Weyrd son
Anche questo trio francese si è dato al post-punk. Tuttavia, si differenzia dall’ondata del revival post-punk, perché miscela questo genere con l’hardcore e il dancefloor. “20 years”, infatti, è un crogiuolo di sonorità che evocano la Berlino degli squat dei primi anni ’80, dove alle chitarre serrate si accavallavano i suoni sintetici.
Lo stesso tema centrale di questo disco non è distante dal senso di paura per l’arrivo di una guerra nucleare che caratterizzava i gruppi punk e dintorni a cavallo degli ’80, dato che è quello di un futuro catastrofico.
I ritmi martellanti e pulsanti sono dominanti in queste nove tracce, che si tratti dell’electro-punk di “What’s left” o dell’electro-pop, miscelato al rock in velocità con stop’n’go di “Precious words”, il disco è tutto un intensificarsi di suoni pulsanti e martellanti. Un altro modo per ballare senza mandare in pappa il cervello!
