Articolo di Giulio Taminelli | Foto di Andrea Ripamonti
Partiamo da un concetto: che piaccia o meno, le Bambole di Pezza odierne sono un gruppo diverso dal passato. Certo, rimangono una all female band e il genere di partenza ha una sonorità punk rock alla base, ma l’unico modo per farsi un’idea chiare di questo combo lombardo è abbandonare ogni preconcetto e semplicemente mettere le cuffie alle orecchie per ascoltare ciò che hanno da dire. Chiarito questo punto, giovedì 23 gennaio siamo stati al release party di Wanted, l’ultimo album delle bambole di pezza che, almeno per quel che può valere il parere del sottoscritto, ne segna ufficialmente il ritorno nelle scene che contano. Qui di seguito, un breve racconto della serata condito da considerazioni sull’album e dichiarazioni di Dani Piccirillo, chitarrista storica della band.
Il Party
Le porte del DI4 HUB si aprono alle 21.00 e, dopo un breve controllo in lista, veniamo accolti in una delle due sale adibite al party. In particolare, io ed il fotografo Andrea Ripamonti ci ritroviamo nell’ambiente adibito alle interviste e alle foto, con gli addetti ai lavori impegnati nel preparare l’attrezzatura e una Cleo (la cantante della band) intenta a capire se ci fosse la possibilità di prendere una birra prima dei festeggiamenti veri e propri. Intuendo che l’ambiente era piuttosto “alla mano”, comincio ad aggirarmi tra i presenti e, recuperato qualcosa da bere -Cleo non aveva tutti i torti- mi avvicino alla zona interviste. Apprendo così, tra domande poste personalmente ed osservazioni di colleghi, non solo di non trovarmi davanti all’ennesimo gruppo di manichini da palco senz’anima (cosa che già sapevo, ma è sempre bello sottolinearlo) ma di far parte, seppur in veste di mero osservatore, al festeggiamento per la fine di un lungo cammino che ha visto le bambole di pezza lavorare sodo, non abbassare la cresta e prendersi soddisfazioni personali -citando soprattutto la collaborazione con J-Ax nel brano Cresciuti male– contro ogni critica ingiusta o sfociante nell’insulto, cosa successa fin troppo spesso a queste ragazze per la sola “colpa” di voler suonare e divertirsi essendo donne. Terminata la fase dialogata, la festa prende il via tra gli scatti dei fotografi e l’arrivo degli ospiti, tra cui spiccano sicuramente Jack Out, Giorgieness e Pedro dei Finley, tutti e tre presenti all’interno dell’album Wanted. Alle 23.00 veniamo invitati nella sala principale in cui l’album viene finalmente presentato ed introdotto dalla scrittrice ed attivista Irene Facheris, che ha posto l’accento sull’importanza di poter dare un accesso paritario alle donne nel mondo della musica senza rinchiuderle in stereotipi o limitarne le possibilità. Nella fase di ascolto dell’album, interessanti e particolarmente coinvolgenti sono state le apparizioni degli ospiti della serata che, cantando in un’allegra baldoria a metà tra il karaoke e la serata in discoteca, hanno anche trovato il tempo di svelare alcuni retroscena sulla loro partecipazione all’interno di wanted. Infine, tradizionale taglio della torta da parte delle bambole di pezza e dj set sino al termine della serata.

L’album “Wanted”
Parlando di Wanted, la prima cosa che salta all’orecchio durante l’ascolto è il fatto che l’album risulti sorprendentemente moderno ed in linea con l’attuale mercato discografico, sforzo non da poco considerando la reticenza al cambiamento di generi come il rock ed il punk nelle loro emanazioni più classiche. Nel corso dei 40 minuti e 12 secondi di esperienza in cuffia suddivisa in quattordici tracce, vengono affrontate diverse tematiche sulla libertà d’espressione femminile, il tutto sempre rimanendo stupendamente sopra le righe e, soprattutto, divertendo. Questa non è una cosa da sottovalutare, perché troppo spesso si cade nell’errore di parlare di temi sociali sempre e forzatamente in maniera seria ed elegante. Le Bambole di Pezza non sono “eleganti” e, per inciso, non lo sono per scelta, perché la costrizione, sia essa all’eleganza o all’appartenenza ad un determinato genere musicale, non fa parte del loro DNA. A riprova di questo, i numerosi inserti elettronici che vanno a toccare in egual misura voce e strumenti musicali riescono a strappare Wanted dall’abbraccio del punk rock classico, creando una sorta di genere a sé stante che ben si adatta alle varie collaborazioni. Va detto, ad alcuni ascoltatori questo potrà dar fastidio ma, d’altro canto, se non dà fastidio non è punk.

Due parole con Dani Piccirillo
In onestà, non credo che le mie parole possano minimamente sostituire quelle della chitarrista Dani Piccirillo, con cui ho avuto l’onore di scambiare qualche parola birra alla mano e di cui riporto le dichiarazioni.
GT
L’album Wanted rappresenta sia il vostro modo distintivo di fare rock che una musicalità moderna, in linea con ciò che viene richiesto oggi. È un lavoro che appare molto attuale. È stato semplice conciliare il vostro stile rock, così personale, con un sound adatto al panorama musicale contemporaneo, oppure è stato necessario un percorso di ricerca musicale più complesso?
DP
Diciamo che in questi casi mi piace concentrarmi non solo sui temi più astratti, legati ai contenuti e ai valori, come quelli delle Bambole di Pezza, ma anche sull’aspetto musicale e tecnico, che è fondamentale. Alcune sonorità richiamano immediatamente gli anni ’90 e 2000, ma oggi è necessario puntare su una contemporaneità, anche nel suono rock, quasi rivisitato in chiave moderna. Questo lavoro sulle sonorità è stato approfondito anche dal punto di vista chitarristico, in collaborazione con il nostro produttore, Andrea Tripodi. Insieme abbiamo lavorato per creare distorsioni che avessero un sound moderno, utilizzando soluzioni come l’abbinamento di un sidechain a una distorsione super heavy. È stata una scelta mirata: volevamo ottenere un brano che risultasse chiaramente rock già al primo ascolto, ma che fosse anche attuale, proiettato nel 2025. Non è stato un lavoro semplice, ma è stato possibile grazie alla fiducia riposta in chi ci segue nella produzione. Collaborare con persone come Andrea, che vive a Londra, è stato un valore aggiunto: lui respira musica internazionale e spesso ci propone scelte che possono sembrare fin troppo alternative per il mercato italiano. Alla fine, però, si è trattato di trovare un buon compromesso, che mantenesse un equilibrio tra innovazione e identità rock.
GT
Sarebbe stato possibile fare questo stesso tipo di lavoro quindici anni fa?
DP
In realtà, no, è completamente diverso. Tanto che i nostri brani degli anni 2000 risultano quasi in contrasto con questi nuovi lavori. C’è stata una chiara volontà di inserire elementi sonori come sintetizzatori e passaggi elettronici, che personalmente amo molto. Io, Dani, sono una grande appassionata di generi come l’industrial e il rock che esplora sonorità particolari – penso, ad esempio, ai Nine Inch Nails, che arricchiscono la performance rock con suoni davvero unici. Le linee melodiche e vocali di oggi potrebbero essere simili a quelle di allora, ma il contesto è completamente diverso: in passato la produzione era più essenziale, mentre ora c’è una maggiore predisposizione al lavoro in studio, con un’attenzione particolare a tutti gli elementi che compongono il suono. Si tratta di un approccio più stratificato e moderno.Questa modernità si riflette in ogni livello del brano: al primo ascolto può sembrare una cosa sola, ma se si presta attenzione a ogni dettaglio emergono molte sfumature. Mi piace molto riascoltare i brani di Wanted senza le voci, concentrandomi solo sulle linee dei sintetizzatori o dei singoli strumenti: in certi passaggi sono davvero bellissime. È un mix di fantasia creativa da parte nostra e del gusto del nostro produttore, che ha saputo dare a questi pezzi un vestito moderno.

Se per la serata non posso che dare un parere più che positivo (mi è dispiaciuto solo per l’assenza della bassista Kaj dovuta a motivi di salute), per quanto riguarda l’album non posso che consigliarne l’ascolto soprattutto ai detrattori di questo tipo di esperimenti musicali. È inutile che mi metta a pontificare ulteriormente sullo stile e sui significati dietro ad ogni canzone, l’unico modo per farsi un’idea su album così forti e meravigliosamente scomodi è mettersi le cuffie alle orecchie, alzare il volume e cominciare a fare casino.
oppure
Andare a seguire la band dal vivo durante il “Tour Senza Permesso” 2025
07/03/25 – Cap 10100 di Torino
13/03/25 – Locomotiv di Bologna
14/03/25 – New Age di Treviso
27/03/25 – Largo Venue di Roma
03/04/25 – Magazzini Generali di Milano
per info e biglietti consultare le pagine social della band.
