Articolo di David Scalet | Foto di Matteo Scalet
Se dopo 25 anni ti presenti sul palco con un’energia sincera, coinvolgente ma al tempo stesso capace di trasmettere rilassatezza e piacere nel suonare, già in partenza hai vinto. Se proponi un primo set elettrico, dove ti diverti a “pestare” sugli strumenti mentre altri tuoi colleghi riarrangiano tutto in chiave pop, hai vinto due volte.
Palazzetto dello sport pieno, si inizia a suonare con 1 ora di ritardo a causa di un piccolo malessere di Pau, che sul palco si dimostra al solito istrionico, grazie ad una fisicità ed ad una presenza scenica capaci di trascinare nella festa un pubblico inizialmente timido. Drigo in forma strepitosa, con quel “tocco” che dona sempre qualcosa in più ad ogni song, Cesare ad accompagnarlo nel tessere le trame portanti, Cris dietro le pelli non sbaglia un colpo ed il “nuovo” Giacomo Rossetti che sembra già un veterano. Suoni della madonna e comparto luci di alto livello.
Si pesca a piene mani dai primi 5 album, rispolverando Militare del lontano 1994 fino a Bambole da quel Radio Zombie che idealmente rappresenta il confine nella lunga strada tracciata dalla band, in un crescendo che ha il proprio apice nella sognante Hollywood, cantata a piena voce da tutti i presenti e vero vertice espressivo della serata.
Non tutto funziona a dovere. Dove Negativo o In ogni atomo sono figlie di un’ispirazione genuina (Reset, anno 1999), la stanca Poser o la pachidermica I tempi cambiano, nonostante dal vivo guadagnino qualche punto, risentono di una scrittura ancorata a modelli che non hanno più nulla da dire. Caso a parte è Il gioco, talmente fuori tempo massimo da risultare tra le cose più esaltanti successe negli ultimi due anni all’interno del malmesso mainstream italiano.
Whisky time (o “grappa time” come suggeriscono dal pubblico), per un secondo set che tra Radio Conga, Rotolando verso sud, Soy Taranta e Ululallaluna mette in campo l’altra anima del gruppo, coi ritmi latini che trasformano il pit in una bolgia ma rendono anche palese come certe sonorità non possono essere improvvisate (“ci si nasce” direbbe qualcuno). La furba A modo mio corregge il tiro facendo a sportellate col presente, preparando il gran finale: l’intensa Ho imparato a sognare, la rabbiosa Cambio, i fumi di Transalcolico, fino all’apoteosi di Mama maè.
Due ore di sano rock che tra alti e bassi presenta una band ancora in grande forma, in pieno feeling con il proprio pubblico (che va dal teenager all’anta) ma, cosa più importante, consapevole e orgogliosa del proprio percorso ventennale. E sorge allora una domanda: quanti oggi possono presentarsi live proponendo almeno un brano da ogni disco pubblicato? La risposta suggerisce che alla fine di tutti questi anni forse hanno proprio vinto loro e che qualcuno, in molti stasera, ha imparato davvero, con loro e grazie a loro, a sognare un po’ di più.
NEGRITA – Scaletta Club Tour – Rovereto (Trento)
Ehi Negrita
War
Negativo
In ogni atomo
Militare
Poser
1992
Fuori controllo
Il gioco
I tempi cambiano
Bambole
Hollywood
Radio Conga
Rotolando verso sud
Soy taranta
Ululallaluna
Salvation
A modo mio
Ho imparato a sognare
Cambio
Transalcolico
Mama maè
NEGRITA – Ultime Date del Tour
07.04 BRESCIA, Latte +
08.04 GENOVA, Piazza Delle Feste / Porto Antico
09.04 ASTI, Palco 19
Biglietti in vendita a questo link > http://bit.ly/negrita-2016
