giacomo unito alla declamazione poetica di Gianni, ma arricchitosi nel tempo da canzoni cantautorali e brani elettronici: il risultato è rock-poetry.
Sono diverse le soluzioni timbriche ed elettro-acustiche utilizzate, così si passa da canzoni in cui la chitarra viene suonata con un trapano elettrico (La rete) ad altre dove compaiono cimbali e campane tibetane su di una base elettronica (Numeri Primi), e ancora brani suonati intimamente con la sola chitarra acustica (La notte), sino infine a composizioni generate dal melting pot di due canzoni (Ventose Vie, che unisce Urlano le Maree in Norvegia e Bimbo che Ridi). Il tutto scandito dalle poesie viscerali di Gianni Venturi, in stile beat generation, il quale, senza troppi giri di parole, sbatte in faccia all‘ascoltatore la realtà senza timore di mostrarla per quello che è.
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Così parla la regista Rita Bertoncini:
Ventose Vie mi ha letteralmente sconvolta. Forse perché la marcescenza del mondo creato dagli esseri umani è diventata insopportabile. Ascoltando questa canzone ho pensato che l’unica soluzione a questo svuotamento e necrosi dello spirito umano sia quello di una primordiale purificazione. Purificazione della terra, di Madre Natura. Ecco perché il video comincia e finisce con il mio sangue mestruale.
