Articolo di Umberto Scaramozzino
Sono passati due anni esatti dall’ultimo passaggio di Novo Amor in Italia, quando il 27 aprile 2022 portò a casa un bel sold out in Santeria Toscana 31, a Milano. Il 29 aprile 2024 torna finalmente nel nostro Paese e alza il tiro, riempiendo questa volta Magazzini Generali e preannunciando già che tornerà ancora, certamente, ma non prima di altri due anni. Novo Amor, al secolo Ali John Meredith-Lacey, è così: sfuggevole. Anche la sua musica in fondo lo è. Sembra sempre un po’ nascosta sotto una coltre di nebbia, quella che avvolge e protegge da sguardi indiscreti, ma allo stesso tempo impedisce di vedere con chiarezza ciò che si ha intorno.
Sul palco qualcosa è cambiato in questo biennio, perché manca uno dei membri della band di Novo Amor, l’unico ad avere un ruolo anche creativo. Si chiama Ed Tullett, ma i più affezionati di questo progetto musicale avranno sicuramente avuto modo di approfondire e scoprire la meravigliosa musica indie folk sperimentale che Tullett crea sotto il moniker Lowswimmer. Ma dov’è finito il buon Ed? L’aveva annunciato poche settimane fa sui social, ma Ali lo ribadisce dal palco quando incalzato dalle domande del pubblico. “Ed è a casa sua, probabilmente sul divano a guardare la TV” dice, confermando che la vita in tour era diventata troppo stressante per lui, dopo sette anni di giri per il mondo tenendo alta la bandiera di Novo Amor.
Poco male, anche se orfano di Lowswimmer – che comunque continuerà a contribuire in studio, a quanto pare – il progetto Novo Amor è solido, solidissimo. La band è affiatata e il nuovo album suona splendidamente. L’avvio di scaletta è tutto affidato a lui, Collapse List, quinto lavoro discografico che dal vivo fa la sua porca figura. Diciamolo: i dischi di Novo Amor raramente vengono compresi al primo tentativo. La sua è musica crepuscolare che cresce, traccia dopo traccia, ascolto dopo ascolto. Poi dal vivo quei brani cambiano vestito, si mettono in tiro e si fanno ammirare in tutta la loro sfaccettata bellezza. First Place, Same Day, Same Face, Placeholder, Years On sono le prime quattro canzoni proposte e insieme formano il classico statement che ogni artista vorrebbe fare col nuovo materiale, lo stesso che ci fa capire che Novo Amor non è rimasto intrappolato nell’eco della storia d’amore spezzata che ha dato il via alla sua carriera, ma è riuscito a sopravvivervi restando interessante.

Ali anche questa volta ci tiene a dedicare dei momenti al dialogo col pubblico, questa volta anagraficamente anche molto più fresco. Merito anche di TikTok e della viralità innata di alcune intuizioni melodiche di Novo Amor. La sua contraddizione è davvero affascinante: poetico e sentimentale quando si tratta di scrivere canzoni, ma irriverente e comico quando si tratta di comunicare, come amici al bar. “Qualcuno ha delle domande?” chiede, specificando che se fosse per lui suonerebbe cinque canzoni e poi si metterebbe a chiacchierare per il resto del tempo. Solo che poi le domande arrivano, lui le accoglie tutte e sfodera una serie di proverbiali blast da manuale.
“Posso cantare una canzone con te?” – chiede un ragazzo dal platea – “Ti ringrazio per avermelo chiesto, ma no”. “Ci suoni Haven?” – “Non ho idea di come suonarla”. “Qual è la tua canzone preferita?” – ci prova ingenuamente una ragazza della prime file. “Happy Birthday!”. “Anchor è stata la canzone del nostro matrimonio” – dice con commozione una ragazza che stringe la mano della sua dolce metà. “Bello, mi fa piacere” replica laconico, ma divertito, il romantico Novo Amor. Ormai la stand up comedy non conosce più confini, eh?
Questi momenti di ilarità e leggerezza funzionano bene, perché stemperano un’atmosfera di emozione talmente pura da essere a tratti insostenibile. Quando arrivano pezzi come Anchor, Keep Me o Repeat Until Death non si contano più gli occhi lucidi, che sfociano talvolta in lacrimoni, abbracci, baci, invii di messaggi rimasti in bozza per troppo tempo, magari anche sigilli su vecchi capitoli che aspettano proprio questa epica chiusura, o su quelli nuovi che non potevano sperare in un incipit più potente.
Carry You, ultimo brano prima dell’encore, era una spada di Damocle sulla testa di tutti i presenti ai Magazzini Generali, fin dal loro ingresso in sala. Puoi aver resistito, stoico, cinico e impassibile fino a qui, ma su questa crolli, eccome se crolli. L’arrangiamento di questo brano continua a cambiare di anno in anno, arricchendosi, mutando in forme sempre più emozionanti. La prova che sì, manca Ed Tullet, ma anche senza di lui quello che Ali riesce a portare sul palco è uno show irrinunciabile, che forse meriterebbe una venue un po’ più evocativa del solito club milanese, ma che in effetti non ha bisogno di alcun contesto particolare per funzionare. Perciò meglio mettersi l’anima in pace, attendere altri due anni e farsi trovare pronti a rispondere al prossimo appello di Novo Amor.
