La seconda giornata del week end che ha inaugurato la 28esima edizione del No Borders Music Festival 2023 vede sul palco i Baustelle, che dai meravigliosi Laghi di Fusine (il superiore per l’esattezza) danno il via a Elvis Tour, che porterà la band nei principali festival estivi.
La pioggia che ha accompagnato l’esibizione di Jack Johnson del giorno prima, sembra un lontano ricordo: il terreno è asciutto, il sole splende alto e alcuni cercano refrigerio concedendosi un bagno nel lago, dopo la salita in bicicletta. Ma questo bel clima, non durerà… la variabilità del tempo in montagna è un dato di fatto, in pochi minuti un accorrere di nuvole scure dà vita, proprio poco prima dell’inizio dello show, ad un bel temporalone che, tuttavia, non coglie impreparati gli addetti ai lavori e il pubblico.
Un rapido sbocciare di mantelle colorate anima la distesa racchiusa tra palco e sponda del lago e, come il giorno prima, nessuno si perde d’animo e anzi, si coglie l’occasione per abbandonarsi ancora di più, partecipando e dando il proprio contributo ad un live sublime, avente in scaletta brani culto della discografia dei Baustelle – ben mescolati ai fratelli più giovani – rivisti con arrangiamenti ricercati e godibilissimi allo stesso tempo, in cui spiccano le sonorità folk, senza farsi mancare però il buon caro R&R, creando un’atmosfera di bellezza infinita.

Sono le 14.30 quando vediamo salire sul palco Francesco Bianconi, Claudio Brasini e Rachele Bastreghi, accompagnati da Alberto Bazzoli (pianoforte e fisarmonica), Lorenzo Fornabaio (chitarre e mandolino), Julie Ant (batteria) e Milo Scaglioni (basso).
Il live ha inizio con Andiamo ai rave, nella accattivante versione country.
L’atmosfera acustica e folk permeerà tutto lo show. La nuova veste dei brani si sposa perfettamente con il luogo in cui ci troviamo, in cui i fan si riappropriano dell’istintivo senso di appartenenza alla natura, liberi di vivere il concerto in totale libertà! Arrangiamenti dolci, ma dalla forte personalità, suonati da artisti esperti, per rileggere in chiave nuova canzoni che fanno parte della colonna sonora delle nostre vite. Una resa verace e vitale.
Si prosegue con Betabloccanti cimiteriali blues per poi accogliere con un’ovazione La guerra è finita, caratterizzata dagli affondi morbidi delle chitarre, punteggiati dai tamburelli con sonagli suonati da Julie e Rachele, in outfit scuro e l’immancabile cappello, che, nonostante sia seduta, non starà mai ferma per tutta la durata del live, vivendo e interpretando con i gesti e con il corpo ogni nota e coinvolgendo il pubblico in più occasioni. Bianconi, in jeans, camicia sui toni del blu e giacca verde, conserverà invece sempre il suo invidiabile aplomb, non privo di simpatia. Sono loro ad interagire con il pubblico con le parole, ma l’unione tra palco è presenti è totale e tangibile.
Dall’intima La nostra vita, con una magnifica Rachele la cui voce supera le vette, alla morbida Milano è la metafora dell’amore, sempre sotto la pioggia. Dal palco Bianconi e Bastreghi fanno il tifo per il tempo, ironizzando sulla loro esperienza in merito e preannunciando un miglioramento che sarebbe in effetti arrivato da lì a poco. E sempre loro danno voce al pubblico, ottimamente istruito, tendendo i microfoni per il refrain Chiama lo psicologo/Chiama l’ospedale/Voglio solo amare/Voglio solo amare, cantato da tutti, con gran voce e convinzione su Gran Brianza, Lapdance Asso di Cuori Stripping Club.

Si prosegue con Contro il mondo, impreziosito dalle tastiere di Alberto Bazzoli e dal sax baritono di Julie Ant.
Il live scivola via, una perla via l’altra e anche una sorpresa via l’altra, vista la resa dei brani. Amanda Lear mi stupisce: tastiera e batteria danno vita ad un dialogo che mi fa pensare ad un giro jazz trascinante, all’inizio la riconosco solo per il testo. Per non parlare poi della tanto attesa Charlie fa il surf eseguita solo piano, voce e battito di mani, sul palco e dal pubblico. La strofa Alleluja, Alleluja, suona quasi come un’invocazione, c’è un ché di mistico sul finale.
Il momento R&R puro, è un tributo a Lucio Battisti: Come tutti i pilastri e mostri sacri, è difficile da rapportarcisi – dice Bianconi e prosegue – Questa ci sembrava in linea con il nuovo disco dei Baustelle. In merito al testo, che oggi sarebbe tacciabile di maschilismo aggiunge: Nel R&R non è tanto il contenuto, ma il modo. Rapportatelo al contesto. Tripudio di chitarre, tastiere e mandolino (suonato da Fornabaio) per un ritmo incalzante che fa cambiare coreografie ai presenti.
Un concerto molto intenso, non solo per la sapienza e la maestria degli artisti sul palco, che sono stati perfetti, ma anche per il diverso tipo di connessione che la versione acustica crea, dando ai brani una nuova chiave per parlarci ed entrarci dentro. Ed è anche un modo per poter riscoprire le canzoni di sempre e coglierne diverse essenze.
Il tour è appena iniziato, non perdetelo!
Il primo appuntamento del festival si chiude così, con un grande successo di pubblico nonostante la pioggia e la conferma che l’amore e fare le cose con passione vince e premia. Siamo solo all’inizio, tanti i concerti in programma, non perdete l’occasione di poter godere di tanta bellezza.
Trovi tutti gli appuntamenti qui!

BAUSTELLE – la scaletta del concerto ai Laghi di Fusine
Andiamo ai rave
Betabloccanti cimiteriali blues
La guerra è finita
La nostra vita
Milano è la metafora dell’amore
Gran Brianza, Lapdance Asso di Cuori Stripping Club
Contro il mondo
Monumentale
Romantico a Milano
La Moda del lento
Amanda Lear
Se la mia pelle vuoi (Lucio Battisti Cover)
Il liberismo ha i giorni contati
Charlie fa il surf
Le rane
I provinciali
Gomma
La canzone del riformatorio
