Connect with us

Hi, what are you looking for?

Reportage Live

MESHUGGAH: il racconto e la scaletta del concerto all’Alcatraz di Milano

Se credete ancora che la perfezione non esista, è solo perché non avete mai visto un live dei Meshuggah

Meshuggah in concerto a Milano, foto di Federico Buonanno | Giugno 2023

Articolo di Jennifer Carminati

C’era molta attesa per l’unica data italiana del nuovo tour europeo dei Meshuggah all’Alcatraz di Milano, che ha visto la band svedese, capostipite del djent, esibirsi da headliner, accompagnati da The Halo Effect e Mantar.

I Meshuggah hanno una fanbase estremamente fedele e talmente numerosa, che in moltissime tappe di questo tour europeo, la scritta “SOLD OUT” ha fatto capolino sulle locandine degli eventi e nei vari post social della band oltre che degli organizzatori.

Arrivo al locale di via Valtellina poco dopo l’apertura delle porte e non trovo stranamente fila fuori. Vuoi che e’ un giorno infrasettimanale, con orari di fine lavoro ecc., vuoi che molti arriveranno dopo le 19.30, l’afflusso avviene in maniera regolare e senza intoppi, traffico e parcheggio permettendo.

Pubblico assai eterogeneo, sia in termini di età che di stili, si va dal metallaro integerrimo, con chiodo e maglietta d’ordinanza, al padre con figlio da mettere sulla buona strada, ai tantissimi giovani che mi ha stupito vedere ad un concerto di una band tutto sommato ostica, e non certo di facile ascolto.

I Meshuggah sono uno di quei gruppi che, o si amano, o si odiano, non ci sono vie di mezzo, e alla fine della lettura di questo Live Report, capirete da che parte sto.

Iniziamo dunque con il racconto della serata.

Mantar

Il duo tedesco Mantar, che conoscevo solo per sentito dire, ma dopo questa sera andrò ad approfondire di certo, inizia che non sono ancora le 19, e la gente spesso esce dall’ufficio a quest’ora.

Ma, Hanno ed Erinc, a torso nudo e con piglio irruento, danno il meglio di sé, come avessero di fronte la folla che saturerà in effetti l’aria del locale di via Valtellina col passare delle ore.

È davvero bello sperimentare in sede live la potenza che questo duo porta sul palco: sono perfettamente in sintonia e sembrano una cosa sola che suona nei 40 minuti a loro disposizione, sfruttati davvero al meglio.

Il loro è un connubio strano di sludge e metal che personalmente mi ha colpito molto, sarà che a me piacciono queste sonorità, sarà che questi ragazzi son bravi, a me son piaciuti molto.

Tutto sommato, i Mantar sono stati un ottimo inizio di serata, almeno per me, e ora passano il testimone alla prima band svedese della serata, che non ha bisogno di molte spiegazioni.

The Halo Effect in concerto al Fabrique di Milano | Foto di Davide Merli | Ottobre 2022

The Halo Effect

Puntuali alle 19.50 salgono sul palco i The Halo Effect, le stelle cadenti di Göteborg, così son stati definiti dalla stampa svedese. Come sappiamo tutti qui, è un super gruppo composto da cinque volti familiari: Mikael Stanne, Niclas Engelin, Jesper Strömblad e Peter Iwers sono musicisti che si sono fatti un nome in varie altre band e ora si sono riuniti per suonare musica e divertirsi tra amici di lunga data quali sono. Non ho menzionato il batterista Daniel Svensson solo perché si stia prendendo una pausa da questo tour ed è sostituito da Anton Roos.

Hanno pubblicato per Nuclear Blast il loro album di debutto di grande successo, Days of the Lost nel 2022, che ci faranno ascoltare quasi interamente questa sera, preceduto e poi anche seguito da numerosi singoli di altrettanto successo.

L’unico di questi che avremo il piacere di sentire è l’ultimo Become Surrender, circa a metà scaletta, e forse sarebbe stato meglio dar spazio ai pezzi nuovi… perché dico questo?  Perché ho avuto proprio l’impressione che una certa dose di stanchezza abbia preso il sopravvento, visto che suonano le stesse canzoni da due anni ormai.

Nonostante questo senso di “compitino da fare”, stiamo parlando di professionisti che comunque sanno stare su di un palco e intrattenere un pubblico che per la maggior parte è solo in trepidante attesa degli headliner della serata.

Il riff accattivante della title track apre la serata, seguita dal refrein vincente di The Needless End.

Rispetto all’ultima volta che li vidi qui in Italia, nel 2022 come opener dei loro connazionali In Flames, il pubblico oggi presente all’Alcatraz conosce le canzoni, e le canta insieme al carismatico frontman che, ringrazia spesso i presenti e si prende un momento anche per ricordare il nostro Teo Segale, mancato improvvisamente qualche settimana fa. Ho apprezzato molto questo gesto, non solo perche’:Teo era un amico, ma soprattutto perche’ un pezzo importante nel mondo che ruota attorno alla musica metal In Italia, con lui se ne e’ andato per sempre, ed e’ stato un bellissimo gesto ricordarlo in questo.contesto, cosi tanto suo.

La luce che prevale sul palco è il verde, un po’ monotona forse ma dà il suo effetto alla scena, illuminando i vari musicisti che ci offrono uno show impeccabile, durante il quale si scambiano spesso sguardi d’intesa e si vede chiaramente che gli piace quello che fanno e farlo insieme soprattutto.

Ci salutano con Shadowminds, che mischia, come solo gli svedesi sanno fanno, melodia e aggressività in una maniera assolutamente ineccepibile, che comunque al mio orecchio sa troppo di questo “l’ho già sentito”.

I The Halo Effect promettono di rivederci presto e gli auguriamo la prossima volta di avere l’intero palco a disposizione e tutti i riflettori puntati su di loro, con un nuovo repertorio di melodic death metal “made in Sweden” da farci ascoltare.

Meshuggah in concerto a Milano, foto di Federico Buonanno | Giugno 2023

Meshuggah

Segue una pausa di mezz’ora durante la quale viene allestita tutta la scenografia e arriva finalmente il momento dei tanto attesi headliner della serata, che si preannunciano con un intro a dir poco anticonvenzionale, ovvero Careless Whisper di George Michael.

Solo lo scorso anno sono riuscita nell’impresa di vedere i Meshuggah per ben tre volte dal vivo, ma sempre all’aperto e sotto il sole cocente. Vederli in un locale mi mancava da qualche anno, e lo show che ci offriranno questa sera, sarà nuovamente al di sopra di ogni aspettativa, pur alta che fosse.

Al chiuso il loro spettacolo di luci rende molto di più, ed è impressionante vedere l’effetto finale della sincronizzazione tra luci e suoni.

Tutta la loro scaletta è celebrata con entusiasmo dal pubblico, non solo i loro grandi classici ma anche le nuove canzoni dell’ultimo album in studio Immutable sono molto acclamate dai fan italiani e non solo, accorsi da ogni dove per tributare questi colossi del metal mondiale.      

I nostri propongono una scenografica studiata con precisione nei minimi dettagli, dalle luci stroboscopiche, alle visual, che ormai da anni sono uno dei vari punti di forza dei loro concerti, alla posizione dei musicisti sul palco.

Le luci si spengono e poi si riaccendono dopo qualche minuto di intro, e i nostri appaiono come delle sagome in controluce sullo sfondo.

Iniziano con Broken Cog, opener dell’ultimo disco, e ai vari elementi scenici si sommano delle luci rosse, creando così un’atmosfera tra l’irreale e l’infernale, tra le quattro mura di quest’Alcatraz tracotante energia ed entusiasmo.

I brani scelti per la scaletta di questo tour sono a mio parere perfetti, scorrono via uno dopo l’altro in maniera totalmente fluida e lineare: Born in Dissonance, Mind’s Mirrors e la suite annichilente suonata quasi per intero, In Death – Is Life / In Death – Is Death, con i loro cambi di groove e il sound mastodontico, scatenano definitivamente il pit, divenuto ormai una bolgia infernale di teste che tentano invano di fare headbanging a tempo.

Prima di prendersi qualche minuto di meritata pausa, arriva il momento tanto atteso di sentire e vedere uno dei brani simbolo di questa band, tanto osannata quanto criticata, Future Breed Machine, con i ritmi sincopati e disturbanti che la caratterizzano.

Tutto l’insieme dello spettacolo a cui stiamo assistendo, non solo il magnetico frontman Jens Kidman, riesce a tenere gli occhi puntati sul palco, delle migliaia di presenti qui ad assiepare l’Alcatraz di Milano.

Meshuggah in concerto a Milano, foto di Federico Buonanno | Giugno 2023

È riprodotto tutto esattamente come su disco, non saprei come descrivervi in altre parole quello che è un live di queste vere e proprie macchine, son disumani o umanoidi, o dei robot umanizzati ecco forse questo, oppure non si spiega davvero come facciano ad essere dei veri e propri metronomi in carne e ossa.

La spina dorsale del loro sound è quel mostro tentacolare che sta dietro le pelli, Tomas Haake, che non perde un colpo neanche volendolo fare di proposito secondo me. Stessa cosa si può dire per le colonne umane poste di fronte alla sua postazione: il frontman Jens Kidman, Fredrik Thordendal e Mårten Hagström alle chitarre e il buon Dick Lövgren al basso.

L’unica pecca che possiamo trovare in uno spettacolo dei Meshuggah è la loro freddezza; questi monoliti mettono in scena nei nostri confronti un assalto de-umanizzato, poca se non nulla l’interazione con il pubblico, sono tutti concentratissimi sui loro strumenti ed è anche comprensibile visto l’impegno che ci devono mettere a riprodurre dal vivo gli intricati ritmi che creano con la loro musica, difficile e complessa.

Tutti noi qui presenti non chiedevamo di meglio che essere annichiliti dall’onda d’urto sonora che questi cyborg umani sanno riprodurre in sede live.

Ma purtroppo, o per fortuna a volte, prima o poi tutto passa, e con l’accoppiata micidiale e devastante, Bleed e Demiurge, le luci si spengono definitivamente.

Stasera i Meshuggah hanno nuovamente impressionato tutti quanti per la loro disumana precisione nell’eseguire riff ferocemente complessi, e come facciano, resterà per sempre un mistero, a noi poveri umani in carne e ossa, e tanta imperfezione.

I Meshuggah sono un’implacabile macchina ritmica, non sbagliano una nota che sia una, e sono così perfetti anche sul palco, ma così tanto perfetti, che quasi non sembrano veri.

Se credete ancora che la perfezione non esista, è solo perché non avete mai visto un loro live, provare per credere: ogni volta confermano di essere una garanzia di quel disturbante e disumano muro sonoro estremo che li ha resi una band venerata nel mondo del metal e non solo, giustamente.

Semplicemente, una serata perfetta, e avrete certamente capito da che parte sto.

Meshuggah in concerto a Milano, foto di Federico Buonanno | Giugno 2023

MESHUGGAH – La scaletta del concerto all’Alcatraz di Milano

Broken Cog
Rational Gaze
Perpetual Black Second
Kaleidoscope
God He Sees in Mirrors
Born in Dissonance
Mind’s Mirrors
In Death – Is Life
In Death – Is Death
Humiliative
Future Breed Machine

Encore
Bleed
Demiurge

THE HALO EFFECT – La scaletta del concerto all’Alcatraz di Milano

Days of the Lost
The Needless End
Feel What I Believe
Become Surrender
Conditional
Last of Our Kind
Gateways
Shadowminds

MANTAR – La scaletta del concerto all’Alcatraz di Milano

Pest Crusade
Spit
Age of the Absurd
Egoisto
Hang ‘Em Low (So the Rats Can Get ‘Em)
The Knowing
Oz
Era Borealis
White Nights

Written By

Bergamasca nell'animo, Milanese d'adozione. Di giorno Ingegnere di sera mi trovate con una birra in mano ad un concerto rock o metal. Amo camminare e visitare città che non conosco. Mi piace leggere e ovviamente ascoltare musica, immancabile sottofondo delle mie giornate. Per me essere Rock è una filosofia di vita. I'm hard on the outside but soft on the inside, come un tortino al cioccolato con cuore fondente, of course.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Scopri anche...

Festival

Manca esattamente un mese affinché Zamora si trasformi, ancora una volta, nel tempio del metal. Dal 12, 13 e 14 giugno, la città ospiterà...

Festival

Zamora tornerà a vibrare al ritmo del miglior metal il prossimo 12, 13 e 14 giugno 2025 con una nuova edizione dello Z! Live...

Reportage Live

The River Is Rising – Rest Of The World Tour ’24: una masterclass di rock’n’roll lunga due ore tenuta dall’iconico guitar hero per eccellenza

Reportage Live

Il futuro del death metal moderno ha un solo nome, Orbit Culture: addentriamoci nelle folli trame della loro mente in questo primo tour da...