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Reportage Live

MANNARINO e i suoi colori al No Borders Music Festival

Articolo di Roberta Ghio | Foto di Andrea Ripamonti

L’ ospite del No Borders Music Festival di sabato 30 luglio è Alessandro Mannarino, cantautore romano, considerato uno dei migliori artisti contemporanei.

Sono da poco passate le 14.30 quando, sotto un cielo popolato da nuvole indecise sul da farsi, fanno ingresso i musicisti che condividono il palco con il compositore capitolino. Davanti a noi, in una posa austera e solenne, Lavinia Mancusi, Simona Sciacca, Gioia Persichetti, con a tracolla grossi tamburi, danno via ad un potente set di percussioni e voce, sonorità tribali, potenti, che fanno nascere nel pubblico un naturale movimento ritmico di testa e corpo.

È così, coinvolti in una istintiva danza, che ci presentiamo a Mannarino al suo ingresso sul palco. Pantalone grigio scuro e camicia fantasia su toni bianco e neri, capelli raccolti, sorridente, ci porta dentro Africa, pulsante, in un crescendo di intensità e profondità.

Siamo solo alle prime battute del concerto, ma ci rendiamo conto subito di come questi ritmi, che richiamano la terra, siano ancora più penetranti e viscerali grazie (anche) al luogo in cui ci troviamo: alla nostra destra uno dei laghi di Fusine, di fronte a noi il palco, oltre ai musicisti la foresta, sovrastata dalle cime delle alpi Giulie, da cui siamo circondati e protetti. Una scenografia naturale unica e mozzafiato. Il pubblico, eterogeneo per età, può vivere il live come meglio desidera: chi a piedi nudi sull’erba, chi in costume, chi in gruppo, chi in solitudine sotto i rami. Liberi nella natura.

Sul palco un ensemble ricco, per presenze e strumenti: Alessandro Chimenti alle chitarre (ne vediamo di tutte le tipologie e dimensioni), Emanuele Triglia
al contrabbasso, Puccio Panettieri alla batteria, Mauro Refosco alle percussioni, Seby Burgio ai sintetizzatori e tastiere, Simone Alessandrini ai fiati (ed altri molteplici strumenti tra i quali si alternerà durante tutto il concerto) e le già citate Lavinia, Simona e Gioia, che incanteranno in pubblico per grinta e talento.

Ma ritorniamo ai brani. Lasciamo il pulsare tribale di Africa per farci trasportare dal suono onirico di Fiume nero e avvolgere poi dal misticismo e la poesia di Agua. Si accelera, con l’accorata e al contempo carica di speranza Apriti Cielo, brano in cui entra in gioco la teatralità di Mannarino, che sulle strofe:

Non aver paura/E damme la mano/La notte è scura/Ma io e te ci ripariamo

resta fermo, con la mano tesa, guardandoci intensamente negli occhi. Un momento intimo in cui i battiti rallentano e restiamo sospesi. Per qualche istante. Per poi ripartire, nuovamente, braccia al cielo coinvolti in un coro spirituale, in una fusione tra terra e cielo.

L’ energia è travolgente ed è frutto di una straordinaria maestria e di tanto cuore da parte dei musicisti sul palco: sono bellissimi i colori che creano e che ci arrivano sotto forma di suono, dai quali veniamo intrisi e permeati. Il timbro caldo e ruvido di Mannarino è come una lava che si insinua e resta lì, nella mente e nell’anima. E lui è in una forma strepitosa. Il pubblico è rapito e ricambia a piena voce e a piene mani questo amore, sostenendo ogni momento e fondendosi con la band.

Cantaré, preceduta da un assolo voce e tamburo, è esplosiva e trascina tutti.

Cambiamo sonorità, con le tinte blues di Banca de New York e la spensierata Ballabylonia sulla quale balliamo leggeri e continuiamo a farlo sui toni gitani di Serenata lacrimosa: un tris di brani in cui vediamo e ascoltiamo un innumerevole cambi di strumenti. Difficile la resa a parole, sul palco si suona tutto! Si scivola via verso il finale, con la potente Tevere grand hotel e la pizzicata Scetate vajo’. E tra le tante sfumature, i laghi si tingono di carioca all’arrivo de l’Arca di Noè.

Le donne e il rispetto, sono temi cari a Mannarino, che non parla molto, ma quando lo fa è per lanciare un messaggio, ben preciso, come nell’introdurre Lei

Parla di una donna, ma parla anche del pianeta. La mentalità occidentale, capitalistica ci ha insegnato a vedere il territorio come una terra di conquista. È la stessa mentalità dello stupratore che vede la donna come un territorio di conquista. Se vogliamo salvare il pianeta, dobbiamo fare il conto… con le donne!

Duetta con Gioia Persichetti sulla sensuale Vagabunda e si resta sempre in America Latina con Bandida, dall’intro potente. La prima parte del live si chiude, con la toccante citazione di Lei

Lei
Lasciò
Solo una scritta sul muro
Pagheranno caro
Pagheranno tutto
Voi picchiate duro
Aprite una breccia
E vedrete il futuro

con tutti i musicisti a pugno alzato, allineati, di fronte al pubblico a bordo palco.

Rientrano. Mannarino solo alla chitarra, ci emoziona e ci fa scendere una lacrima con Paura, ascoltata e accolta in silenzio.

Sul finale ritroviamo l’amato cantastorie, sagace, ammaliante, sfortunato, un po’ guascone e comunque, sempre, rubacuori! Ci salutiamo con un tris intriso di romanità, con Bar della rabbia, Statte zitta, Me so ‘mbriacato.

Usciamo ancheggiando, continuiamo a cantare e tenere il ritmo con Come rimbomba l’odore dell’ombra/Come rimbomba, come rimbomba! leggeri, dopo aver viaggiato tra i suoni e i colori di diversi continenti, in un tripudio di energia, amore e sapienza, in un contesto unico.

Alessandro Mannarino tornerà ad esibirsi il 13 Agosto, al Rifugio Gilberti, per il Concerto di Luna Piena. Il secondo week end del No Borders vede, come protagonista di domenica 31 luglio, Brunori Sas.

Clicca qui per vedere le foto di Mannarino in concerto ai Laghi di Fusine (o sfoglia la gallery qui sotto)

Mannarino

MANNARINO – La setlist del concerto del No Borders Music Festival

Africa
Fiume Nero
Agua
Apriti cielo
L’ impero
Cantaré
Banca de New York
Lei
Ballabylonia
Serenata lacrimosa
Tevere grand hotel
Scetate vajo’
Arca di Noé
Vagabunda
Bandita

Paura
Bar della rabbia
Statte zitta
Me so ‘mbriacato

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Nata e vissuta sul mare, da qualche anno a Milano dopo una parentesi romana. Cresciuta a pane e Bruce Springsteen, da un lato gli studi scientifico matematici, un lavoro nell'IT che mi appassiona, dall'altro l'amore per la pittura, la scultura, la fotografia, il teatro e i film di Sergio Leone. Amo sia visitare città, sia la natura e lo stare all'aria aperta. La musica è una costante nella mia vita, ogni momento ha una colonna sonora; amo soprattutto la musica dal vivo, unico modo per conoscere veramente un artista. Amo scrivere e sono alla costante ricerca del modo migliore per tradurre su carta le emozioni. Sono profondamente convinta dell'importanza dell'amare e del mettere passione in tutto quello che si fa... con anche un pizzico di ironia!

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