Halfpenny/Kroese/Cargo
Ogni tanto anche dall’Inghilterra arriva buona musica. Questa volta si tratta dei Cubical, gruppo di Liverpool, che con “Blood moon” pubblica il suo quarto lavoro. Legati a doppio filo al garage-blues, questi cinque musicisti recuperano il blues che giunge a noi dalle ugole di Howlin’Wolf e di Captin Beefheart, passando per i Bad Seeds degli esordi più viscerali e più legati alle dodici battute.
Il brano iniziale, “All ain’t well”, addirittura evoca i fasti del blues più inquietante e tossico dell’asse Birthday Party-Beasts of Barbour e “In your eyes” richiama proprio il Nick Cave dei primi anni ’80. Con “In the darkest corners” il gruppo di Liverpool entra nei territori occupati tre, quattro decenni fa da Tom Waits, ma con un ritmo più rock. Irresistibile è la title-track con quell’incedere blues-rock inevitabilmente coinvolgente, brano che fa il paio con il rock/r’n’b serrato di “Conman 512”.
Ci sono modi e modi per recuperare le care e immarcescibili radici del blues, the Cubical lo fanno in modo impeccabile e senza essere derivativi, ma con grande personalità.
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