Foto di Raffaele Piano | Articolo di Roberto Massimiliani
Elettrici, frenetici, instancabili. Così si è presentato il quartetto di Shieffield noto come 65daysofstatic.
Dopo numerosissimi tour nel mondo e progetti paralleli, a settembre esce il loro ultimo album Wild Light per la Monotrome Records e i 65dos tornano a Roma per presentarcelo.
Gli australiani Sleepmakeswaves, altra band post-rock da tenere d’occhio per il loro sound a dir poco energico, riscaldano il pubblico romano con un sound aggressivo e potente che fa scuotere le teste.
Il primo brano dell’album: Heat Deth Infinity Splitter è lo stesso con qui i 65dos aprono le danza al Circolo degli Artisti di Roma. Il gruppo esegue freneticamente i pezzi di maggior successo di Wild Light alternando con alcuni brani di album passati come The Fallo f Math e We are Exploding Anyway. La batteria di Rob Jones si scatena sotto le note elettro-sintetiche di tastiere e chitarre in un’esplosione evocativa di sonorità che passano dallo sludge metal al math rock. Un concerto di quasi due ore di pura energia, di quella che solo una band strumentale d’impatto sa regalare. Il carisma di Joe Shrewsbury è degno di una grande rock star, scuote il pubblico romano che sa apprezzare un grande show quando ne vede uno.
Infatti i 65dayofstatic sono famosi soprattutto per i loro live eclettici e coinvolgenti come suonare all’alba in un parco a Tokyo. Il loro live romano non è da meno; percussioni, basso, chitarre, synth si mescolando partendo dal puro metal passando per l’elettronica, finendo ai limiti della techno. Il ritmo è volutamente alternato, cominciando sparati con HDIS e Prism, per passare a pezzi quasi melodici come The Undertow e Unmake the Wild Light.
Sincopatici e dinamici, i 65daysofstatic regalano un vero e proprio spettacolo di luci e suoni, dove lasciar abbandonare la mente e offrirla nelle loro sapienti mani per un paio di ore.
