Quando mi hanno chiesto di recensire questo album non credevo che ne sarei stata in grado. Pensavo di non avere le conoscenze sufficienti per affrontare il mondo trap di Sfera Ebbasta, ma poi ho ascoltato Famo$o e mi sono resa conto che parlare solo di trap e rap sarebbe stato più che riduttivo per descrivere questo mix musicale. Questo disco è un viaggio tra generi diversi e inscatolarlo in uno solo vorrebbe dire non riconoscere tutte le sfumature pop, reggaeton ed elettroniche che contiene.
Si riscontra sempre di più la tendenza di diversi personaggi, soprattutto del mondo del rap, nel fare dei dischi che si rivolgono ad un target più generale ed eterogeneo e in alcuni frangenti dimostrano un passo avanti, una maturità in termini di crescita artistica. Esempi di questa inclinazione si possono vedere in Gemelli, ultimo lavoro di Ernia, e in Persona, espressione delle sfaccettature di Marracash. Tre lavori, questi, che si sono fatti riconoscere subito e sono stati accolti in maniera incredibile dal pubblico, restando in cima alle classifiche nazionali per settimane e settimane.
È sufficiente farsi un giro su Spotify Charts per notare che nelle prime posizioni della Top 200 Italiana c’è un netto predominio dei singoli di Famoso, un record mai visto prima. Numeri incredibili e su cui qualsiasi appassionato di musica dovrebbe interrogarsi a prescindere dalla propensione del proprio gusto.
Ma veniamo al sodo, il disco arriva due anni dopo il fortunato Rockstar e non si può negare che fosse un progetto ambizioso, già destinato alle vette delle classifiche ancora prima di arrivare all’orecchio degli ascoltatori. Ad un primo ascolto abbiamo tracce più conscious come Bottiglie Privè o Male, in cui il trapper di Cinisello Balsamo sembra aprirsi emotivamente e parla dei cambiamenti personali che ha affrontato in questi ultimi anni, con un taglio riflessivo e molto sentito; ma anche brani che sono delle vere e proprie hit come Baby, in cui l’impronta di J Balvin direi che si riconosce, o Abracadabra, frutto della collaborazione con il rapper americano Future. Sonorità diverse, ma accomunate da un bel pacchetto di produzioni, che sicuramente si fanno notare e lasciano il segno, un po’ come capita con Macarena, il feat. con Offset. Altra traccia che si fa largo tra la folla di notorietà è Giovani Re, con un sound electro-pop che sa di dance.
Un album che ruota tutto intorno ad un unico concept, riassunto guarda caso dal titolo Famoso. Tutte le tracce trattano lo stesso tema da punti di vista diversi, ma con dei contenuti che purtroppo risultano molto limitati e dei testi che in alcuni frangenti appaiono piuttosto vuoti e poveri. Riusciamo a scorgere qualche parvenza di indagine solo nel Freestyle di chiusura, che riporta a galla l’anima rap dell’artista. Indagare la figura di un personaggio pubblico non è mai facile, perché ciò che noi possiamo vedere non è detto che rispecchi ciò che la persona vive nella sua bolla personale. Questo album poteva essere l’occasione per dare una sbirciatina nell’universo di Sfera e approfondire un personaggio che spesso ha dato la parvenza di non essere superficiale, ma di volersi raccontare meglio. Il problema però è che questa occasione non è stata colta e la riflessione su cosa significhi essere famoso per Sfera Ebbasta si è persa nella corsa all’altro obiettivo del disco, quello di arrivare al mercato americano (che è stato raggiunto alla grande). Non ci restano quindi che alcuni versi come
“La gente cambia, il cash ti cambia/
Più ne fai e più non ti basta”
“Più faccio i soldi e più me ne sto rendendo conto/
Che ‘sta roba non compra il bene di chi c’ho attorno”
che cercano di raccontarci il significato del concetto di notorietà, ma forse non ci riescono poi così approfonditamente.
Famoso non è interessante solo dal punto di vista musicale, ma risulta degno di nota anche dal lato promozionale. Non serve essere esperti di marketing per riconoscere la validità del progetto e della campagna, che è stata studiata nei minimi dettagli e attuata molto prima dell’uscita del disco (com’è giusto che sia). Famoso è uscito il 20 Novembre per Island Records ed è stato anticipato dal docufilm, dall’omonimo titolo, reso disponibile su Prime Video quasi un mese prima, il 27 ottobre. Una mossa a dir poco geniale per far leva sugli animi e iniziare a spianare la strada al successo della futura pubblicazione. Nel docufilm Sfera racconta la sua carriera, dai primi incontri al McDonald’s con Charlie Charles ai concerti al Forum d’Assago. Anche le affissioni che hanno tempestato la città di Milano hanno contribuito a far aumentare l’hype per il progetto in uscita. Una campagna che districandosi tra online e offline ha saputo creare un’atmosfera di attesa che ha raggiunto il culmine al momento della release dell’album ed è riuscita a colpire target molto diversi tra loro, ampliando ancora di più la fetta di pubblico pronta all’ascolto e a fornire a Sfera gli appoggi utili a scalare la vetta delle classifiche. Aggiungiamo poi la comparsa sul maxischermo di Times Square, all’interno dello spazio pubblicitario acquistato da Amazon Music, e le svariate apparizioni in altre città europee come Berlino e Londra. Un successo inarrestabile, che classifica il lavoro come il disco italiano più ascoltato di sempre, con oltre 16 milioni di download.
Mi interrogherò per molto altro tempo sulle ragioni di questo successo, che non sono ancora totalmente spiegate e risiedono anche – e soprattutto – nella figura che Sfera è riuscito a costruire in questi anni. Un personaggio che si è affermato all’interno della scena italiana e non solo, diventando, volente o nolente, uno dei (pochi) volti della musica italiana all’estero.
Forse sono io che mi pongo troppe domande, quando dovrei limitarmi ad appurare che Sfera è Famoso Ebbasta.
Chiudo con un ultimo punto, che per me resta un mistero: perché fare un “Famoso Menu by Sfera Ebbasta” da KFC e tradire la catena concorrente, nonché luogo in cui tutto ha avuto origine, McDonald’s?
di Miriam Gangemi
