Reportage live di Andrea Forti | Foto di Davide Merli
La data di Assago rappresenta per chi scrive la fine di un percorso iniziato sette anni fa quando i Drink To Me si esibirono portando in tour i brani tratti dall’allora ultimo LP dal titolo S: venimmo favorevolmente colpiti prima dal disco e poi dall’esibizione, che nonostante il pubblico sparuto (al massimo due centinaia, per un evento gratuito) non si limitò al minimo sindacale: ci stupì in particolare modo il cantante che, nonostante il classico italenglish tanto diffuso tra le band si distinse per verve e capacità di trasmettere la voglia di fare musica, anche energicamente scandendo a cantare tra il pubblico. Quel cantante l’anno successivo iniziò una carriera solista col nome di Cosmo che, dopo soli tre album e tanti sold-out nel suo ultimo tour, si è ritrovato a festeggiare il successo di questo suo percorso con questa prima ed ultima data dell’anno nella location del Forum (la più ampia dove abbia suonato, sicuramente a livello indoor) con un sold-out del parterre avvenuto ad una settimana dall’apertura delle prevendite.
Arriviamo nella nostra postazione giusto in tempo per l’esibizione live di apertura affidata a Myss Keta, che qui gioca in casa: una scelta che si rivela corretta non solo dal punto di vista territoriale ma anche del sound, con le basi della nostra “donna che conta” realizzate da producer come Populous, affini all’immaginario sonoro e visivo di Cosmo. Come sempre esplicita e provocante (non solo nel look, una mise rossa con spacchi che lasciavano intravedere ben più di quanto si veda per strada d’estate) si esibisce accompagnata dalle sue ragazze raccontando quella parte di Milano tutta droga, sesso, pirateria e promiscuità che chi non vive la città si immagina soltanto. Partendo dal suo (reale o solo paventato) trascorso per le vie intorno a Porta Venezia si produce in un’ora che possiamo definire soltanto “in caps lock”, urlando la voglia di eccedere e sfoggiare a tutti la “locura” di una donna che vuole a tutti i costi farsi notare e fare parlare di sé.
All’alzare delle luci riusciamo a capire un po’ sulla composizione dei presenti: diversamente da quanto visto per le date estive (come nella giornata del Mi Ami 2018, esaurita in prevendita grazie praticamente solo a lui) c’è più varietà anagrafica e di genere, con le donne quasi in maggioranza e una buona parte degli accompagnatori in camicia e maglioncino: ipotizziamo che location e relativo costo abbiano avuto l’esito di riservare la platea di spettatori ad una cerchia di diversa provenienza ed estrazione sociale, con una predilezione per chi lo ha ascoltato nelle radio mainstream, e la fandome più giovane che si è accontentata delle precedenti e più economiche date. Palazzetto non esaurito, ma quasi.
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Si spengono le luci e non ritroviamo nulla di nuovo: la formazione è la consolidata a tre, con le percussioni dei batteristi in piedi Mattia e Roberto. Le luci nonostante l’imponenza sono minimali, e i vari videowall rimangono spenti. C’è un po’ quella ricerca del suo show tradizionale senza eccessi, non si sa se voluto o meno (a una certa compare il desktop di un Mac, e qualche domanda ce la poniamo). Gli astanti non rimangono seduti per molto dall’abbassamento delle luci, e non si siederanno più ballando tutto il tempo. La partenza, soprattutto con Cazzate e Bentornato, ci rimanda alle esibizioni dei Moderat degli ultimi tempi, con Apparat/Marco a cantare sui ritmi degli altri due. Il tutto scorre come da aspettativa fino al primo di una lunga serie di ospitate: è Marracash, apparso sulle note de Le Voci a rappare, rispettando comunque il brano.
Lo show continua dritto fino a Ho Vinto, dove la musica viene tagliata improvvisamente: che sia un guasto o un semplice errore, spiace un po’ vedere rovinata la sorpresa prevista subito dopo: una mezz’ora con Cosmo (al primo di diversi cambi d’abito, qui in un bianco cristallino che riflette le luci puntate su di lui) in mezzo alla pista, su una postazione piena di synth e altre macchine, per una parte centrale di set dove un’intima Le Cose Più Rare è una goccia in un mare di techno e cassa in quattro quarti sparata a tutto volume, aperta da Esistere e chiusa da Tu Non Sei Tu, a metà strada da una serata in una discoteca di Riccione e una al Berghain.
Finita questa parte e dopo un non così inatteso crowdsurfing vediamo il nostro eroe tornare sullo stage principale per l’ultima parte di set principale, dove l’ospite in questa tornata è Gioacchino Turì, uno dei suoi migliori amici. L’abbraccio durante Lunedì Di Festa è lo stesso che da bambini si vede al parchetto quando si segna il gol partita, o quando in casa si vince alla play con la barra della vita bassissima.
Arriviamo provati all’ora e mezza di show pensando a quanti pezzi famosi mancano, e sono tanti. L’ennesima ripresa delle ostilità vede arrivare Achille Lauro e Boss Doms: d’altra parte Angelo Blu vedeva il featuring di Cosmo già nei credits del disco del primo prodotto dal secondo, per cui era sostanzialmente una chiamata quasi certa. Ripensiamo a cosa deve ancora arrivare, ed eccoci serviti: di seguito Sei La Mia Città, L’Amore (con eloquente indicazione al videowall su cosa riguardi in verità il brano che, fosse apparsa da Sfera Ebbasta, avrebbe causato denunce penali) succeduta immancabilmente da Animali che ne riprende il filo logico, fino a Turbo dove l’altro ospite quasi certo Calcutta riprende il tormentone “è divertente, non costa niente” del singolo che già aveva canzonato su instagram per tutta estate. L’Ultima Festa di arrivederci è un tripudio di colori e coriandoli, con tutti gli ospiti e gli amici sul palco a ballare, farsi stories e selfie come se si fosse su un qualsiasi palco di una serata danzante.
La sensazione che si ha all’uscita è che quello a cui si è assistito può essere paragonabile alla prima ondata di successo che più di venti anni fa colpì Jovanotti, passato da rappare alle serate di Radio Deejay agli stadi: se questo sia possibile o meno lo dirà il futuro, di sicuro ogni limite preesistente lo ha spostato “più in là, più in là, più in là, più giù”.
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COSMO – La Scaletta del Concerto di Milano
Intro
Cazzate
Bentornato
Regata 70
Le voci (con Marracash)
Tutto Bene
Dicembre
Tristan Zarra
Ho vinto
Interludio 1 PALCO B
Esistere
le cose più rare
Ivrea Bangcok
Attraverso Lo specchio
Nel mezzo della notte
Tu non sei tu
L’impossibile
L’altro mondo
Lunedì di festa (con Gioacchino Turù)
Quando ho incontrato te
Interludio 2
Angelo Blu (con Achille Lauro)
Sei la mia città
L’amore
Animali
Turbo (con Calcutta)
L’ultima festa
Disordine
