Articolo di Philip Grasselli | Foto di Cesare Veronesi
Un tour dei palazzetti breve quello annunciato dai Subsonica lo scorso 12 febbraio, tutto concentrato ad aprile, per la promozione della straordinaria ultima uscita, “Realtà aumentata”. Siamo giunti così alla quinta tappa che si attesta all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, nell’hinterland bolognese: tra gli addii al nubilato con le coroncine a LED e i fan che si attrezzano per bene per questo live, il clima (ventoso) fuori dal palazzetto è trepidante.
Il palco e l’importanza dei ledwall
Non c’è stata una band ad aprire il concerto, pertanto è stato possibile ammirare l’alto palco, che poteva sembrare disorientante, ma, una volta iniziato il live, ci si rende conto della complessità meccatronica di tutto l’impianto. Tre maxi-ledwall semitrasparenti, inizialmente allineati in maniera una parallela dietro l’altra, lasciano spazio alle cinque pedane di sollevamento dove sono posizionati rispettivamente i cinque membri dei Subsonica. Quando esse sono completamente elevate dal terreno, una serpentina di strisce led vanno a pendere dalla parte inferiore della pedana. Una volta iniziato il concerto, due dei tre ledwall inizieranno a traslare verticalmente a seconda della situazione e del brano.

Il concerto
L’orologio scocca le 21:15 e la cassa elettronica di “Cani umani” risuonano poderosi per il palazzetto di Casalecchio di Reno: la prima traccia di “Realtà aumentata” è servita, con quelle aspre sonorità elettroniche predominanti, che vanno ad accentuare il significato del comportamento degli uomini all’interno di una relazione, come dei “cani umani / senza più catene tra le mani”. In più, da “Mattino di luce”, quell’effetto di gabbia tra i ledwall si rompe, dando spazio ad un’interazione più intima con il pubblico.
Forse è perché sorrido fuori tempo
Non riesco ad adattarmi e galleggiare
Perso dentro guai di cui non provo
Neanche più a trovare un senso
Ti cerco e vedo le tue mani
Allontanarsi alla deriva delle
Cose che non ho
Subsonica – Cose che non ho
Dopo un lungo excursus sulla loro ultima uscita, i Subsonica cacciano uno dei più loro grandi classici: “Cose che non ho”. Un salto al 1997, uno degli anni d’oro dell’alternative rock italiano, quando “Confusa e felice” di Carmen Consoli, “Metallo non metallo” dei Bluvertigo o “Hai paura del buio?” degli Afterhours, per citarne alcuni, riscrivevano in maniera indelebile la storia della musica italiana. Che amarcord!

Il comunicato rivolto alle vittime dell’incidente di Suviana
Purtroppo, una parentesi breve, ma emozionante, è stata il momento in cui la band legge il comunicato congiunto tra CGIL e CISL riguardo l’incidente della centrale idroelettrica di Suviana avvenuto il giorno precedente, con l’annuncio dello sciopero generale dalle 9 alle 13 del giorno successivo: parte, così, “La glaciazione”, tratto da “L’eclissi”.
L’interazione con il pubblico non avviene solo tramite Samuel, ma anche Boosta parte con un sondaggio su chi fosse lì per la prima volta, oppure già dai tempi del Covo Club di Bologna nel 1997. A prescindere dal risultato, ringrazia profondamente tutto il pubblico per tutti questi anni di carriera.
Il messaggio contro le guerre
Puoi combattere
Forse no
Fredde ambizioni
CompetizioniPuoi difenderti
Forse no
Troppe aggressioni
Missili e droni
Subsonica – Missili e droni
Il messaggio più politico esce poche tracce dopo, con “Missili e droni”, un sunto di questi anni di guerre estenuanti e distribuite in diverse aree e con l’impiego di tecnologie sempre più avanzate per uccidere. Con la conclusione e l’appello, a caratteri cubitali, di fermare i bombardamenti a Gaza e in Ucraina.

Il collante
Due frasi fanno da collante per tutto il concerto: “Tutti!” e “Su le mani!”, l’invito costante di Samuel è quello di essere sempre uniti, canzone per canzone, di fondere il palco e la platea in un’unica realtà portatrice di messaggi.
Nel frattempo, si susseguono dei visual davvero magnetizzanti, da quelle astratte di “Giungla nord” all’interpolazione tra le immagini generate da algoritmi AI sull’universo e quelle in presa in diretta dei cinque membri dei Subsonica.
L’ingresso di Ensi e l’intermezzo di Fabio Celenza
Il primo ospite fisso della serata è Ensi, il rapper vicino di casa della band torinese, che si unisce fisicamente alla riedizione de “Il cielo su Torino”, brano già presente in “Microchip emozionale” del 2000, ma riproposto nel 2019 dentro l’album di feature “Microchip temporale”. Il momento meme nasce non appena sale Fabio Celenza a riproporre i suoi grandi classici di doppiaggio in vernacolo di personaggi di diverso tipo, dal Dalai Lama a Matteo Salvini.
L’ingresso anche di Willie Peyote
Per completare questo piatto ricco di ospiti, non poteva mancare anche Willie Peyote, reduce anche da una veloce apparizione al concerto di Fulminacci la sera precedente al Teatro Concordia di Venaria Reale (TO). Insieme ad Ensi e ai Subsonica, cantano la settima traccia di “Realta Aumentata”, “Scoppia la bolla”, un inno contro le fake news che prima o poi faranno scoppiare questa enorme bolla che non potrà gonfiarsi all’infinito.

L’apice di questo trittico di artisti viene raggiunto con la cover di Neffa, “Aspettando il sole”, uno dei brani più importanti della storia dell’hip hop italiano, dove Ensi e Willie Peyote cantano dal palco principale, mentre Samuel, che fa le veci di Giuliano Palma nella traccia originale, si trova su un flight-case presente davanti ai mixer del front of house. Tripudio totale.
Ultime riflessioni
Mentre Samuel corre dritto al palco per “Nessuna colpa”, la premessa di Max Casacci su un fatto altrettanto recente (di metà marzo), ovvero il gommone carico di naufraghi che non riceve subito aiuto dalla nave Ocean Viking, bloccata dal governo italiano. Da qui la riflessione sul fatto che nessuno sia esonerato dall’avere colpa per ciò che avviene in mare, poiché abbiamo il governo che ci meritiamo, ottenuto comunque tramite una votazione democratica.
Per gli ultimi brani successivi, Samuel, infine, salta come un ventenne le varie pedane disposte a gradino, mentre canta: un po’ come dare il cinque finale alla squadra per il grande risultato ottenuto. Non c’è stato bis, ma molto banalmente perché lo stesso cantautore ha anticipato la solita pratica del “questa è l’ultima”, accusando teneramente il pubblico di essere “insaziabili e golosastri”: la band affida quindi il finale a due pietre miliari della musica italiana, ovvero “Tutti i miei sbagli” e “Strade”, sempre tratte da “Microchip emozionale”. Anche se avrei voluto tantissimo “Incantevole”…
Clicca qui per vedere le foto dei Subsonica all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (o scorri la gallery qui sotto).
SUBSONICA – La scaletta del concerto all’UNIPOL ARENA di CASALECCHIO DI RENO (BO)
Cani umani
Mattino di luce
Pugno di sabbia
Africa su Marte
Cose che non ho
Veleno
Aurora sogna
Liberi tutti
La glaciazione
Discolabirinto
Nuvole rapide
Il centro della fiamma
Missili e droni
Dentro i miei vuoti
Giungla Nord
Universo
Il cielo su Torino (feat. Ensi)
Scoppia la bolla (feat. Willie Peyote, Ensi)
Numero uno (feat. Willie Peyote, Ensi)
Aspettando il sole (feat. Willie Peyote, Ensi) (Neffa cover)
Nessuna colpa
Il diluvio
Lazzaro
Benzina Ogoshi
L’odore
Tutti i miei sbagli
Strade
